In ricordo di Ubaldo Cusano, maestro di intere generazioni telesine, spentosi a Telese Terme il 26 agosto 2015.
IL MIO GRUPPO DELL'ESAME DI AMMISSIONE |
Aldo Maturo
L’esame
di ammissione alla scuola media è stato il primo appuntamento importante nella
vita scolastica di quelli che, come me, hanno inaugurato l’edificio scolastico
di Viale Minieri, appena costruito. Come altri edifici pubblici di quegli anni,
alla sinistra del portone di ingresso campeggiava la targa in marmo con la
scritta “Quest’ opera è stata realizzata dall’Amministrazione della Democrazia
Cristiana nell’anno….”.
Chiusaci alle spalle la
porta della prima elementare nella scuola sul Grassano – senza sapere che ci
saremmo dovuti ritornare perché riadattata intanto a sede della Scuola Media –
per quattro anni abbiamo percorso le luminose aule e gli ampi corridoi del
nuovo edificio scolastico accompagnati dal maestro Ettore Marcarelli che ci ha
seguiti con affetto, condito al bisogno dall’inseparabile bacchetta che ci
arrossava anche le dita quando riusciva a vincere in velocità la nostra mano
che si tendeva e ritraeva istintivamente al calare dell’odiata stecca di legno.
Primi studi, prime ansie, il batticuore per l’esamino di seconda e poi per
quello di quinta, che ci consegnava la “licenza elementare” a chiusura di un
primo ciclo di studi.
Ma il primo vero scoglio, che i maestri ci presentavano forzatamente come un passaggio molto impegnativo, era l’esame di ammissione alla Scuola Media, punto di approdo per chi voleva continuare gli studi mentre la Scuola Professionale era riservata a chi optava per sbocchi lavorativi più immediati.
Ma il primo vero scoglio, che i maestri ci presentavano forzatamente come un passaggio molto impegnativo, era l’esame di ammissione alla Scuola Media, punto di approdo per chi voleva continuare gli studi mentre la Scuola Professionale era riservata a chi optava per sbocchi lavorativi più immediati.
L’appuntamento con
quell’esame segnava il passaggio da scolaro ad alunno ed era vissuto con
preoccupazione tanto da dover frequentare un apposito corso di preparazione
tenuto, per noi come per altre generazioni, dal maestro Ubaldo Cusano, che aveva
attrezzato una vera aula scolastica nella casa che abitava a metà strada tra il
quadrivio e la stazione. Superato il portone di ingresso, si entrava
nell’androne e, al piano terra a destra, c’era l’aula con i banchi in legno, di
un grigio scrostato dal tempo e dai graffiti scalfiti col pennino, dove
pomeriggio dopo pomeriggio abbiamo studiato e contato i giorni che ci
separavano da quell’ incognita di fine anno. Fantasticando le difficoltà della
“scuola media”, dove ci saremmo voluti proiettare senza quell’esame, spesso ci
immaginavamo nella nuova dimensione scolastica dove imperava il rigoroso
Preside Salvatore Pacelli. Lì, non più bambini, avremmo trovato l’incognita dei
professori al posto del caro maestro e avremmo scoperto “il latino”, la misteriosa
e incomprensibile lingua che parlava Don Mario Goglia durante la messa della
domenica, con invidia dei presenti.
E l’esame venne e dopo di lui tanti altri nella vita in un percorso ad ostacoli
senza fine.
La foto ricordo di tutti
noi davanti al portone d’ingresso della scuola, in attesa dell’esame, richiama
come tutte le foto scolastiche momenti di emozioni indimenticabili che lo
scorrere di quei visi fa rivivere con intensa semplicità.
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Nella foto, dalla prima
fila a sx:
- Luigi Lombardi, figlio del Comandante la stazione carabinieri, la vivacità di un vero “scugnizzo”;
- Pierino Leonardo, sportivo, amante dell’atletica e campione di pattin
- Riccardo Affinito, allegro, simpatico, artista in pectore;
- Ettore Cuccillato, serio, compito, studioso
- Giuseppe Cusano, distaccato e sornione;
- Armida Gelormini, dolcissima;
- Ubaldo Cusano, il maestro
- Nicola Gallo, ragazzone, credo ripetente, nostro protettore dalle intemperanze di altre classi;
- Giacinto Carlone, frequentatore accanito del campetto sulla Seneta;
- Aldo Maturo
- Gigino Tarallo, uno dei primi napoletani trapiantati a Telese
- Eduardo Presutti, appassionato di pallone, veniva dal “lontano” rione Acqua Fetente;
- Emilio Ferri, ragazzo buonissimo
- Gaetano Goglia, timido e riservato
- Nella foto non c’è Anna Maietta, una delle 4 belle figlie di Don Bernando.
(da Fotogrammi di
memoria, Aldo Maturo, Ediz.Nous 2013)