Aldo Maturo - Informazioni, rassegna, articoli, opinioni, racconti, foto, echi di memoria
lunedì 30 novembre 2015
giovedì 26 novembre 2015
CLIMA : PARIGI 2015, LE CITTA' SURREALI
Dal 30 novembre all’11 dicembre 2015 si terrà a Parigi la ventunesima Conferenza sul Clima. I combustibili fossili stanno inquinando la nostra vita e le
nostre città. In un futuro surreale e a tratti apocalittico potremmo ritrovarci
in un ecosistema totalmente trasformato. Ecco perché il WWF Italia ha deciso di
lanciare, in occasione della Conferenza
di Parigi due serie di immagini destinate ai social media.
da WWF Italy – 24 novembre 2015
La prima è costituita da
quattro immagini di “Città Surreali”: una provocazione, non uno scenario
scientifico, un modo per riflettere sullo stravolgimento dei nostri luoghi più
amati e riconosciuti. Le creazioni mostrano Roma e Milano
desertificate e inospitali, divenute habitat di animali selvatici disorientati.
Milano |
giovedì 19 novembre 2015
COSA FARE IN CASO DI ATTENTATO TERRORISTICO
In
seguito agli attentati di venerdì 13 novembre a Parigi, e agli arresti compiuti
nei giorni successivi a Molenbeek e Saint-Denis, il livello di allerta delle
agenzie di antiterrorismo nazionali in Europa è molto cresciuto. In alcuni
paesi, come
nel Regno Unito, è stata diffusa una guida con alcuni consigli su come
comportarsi nel caso in cui si venga coinvolti in attentati terroristici
simili a quelli di Parigi.
da Il Post 19
novembre 2015
Queste
guide contengono informazioni di carattere pratico che possono servire nei
primi momenti dopo un attentato, per sapere cosa fare in una situazione di
paura e confusione. Qui abbiamo raccolto i consigli contenuti in alcune di
queste guide: ci sono cose piccole e apparentemente banali (togliere la
suoneria del telefonino, per esempio) e altre a cui forse non avevamo pensato.
Fingersi morti, per esempio, non è sempre una buona idea.
Non fingersi morti
L’attentato più
grave di quelli di Parigi di venerdì 13 novembre è stato quello alla sala concerti
Bataclan: tre terroristi hanno sparato sulla folla (composta da circa 1500
persone) e poi si sono suicidati azionando delle cinture esplosive.
sabato 14 novembre 2015
PARIGI BRUCIA
Dopo l'attentato che ha sconvolto ieri
Parigi, sono tanti i messaggi di solidarietà da parte di tutti i cittadini del
mondo. Uno sconosciuto, questa mattina, ha trainato il proprio pianoforte con
una bici fino a Rue Richard Lenoir a pochi metri dal Bataclan, teatro della
tremenda strage di ieri sera, e ha suonato "Imagine" di John
Lennon. Si chiama Davide Martello, è un giovane italo-tedesco che si
definisce "musicista di crisi" ed è solito raggiungere i luoghi
colpiti da vicende drammatiche per portare sostegno alle vittime e ai
sopravvissuti.
venerdì 13 novembre 2015
STANZE DELL'AMORE E INTERNET IN CARCERE
Con
circolare del 2 novembre 2015 è stata data ai detenuti la possibilità di
collegarsi ad internet e di fare colloqui con Skype. In parlamento è all’esame
una proposta di legge per creare nelle carceri le “stanze dell’affettività”,
come avviene nei maggiori Paesi d’Europa. Sono 31 i Paesi
europei (ma è così anche in India,
Messico, Israele, Canada) che prevedono la possibilità per i
detenuti di usufruire, in carcere, di spazi in cui trattenersi con persone cui
sono legate affettivamente, al riparo dal controllo visivo degli agenti
penitenziari. Il riconoscimento di un vero e proprio diritto soggettivo
all’affettività inframuraria è anche l’approdo raccomandato da atti del Consiglio d’Europa, del Parlamento
europeo e da sentenze della Corte di
Strasburgo
Dr.Aldo
Maturo
Dirigente Penitenziario (1974-2005)
Gli ultimi “rumori”
che salgono dal carcere sono in decisa controtendenza rispetto agli
orientamenti della pubblica opinione, traumatizzata ogni giorno dalle notizie
di cronaca che non ci risparmiano furti, delitti, rapine, corruzione e tutto
quanto ci può offrire una criminalità in passamontagna o in camicia bianca. Ma
questo è il problema dell’eterna contraddizione che si vive da sempre nelle
carceri, oscillanti da sempre sul pendolo dei buonisti o dei giustizialisti.
Nel quadro di nuove
sperimentazioni, fa il suo ingresso in carcere la Rete Internet, da sempre
bandita per motivi di sicurezza, e si affacciano all'uscio le "stanze dell'amore".
mercoledì 11 novembre 2015
L'ALBERO DEL PERO
Seguire
di giorno in giorno il crescere lento e faticoso di un albero davanti alla
finestra della cella è un modo diverso per provare a spiegare quanto può essere
lunga una pena. L’alberello, assieme alle erbacce, è uno dei pochi esseri
vegetali viventi che danno uno scorcio di natura in un ambiente fatto solo di
ferro e cemento e offre uno spunto di riflessione sul passare monotono degli
anni. Il racconto è una pagina significativa scritta sul carcere, proposta da
Ornella Favero, Direttrice di “Ristretti Orizzonti”, il giornale dei detenuti
del carcere di Padova.
di Antonio Floris *
La
finestra della mia cella, nella quale vivo da oltre tre anni, si affaccia su un
campetto incolto in mezzo al quale si innalza, solitario tra le erbacce, un
alberello di pero selvatico. Ormai sono tre primavere che lo osservo e mi sono
accorto che ogni primavera questo albero allunga la sua cima di circa 30
centimetri. In pratica da quando lo sto osservando è cresciuto di quasi un
metro. Parlando di quest’albero con un altro detenuto, sono venuto casualmente
a sapere che era stato lui a piantarlo nel lontano 1995, ovvero 16 anni fa.
lunedì 2 novembre 2015
QUANDO LA MORTE NON ERA UNA LIVELLA
Appunti sui riti
funebri del nostro sud, dalle prime ore di lutto al “consuolo”, quando nella
piccola vita di paese il dolore era condiviso da tutta la comunità.
Aldo Maturo
Quando la gente
ancora moriva in casa, la morte non era una livella. Usi e consuetudini
scandivano i riti funebri marcando le differenze fin dalle prime ore di
lutto. “Il marchese” e “o scupatore”, del grande Totò, non sono personaggi nati
per caso. Nei nostri paesi del sud il lutto era un evento abbastanza condiviso.
Più che dal passaparola o dai manifesti funebri, l’annuncio veniva dato da un
drappo nero.
Adornava il
portoncino d’ingresso della casa e scendeva sui due lati. Era il primo triste messaggio di
lutto alla comunità. Di norma quel lembo di stoffa era semplice e
sventolante ma poteva essere anche drappeggiato, fermato con cordoncini e
nappe dorate. E non era solo un problema di spesa.
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