di Gabriella Colarusso : www.lettera43. - 4.11.2010
Ore 22.30
di un normalissimo venerdì. «Speravo che il turno fosse finito, dopo dodici ore
di lavoro e invece...». L'uomo a cui è stata assegnata l'auto blu ha
appuntamento per una festa privata. Ad attenderlo «amiche e ragazze
appariscenti». Perciò «tocca stargli dietro», racconta Fabio (nome di
fantasia), da 15 anni agente della scorta di parlamentari, vip, personalità più
e meno note.
Voleva difendere i
servitori dello Stato, Fabio, e invece si ritrova a fare la “scorta delle escort”, con politici di destra e di
sinistra:
«Mi è capitato decine di volte. A fine giornata credi di doverli
accompagnare a casa e invece ti chiedono di portarli nei posti più impensabili.
In discoteche di Parma, Padova o Milano. In appartamenti privati alla periferia
di Roma, negli hotel di lusso, dove ad attenderli spesso ci sono ragazze
appariscenti. E tu resti ad aspettare fuori finché tutto è finito, al freddo,
al caldo, con o senza cena, poco importa». Ma può persino andare peggio. Può
accadere «che qualcuno», per esempio un ex ministro della prima Repubblica,
politico ancora molto in voga, «amante delle discoteche, si faccia accompagnare
in questi locali e ti “costringa” ad assistere a scene imbarazzanti», confida
Fabio non senza mostrare il suo disgusto. Donne, donne giovani, effusioni.
Ma capita anche che ci si «ritrovi ad
aspettare ore nel giardino di una casa
sconosciuta mentre dentro il vip di turno si diverte». Perché a utilizzare
uomini e mezzi dello Stato per i propri, privatissimi, interessi, non sono solo
politici. Sono anche critici d'arte, esuberanti uomini televisivi,
organizzatori di festival ed eventi.
Per
gli agenti, che siano showman o parlamentari poco importa, perché la
storia è sempre la stessa: «Molti di loro neanche ti degnano di un saluto e poi
ti chiedono di portargli, che so, le valigie. Ma noi non siamo portaborse,
dobbiamo garantire la loro sicurezza, è un lavoro delicato. Il Governo taglia i fondi per le forze dell'ordine,
non abbiamo i soldi per le uniformi, non ci pagano gli straordinari e poi ci
tocca assistere in silenzio agli sprechi di questi signori. Per esempio, se due
o tre parlamentari devono partire da Roma e raggiungere la stessa località,
nello stesso giorno, credi che prendano lo stesso volo di Stato? Macché. Due,
tre voli diversi, solo perché, magari, hanno appuntamenti in orari differenti
della giornata. Per non parlare di barche, ristoranti a cinque stelle. Chi
credi che paghi? Noi contribuenti».
Spesso poi professionisti come Fabio
sono impegnati in scorte quantomeno «discutibili»,
dice a Lettera43.it Franco Maccari, segretario nazionale del Coisp,
sindacato di polizia indipendente, vicino comunque all'area del
centrodestra…(……….)
Per non parlare di
quelli che la scorta ce l'hanno pure "post-mortem". «Non siamo
costretti solo ad accettare le scorte alle “escort”», spiega Maccari. «Ci sono
anche casi di personaggi morti la cui abitazione ha continuato a essere
sorvegliata per due anni dopo il decesso», o la sorveglianza a «cariatidi che
non sai neanche chi siano, magari membri di un sottocomitato, di una
sottocommissione, di un sottosegretariato...».
Insomma il ritratto desolante di un potere spendaccione, capriccioso e anche arrogante. «Sa cosa intasa i centralini delle Questure?», rivela il segretario del Coisp, «le telefonate dei politici, quotidiane, costanti, che si lamentano delle auto utilizzate per il servizio scorta! “Volevo l'Audi, non voglio la Croma...”». Fino ad arrivare al paradosso «di (………) che si è «comprato una Lancia Thesis, l'ha data in comodato d'uso al ministero che la utilizza per la sua scorta. Lui dice di averlo fatto per dare un contributo alle spese dello Stato. Ma non sarà che anche l'avvocato non gradiva una “normale” auto blu?».
Insomma il ritratto desolante di un potere spendaccione, capriccioso e anche arrogante. «Sa cosa intasa i centralini delle Questure?», rivela il segretario del Coisp, «le telefonate dei politici, quotidiane, costanti, che si lamentano delle auto utilizzate per il servizio scorta! “Volevo l'Audi, non voglio la Croma...”». Fino ad arrivare al paradosso «di (………) che si è «comprato una Lancia Thesis, l'ha data in comodato d'uso al ministero che la utilizza per la sua scorta. Lui dice di averlo fatto per dare un contributo alle spese dello Stato. Ma non sarà che anche l'avvocato non gradiva una “normale” auto blu?».