Esiste una scala di
priorità degli scortati: Il primo livello, consiste in due o tre auto blindate
con 3 agenti per auto. Il secondo livello, invece, prevede due auto blindate
con 3 agenti ciascuna. Una sola blindata con 2 agenti per il terzo livello.
L'ultimo prevede un'auto non blindata con 1-2 agenti. In Italia sono 585 le
persone scortate.
Focus, 12.12.2016
Continuano a destare
polemiche, delle quali i giornali si nutrono sempre con molto interesse, gli
episodi riguardanti i politici e l’uso della scorta.
Ultimo in ordine di
tempo è quello che ha visto protagonista la sindaca di Roma, Virginia Raggi,
immortalata in un supermercato scortata da due persone. Apriti cielo.
Secondo quanto si è
appreso nelle ore successive, non si sarebbe trattato di una vera e propria
scorta, inquadrabile nella protezione di quarto livello con agenti di sicurezza
a bordo di una automobile supplementare, bensì di un servizio di tutela
stabilito dalla Questura di Roma.
Le motivazioni sono da
ricercarsi nel fatto che la Raggi sarebbe stata più volte pedinata nei suoi
spostamenti. La norma stabilisce che persone a rischio non possano spostarsi in
modo autonomo ma debbano essere accompagnate da un agente di Polizia.
La scorta ai politici:
Ma quello della scorta
ai politici è un tema fortemente dibattuto nel nostro paese. Si discute spesso
per capire a chi spetta e a chi no. Chi ne fa uso legittimo e chi ne abusa.
Al riguardo solo per
citare i casi degli ultimi anni, sono rimasti scolpiti nella memoria gli
episodi della Finocchiaro
all’Ikea con un uomo della scorta che spingeva il suo carrello nel
2012 (episodio simile sempre con lei protagonista anche nel 2013).
E quello successivo, nel
2014, con protagonista il ministro della Difesa Roberta Pinotti anche lei
all’Ikea con la scorta. Un tema ricorrente quindi che periodicamente
si ripropone; più o meno ogni qualvolta un politico viene intercettato nella
sua vita privata con la scorta.
E ogni volta, puntuale,
torna il dibattito sull’opportunità di assegnare questo sistema di protezione.
E sulle modalità di attuazione.
Il nuovo meccanismo di assegnazione del 2002:
Il meccanismo di
assegnazione della scorta è stato rimodulato a seguito di un grave e recente
episodio di cronaca nera italiana. Ci riferiamo all’uccisione del giuslavorista
Marco Biagi, avvenuta nel marzo del 2002 ad opera delle Nuove Brigate Rosse a
pochi passi dall’ingresso della sua casa a Bologna.
La questione è che Biagi
era stato considerato da sempre un potenziale obiettivo; e la scorta gli era
stata revocata alla fine del 2001. Dopo la morte di Biagi l’allora governo in
carico, presieduto da Berlusconi, stabilì un nuovo meccanismo di assegnazione
che si esplicava nell’istituzione di un nuovo soggetto: l’Ufficio
Centrale Interforze per la Sicurezza Personale (UCIS).
A formalizzare il tutto
ci pensò la legge n. 133 del luglio 2002 recante “disposizioni urgenti in
materia di sicurezza personale ed ulteriori misure per assicurare la
funzionalità degli uffici dell’Amministrazione dell’interno.”
Ministero dell’Interno e UCIS:
In base a quella legge è
lo stesso UCIS a gestire l’assegnazione della scorta “per la protezione delle
personalità istituzionali nazionali ed estere, nonché delle persone soggette,
per funzioni o per altri comprovati motivi, agli specifici pericoli o minacce
individuati dalla norma.”
L’Ufficio Centrale
Interforze per la Sicurezza Nazionale è composto da dirigenti della Polizia di
Stato o generali dei Carabinieri e, tra gli altri, svolge ruoli di:
•
raccolta e valutazione di informazioni sulle situazioni personali a
rischio;
•
pianificazione della protezione per le persone interessate in base al
punto precedente e delle risorse da dedicarvi;
•
formazione e aggiornamento del personale preposto a questi compiti di
protezione;
•
verifica dell’attività di scorta svolta dalle forze di polizia.
A segnalare la necessità
della scorta per un dato soggetto deve essere un Prefetto sulla base di
indagini o su segnalazioni specifiche da parte delle forze di polizia.
Spetta quindi all’UCIS
analizzare la richiesta e stabilire l’assegnazione della scorta indicandone
anche le modalità, soprattutto in riferimento al numero di agenti e dei mezzi a
disposizione.
In sostanza recarsi in
alcuni luoghi con la scorta non è mai una decisione del diretto interessato,
bensì un’indicazione che arriva da altri.
I livelli di allerta per assegnare la scorta:
Esistono diversi livelli
in base ai quali si decide l’assegnazione della scorta e, soprattutto, le
relative modalità. Sono quattro in tutto:
1
primo livello: consiste in due o tre auto blindate con 3 agenti per
auto;
2
secondo livello: prevede due auto blindate con 3 agenti ciascuna;
3
terzo livello: va a prevedere una sola auto blindata con 2 agenti;
4
quarto livello: prevede un’auto non blindata con 1-2 agenti
Ad usufruire dell’auto
blindata sono soprattutto magistrati e politici che, per i loro incarichi, sono
ritenuti maggiormente a rischio. Oltre a loro ci sono anche giornalisti,
sindacalisti, pentiti di mafia nonché cittadini che dimostrano l’effettivo
rischio per la propria incolumità (basti pensare ad esempio al presidente della
Lazio Lotito).
Tra il 2012 e il 2013,
per rimanere sulla attualità più o meno recente, in Italia la scorta è stata
concessa a 600 persone salvo poi calare drasticamente nel 2014 per la spending review.
La revoca della scorta:
Parallelamente
all’assegnazione della scorta si muove un altro problema connesso: quello della
revoca. Perché se per assegnare una scorta è indispensabile la presenza di un
rischio concreto, vien da sé che per revocarla si devono avere indicazioni
precise circa il venir meno di questo pericolo.
Un problema che si lega
a doppio filo con quello degli sprechi dato che, spesso e volentieri, pur dopo
aver lasciato il proprio incarico che li poneva a rischio in molti non vogliono
rinunciare alla scorta (la norma sulla revoca prevede tuttavia che personalità
che ne abbiano diritto per ruolo ricoperto, come politici o magistrati, siano
sottoposte a tutela obbligatoria per ulteriori 12 o 24 mesi dalla fine del
mandato).
Nei fatti l’interruzione
del servizio di scorta è spesso un percorso ad ostacoli proprio per una certa
resistenza da parte della persona scortata. Spesso e volentieri si finisce con
il proseguire un servizio anche quando non avrebbe più ragione di perdurare.
Come funziona all’estero l’assegnazione della
scorta:
Un meccanismo piuttosto
protettivo quello italiano, soprattutto se paragonato a quanto avviene
all’estero. Negli Stati Uniti ad esempio hanno diritto alla scorta permanente
soltanto Presidente e vicepresidente.
In Francia spetta
soltanto al Presidente dell’assemblea nazionale e a quello del Senato (altri
politici ricorrono a servizi di body guard privati che si pagano per loro
conto), mentre in Germania ha la scorta soltanto il capo dello Stato, il Presidente
del parlamento federale e i ministri.
Da questo punto di vista
il nostro sembra essere uno dei paesi che offre le maggiori garanzie in termini
di assegnazione della scorta.