I cristiani
sono esigenti verso il loro prete. Hanno ragione. Ma devono sapere che è duro
essere prete. Chi si è donato nella piena generosità della sua giovinezza
rimane un uomo ed ogni giorno in lui l’uomo cerca di riprendere quel che ha
donato. E’ una lotta continua per restare totalmente disponibile a Dio e agli
altri.
Signore,
stasera sono solo.
A
poco a poco, i rumori si sono spenti nella Chiesa,
le
persone se ne sono andate,
ed
io sono rientrato in casa,
solo.
Io
ti ho donato tutto, ma è duro, Signore.
E’
duro dare il proprio corpo, vorrebbe darsi ad altri.
E’ duro
amare tutti e non serbare alcuno.E’ duro stringere una mano senza poterla trattenere.
E’ duro far nascere un affetto, ma per donarlo a Te.
E’ duro non essere niente per sé per essere tutto per loro.
E’ duro essere come gli altri, fra gli altri, ed essere un altro.
E’ duro dare sempre senza cercare di ricevere.
E’ duro andare incontro agli altri,senza che mai alcuno ci venga incontro.
E’ duro soffrire per i peccati degli altri, senza poter rifiutare di accoglierli e di portarli.
E’ duro ricevere i segreti senza poterli condividere.
E’ duro sempre trascinare gli altri e non mai potere,anche solo per un istante, farsi trascinare.
E’ duro sostenere i deboli senza potersi appoggiare ad un forte.
E’ duro essere solo,
solo davanti a tutti,
solo davanti al mondo
solo davanti alla sofferenza,
alla morte,
al peccato.
(liberamente tratta da “Preghiera del sacerdote la domenica sera”,. Michel Quoist, “Preghiere”, ed.Marietti.)