domenica 12 febbraio 2023

COME SI VIVE AL 41 BIS

 Il regime di detenzione a cui è sottoposto Alfredo Cospito comporta un isolamento estremo, e chi lo ha vissuto parla di “tortura democratica”. Cospito il giorno 11 febbraio è stato tradotto dal carcere di Milano Opera all’Ospedale S.Paolo per le sue gravissime condizioni di salute.

 

CARCERE DE L'AQUILA

         Lo sciopero della fame che Alfredo   Cospito sta facendo dal 19 ottobre nel carcere di Sassari ha rianimato la discussione sul regime carcerario del 41-bis, cui oltre allo stesso Cospito sono sottoposti in Italia circa 750 detenuti. Il 41-bis è un articolo dell’ordinamento penitenziario che consiste nell’elenco di una serie di limitazioni imposte ai detenuti, che definiscono quello che viene comunemente detto “carcere duro”.

 

Molti di coloro che hanno vissuto il 41-bis utilizzano, per descriverlo, la parola “vuoto”. I detenuti al 41-bis, infatti, non fanno essenzialmente nulla: la loro giornata è scandita dalla totale assenza di attività. Carmelo Musumeci, che ha trascorso in carcere 25 anni di cui cinque in regime di 41-bis, condannato all’ergastolo per omicidio e per appartenenza a un’organizzazione criminale, dice al Post: «Definisco quel tipo di detenzione una “tortura democratica”. Il 41-bis annienta le persone. Io lo vissi nel carcere dell’Asinara, in Sardegna, negli anni Novanta, poco dopo la sua introduzione. Le condizioni igienico-sanitarie erano terribili: dalla turca uscivano i topi. Per impedire ai ratti di entrare nella cella usavo una bottiglia che chiudeva il buco.