martedì 30 ottobre 2012

VIVERE OLTRE LE NUVOLE

 (clicca sulla foto per ingrandire)




Foto di Bjoern Lauen (National New/Zumapress/Lapresse
)

I grattacieli di Dubai oltre le nuvole - A sinistra il Burj Khalifa, 829,84 metri, l'edificio più alto del mondo (da "Internazionale" n.972 - 26.10.2012)

domenica 28 ottobre 2012

SUOR TENEREZZA

Aldo Maturo

Suor Tenerezza, più vicina ai 100 che ai 90, amava trascorrere ore intere vicino al suo mare imbacuccandosi quando il vento di bora sferzava la spiaggia.  Le onde amiche le regalavano conchiglie e legnetti spiaggiati che lei raccoglieva preziosamente in un secchiello pieno d'acqua di mare. Era il suo modo di amare la natura per costruirsi ogni giorno un piccolo tesoro che poi regalava ai bambini della Colonia. Per raccogliere l'acqua  senza bagnarsi i piedi aveva trovato un sistema ingegnoso. Lanciava in acqua una bottiglietta legata ad un filo, che nella sua semplicità ed umiltà aveva sfilacciato da un vecchio grembiule, aspettava pazientemente che si riempisse e poi tornava a riva per  versarla in una bottiglia più grande. Il suo nome era Sr. M....ma dopo aver visto queste foto per me non poteva che chiamarsi Sr.Tenerezza.

...raccoglie l'acqua aspettando pazientemente che la bottiglietta si riempia

...torna con il suo prezioso carico...

..e lo versa in una bottiglia più grande!






(foto della collezione privata P.A.S.C. Pesaro)





mercoledì 24 ottobre 2012

RICORDI DELLA NAJA




Stemma araldico dei Lancieri di Montebello
 Aldo Maturo

42 anni fa, il 26 ottobre 1970, dopo un'ora di treno da Telese ed altrettanto di bus dalla stazione di Piazza Garibaldi a Napoli, mi presentavo con la valigetta in mano al corpo di guardia della Caserma Truppe Corazzate, poco distante dal Quadrivio di Arzano, a Miano di Napoli. Oggi credo che si chiami Caserma Caretto ed è sede di un Comando Battaglione Carabinieri, probabilmente per riaffermare la testimonianza dello Stato in una delle zone più inquinate della camorra, a pochi isolati da Scampia. Documenti, formalità e poi via in un piazzale assolato pieno di ragazzi in borghese, tutti in attesa di ricevere una divisa per...servire la Patria.



La prima tuta mimetica- Per tutti taglia XXL

venerdì 19 ottobre 2012

LA BAMBINA CHE ZITTI' IL MONDO PER 6 MINUTI

Aldo Maturo

Il testo integrale del discorso di Severn Suzuki quando a soli 12 anni  ha parlato ai potenti della Terra, alle Nazioni Unite. E’ cresciuta e oggi ne ha 30 anni. Ha continuato il suo attivismo a tutela dell’ambiente, si è laureata e ha collaborato al Summit Mondiale per lo Sviluppo Sostenibile di Johannesburg.
Dopo 18 anni le parole di Seven sono attualissime, potrebbe averle dette ieri sera senza cambiare una sola virgola. Però mi chiedo se erano indirizzate solo ai potenti o anche a tutti noi, a noi che continuiamo a vivere egoisticamente l’ambiente pensando che finisca con noi,  a noi che leggendo queste parole sentiamo un magone chiuderci la gola, a noi che le dimenticheremo appena spento il PC, a noi che stiamo distruggendo la terra e il futuro dei nostri figli. 

Severn alle Nazioni Unite
 

“Buonasera, sono Severn Suzuki e parlo a nome di ECO (Environmental Children Organization). Siamo un gruppo di ragazzini di 12 e 13 anni e cerchiamo di fare la nostra parte, Vanessa Suttie, Morgan Geisler, Michelle Quaigg e me. Abbiamo raccolto da noi tutti i soldi per venire in questo posto lontano 5000 miglia, per dire alle Nazioni Unite che devono cambiare il loro modo di agire. Venendo a parlare qui non ho un’agenda nascosta, sto lottando per il mio futuro. Perdere il mio futuro non è come perdere un’elezione o alcuni punti sul mercato azionario. Sono a qui a parlare a nome delle generazioni future. Sono qui a parlare a nome dei bambini che stanno morendo di fame in tutto il pianeta e le cui grida rimangono inascoltate. Sono qui a parlare per conto del numero infinito di animali che stanno morendo nel pianeta, perchè non hanno più alcun 
posto dove andare.

I PENDOLARI DEL RUMORE




Aldo Maturo

Ho abitato al quadrivio per oltre 30 anni e non posso che solidarizzare con Carletto Franco e Alice Canelli di cui comprendo perfettamente l’esasperazione (http://www.vivitelese.it/2012/10/telese-una-situazione-insostenibile).
Abitare in una zona ad alto inquinamento acustico è molto penalizzante ed ancora oggi mi fanno pena gli abitanti del centro della città dove vivo, vittime designate del rumore di fiere,concerti e festival, per non parlare di quelli del lungo mare assordati tutta l’estate dalla musica live o hi-fi dei vari localini che brulicano di gente fino alle 3 o alle 4 di notte. Le proteste degli interessati riempiono le cronache locali, le autorità amministrative emettono ordinanze, i vigili intervengono a campione per tacitare i decibel, ma è una battaglia perduta.

sabato 13 ottobre 2012

QUEI DIECIMILA FIGLI DIVISI A META'

Il dramma per i bambini spesso non è tanto la separazione, che pure temono molto, quanto la necessità di soccorrere il genitore che crolla emotivamente e che nel suo crollo vorrebbe trascinarli con sé usando la loro assenza come arma contro l’ex coniuge





VERA SCHIAVAZZI, la Repubblica
12 Ottobre 2012


Il dramma di diecimila bambini italiani contesi nei tribunali ha ormai un nome, “sindrome da alienazione parentale”. E se è vero che quello di Padova è un caso limite è altrettanto vero che il problema è entrato sia nella giurisprudenza sia nello studio delle nuove patologie. Accade ogni volta che, dopo una separazione, il piccolo affidato a un genitore (statisticamente la madre) finisce col rifiutarsi di frequentare l’altro genitore, il quale si rivolge al Tribunale, innescando così un’escalation. Il rifiuto dei figli può spingersi all’estremo, alla “cancellazione” del genitore rimasto fuori casa, fino ad assumere la gravità definitiva di una perdita, un vero e proprio lutto.

N.I.C. DELLA POLIZIA PENITENZIARIA: UN NUCLEO DI ECCELLENZA


Viaggio alla scoperta del N.I.C., nucleo d'eccellenza. Compiti, caratteristiche, specialità e segreti degli uomini che compongono il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria.
Un' attività investigativa a tutto campo che ha portato il N.I.C a riscuotere successi e credibilità da parte dell'A.G. che di anno in anno affida al Nucleo una continua e crescente mole di lavoro.

Una trentina di uomini con il compito di investigare dove il crimine morde più forte: all’interno delle carceri. Da qui, dentro le mura di un penitenziario, nascono le indagini del NIC, il Nucleo Investigativo Centrale istituito con il decreto ministeriale del 14 giugno 2007. A tutti gli effetti un servizio di polizia giudiziaria che combatte i reati commessi in ambito penitenziario o direttamente collegati ad esso. Criminalità organizzata, terrorismo, crimini contro la Pubblica Amministrazione, abusi interni, sono i confini dentro i quali gli uomini del NIC muovono i loro passi. Tutte attività investigative svolte sempre alle dipendenze dell’Autorità Giudiziaria.

sabato 6 ottobre 2012

PENNA LIBERA TUTTI. GIORNALISMO IN CARCERE

 
Il debutto del nuovo giornale del carcere di Pesaro, in occasione del convegno «Penna Libera Tutti: giornalismo in carcere». Tra i relatori il direttore di Ristretti Orizzonti, Ornella Favero che ha ricevuto il Premio giornalistico Valerio Volpini. "Nel 1997 e nel 1998 Il Nuovo Amico – racconta Mazzoli, Direttore del giornale – pubblicava una pagina informativa dal carcere realizzata dai detenuti. In quel periodo il progetto era portato avanti dal Direttore della Casa Circondariale Aldo Maturo, ma l’iniziativa si interruppe con il suo pensionamento".
 

(DA BLOG DELLA GIUSTIZIA.IT - 6.10.2012)
Il carcere della nostra città – spiega  Roberto Mazzoli, caporedattore del settimanale interdiocesano Il Nuovo Amico e responsabile del nuovo progetto editoriale del carcere di Pesaro, Penna Libera Tutti –, nonostante i problemi di sovraffollamento comuni in tutt’Italia (320 detenuti contro i 147 previsti), negli ultimi anni si è fatto conoscere alla città per numerose attività didattiche ma sia i cittadini, sia i detenuti chiedevano do poter «accedere ad un’informazione corretta che raccontasse la realtà ristretta di Pesaro».

Dopo otto mesi di lavoro e l’aiuto di  esperti e professionisti «a cominciare proprio da Ristretti, sulle cui indicazioni abbiamo costruito e condiviso la linea editoriale», racconta , «abbiamo attivato un corso di giornalismo con vari colleghi anche di altre testate come Giorgio Guidelli de Il Resto del Carlino di Ancona e Gianni Rossetti direttore dell’Istituto di Formazione al giornalismo dell’Università di Urbino».

Insomma, siamo riusciti a restituire a Pesaro la pagina informativa dal carcere che non veniva più pubblicata da 14 anni. «Nel 1997 e nel 1998 Il Nuovo Amico – racconta Mazzoli – pubblicava una pagina informativa dal carcere realizzata dai detenuti. In quel periodo il progetto era portato avanti dal direttore della Casa circondariale Aldo Maturo». Ma l’iniziativa si interruppe con il suo pensionamento. 

I lettori hanno continuato a sollecitare il ritorno delle pagina sul carcere ma «accontentarli – spiega – non era facile per motivi economici e non solo». L’anno scorso però qualcosa si è sbloccato e sulla spinta propositiva di altri giornali delle carceri delle Marche (Ascoli Piceno, Ancona e Fossombrone) «ci siamo messi a studiare il nostro inserto». «In particolare – racconta Mazzoli – il trimestrale Fuori Riga del penitenziario di Montacuto di Ancona presentava caratteristiche che ben si adattavano alla nostra realtà: quattro pagine formato tabloid contenute nei tre giornali delle Diocesi di Ancona, Jesi e Senigallia. In pratica abbiamo adattato la loro preziosa esperienza alla realtà di Pesaro e su queste basi abbiamo fatto la proposta di collaborazione alla Casa Circondariale di Pesaro»
Chi c’è dietro a Penna Libera Tutti?
Ci sono anzitutto i detenuti, circa una decina di ragazzi motivati e scrupolosi. Hanno condiviso tutti gli spetti più importanti della realizzazione di queste pagine. Anche il nome della testata lo hanno scelto loro facendolo votare in un sondaggio aperto al pubblico esterno. Inizialmente la redazione era composta da circa 15 persone. Oggi sono circa in dieci perché alcuni nel frattempo sono stati trasferiti ma altri se ne stanno aggiungendo.
Come viene gestito il lavoro in redazione?
Dopo il corso di introduzione, il lavoro è passato direttamente alla penna dei detenuti. Ogni venerdì mi incontro con altri giornalisti de Il Nuovo Amico tra cui, Alvaro Coli, Francesco Rinaldi, Stefano Danti per la riunione settimanale. Durante la settimana i redattori sviluppano alcuni articoli che poi vengono discussi in maniera condivisa anche durante la settimana. Inizialmente ci incontravamo nel salone comune attiguo alla falegnameria. Poi la direzione ha riservato alla redazione una stanza attrezzata con due computer anche se al momento il lavoro di impaginazione viene eseguito esternamente, presso la sede de Il Nuovo Amico che da questa settimana inizierà a proporre Penna Libera Tutti anche in versione online e su Facebook.
Aspettative?
Sono tante ma forse la più sentita dai ragazzi è quella di riuscire ad entrare in dialogo con la città. Il nostro è un settimanale fortemente radicato su un territorio omogeneo come quello della provincia di Pesaro e Urbino e, ogni settimana, raggiungiamo le case di circa 5mila abbonati ed altre 2mila copie in edicola. Penna Libera Tutti vuole essere un ponte ogni mese tra chi sta dentro e chi vive fuori. Forse la sintesi migliore delle aspettative è condensata dalle parole del primo editoriale scritto da questi ragazzi: «Questo strumento sociale ci dà l’opportunità di raccontare la vita carceraria, portando riflessioni e sfatando quei luoghi comuni che non aiutano né voi né noi a comprendere questo mondo».


venerdì 5 ottobre 2012

LA STRAGE DI SANT'ANNA DI STAZZEMA


"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione". 

Piero Calamandrei

(ricostruzione dal sito ufficiale di Sant'Anna di Stazzema e dalla rete internet)

A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.
 
All’alba  tre reparti di SS salirono a Sant’Anna. Un quarto chiuse ogni via di fuga a valle. Alle sette il paese era circondato, la popolazione in trappola: Sant’Anna era ormai destinata a rimanere una frazione senza più vita. I tedeschi ci erano arrivati grazie ai fascisti che ancora erano rimasti al fianco dei soldati del Reich. Gli uomini del paese fuggirono nei boschi per non farsi deportare. Rimasero gli anziani, le donne e i bambini. Erano inermi e erano sicuri che i nazisti non avrebbero avuto ragione per provocare quell’inferno che di lì a poco si sarebbe scatenato. 

martedì 2 ottobre 2012

ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

 
 (dal sito ufficiale della Presidenza della Repubblica)

Istituito con la Legge 3 marzo 1951, n. 178 (G.U. n. 73 del 30 marzo 1951), è il primo fra gli Ordini nazionali ed è destinato a "ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.".
Il Presidente della Repubblica è Capo dell'Ordine, retto da un Consiglio composto da un Cancelliere e sedici membri. L'Ordine è suddiviso nei seguenti gradi onorifici:



lunedì 1 ottobre 2012

L'ALTRA FACCIA DELLA CITTA'



Foto Resto del Carlino

 
Aldo Maturo

A.G. viveva fra i canneti che sul S.Bartolo nascondono i viottoli che traversano il colle, lì dove Villa Pavarotti domina il mare sferzata dai venti di tramontana. Più giù, dove il lussuoso parco della villa scivola verso l’anonimato della boscaglia invasa da un fitto canneto, c’era il giaciglio di A.G.

Per arrivarci bisognava bypassare all’esterno il cancello di Villa Pavarotti ed inerpicarsi carponi fra gli arbusti e le canne, che si aprivano e richiudevano al passaggio quasi a proteggere l’incauto visitatore. Poi dietro una macchia di fogliame appariva un telo, sbiaditamente azzurro, sostenuto da quattro canne, illusoriamente ancorato ai rami di sambuchi e robinie.