La
definizione di “immigrazione” di popolazioni provenienti dal nord Africa,
Africa Nera, Medio ed estremo Oriente appare inadeguata. Se facciamo una
valutazione quantitativa del fenomeno, e ne valutiamo l’ampiezza e la portata,
è più esatto parlare di una gigantesca ed inarrestabile invasione multietnica
dell’Italia e dell’Europa. Oriana Fallaci l’aveva previsto. Ormai siamo
all’epifania della cultura occidentale.
Oriana
Fallaci
da
"La rabbia e l'orgoglio"
"Io non vado
a rizzare tende alla Mecca. Io non vado a cantar Paternostri e Avemarie dinanzi
alla tomba di Maometto. Io non vado a fare pipì sui marmi delle loro moschee,
non vado a fare la cacca ai piedi dei loro minareti.
Quando mi trovo nei loro paesi (cosa dalla quale non
traggo mai diletto) non dimentico mai d’ essere un’ ospite e una
straniera. Sto attenta a non offenderli con abiti o gesti o comportamenti
che per noi sono normali e per loro inammissibili.
Li tratto con
doveroso rispetto, doverosa cortesia, mi scuso se per sbadatezza o ignoranza
infrango qualche loro regola o superstizione. (…) noi italiani non siamo nelle
condizioni degli americani: mosaico di gruppi etnici e religiosi, guazzabuglio
di mille culture, nel medesimo tempo aperti ad ogni invasione e capaci di
respingerla.
Sto dicendoti
che, proprio perché è definita da molti secoli e molto precisa, la nostra
identità culturale non può sopportare un’ ondata migratoria composta da persone
che in un modo o nell’ altro vogliono cambiare il nostro sistema di vita. I
nostri valori.
Sto dicendoti che
da noi non c’ è posto per i muezzin, per i minareti, per i falsi astemi, per il
loro fottuto Medioevo, per il loro fottuto chador.
E se ci fosse,
non glielo darei. Perché equivarrebbe a buttar via Dante Alighieri, Leonardo da
Vinci, Michelangelo, Raffaello, il Rinascimento, il Risorgimento, la libertà
che ci siamo bene o male conquistati, la nostra Patria.
Significherebbe
regalargli l’ Italia. E io l’ Italia non gliela regalo.”