Questa definizione della mafia è stralciata
dall’ultima lettera di Paolo Borsellino, scritta alle 5 del mattino del 19
Luglio 1992, dodici ore prima che l’esplosione di un’auto carica di
tritolo, alle 17 dello stesso giorno, davanti al n.19 di Via D’Amelio, facesse
a pezzi lui e i ragazzi della sua scorta. La lettera era destinata alla
preside di un liceo di Padova, presso il quale avrebbe dovuto recarsi a gennaio
per un incontro al quale non si era poi recato per una serie di disguidi e di
altri impegni. Rispondendo a delle
domande postegli dai ragazzi del liceo, ci da tra l’altro, in maniera
estremamente semplice e chiara, come solo lui era in grado di fare, una
definizione della mafia che bisognerebbe che tutti conoscessero e che
fosse insegnata nelle scuole.
19 luglio 1992 - 19 luglio 2017 |
Tratto da 19luglio1992.com
La mafia (Cosa Nostra) è una organizzazione
criminale, unitaria e verticisticamente strutturata, che si contraddistingue da
ogni altra per la sua caratteristica di “territorialità”. Essa e suddivisa in
“famiglie”, collegate tra loro per la comune dipendenza da una direzione comune
(Cupola), che tendono ad esercitare sul territorio la stessa sovranità che su
esso esercita, deve esercitare, legittimamente, lo Stato.
Ciò
comporta che Cosa Nostra tende ad appropriarsi delle ricchezze che si producono
o affluiscono sul territorio principalmente con l’imposizione di tangenti (paragonabili
alle esazioni fiscali dello Stato) e con l’accaparramento degli appalti
pubblici, fornendo nel contempo una serie di servizi apparenti rassomigliabili
a quelli di giustizia, ordine pubblico, lavoro etc, che dovrebbero essere
forniti esclusivamente dallo Stato.
E’
naturalmente una fornitura apparente perchè a somma algebrica zero, nel
senso che ogni esigenza di giustizia è soddisfatta dalla mafia mediante una
corrispondente ingiustizia. Nel senso che la tutela dalle altre forme di
criminalità (storicamente soprattutto dal terrorismo) è fornita attraverso
l’imposizione di altra e più grave forma di criminalità. Nel senso che il
lavoro è assicurato a taluni (pochi) togliendolo ad altri (molti).
La
produzione ed il commercio della droga, che pur hanno fornito Cosa Nostra di
mezzi economici prima impensabili, sono accidenti di questo sistema criminale e
non necessari alla sua perpetuazione.
Il
conflitto inevitabile con lo Stato, con cui Cosa Nostra è in sostanziale
concorrenza (hanno lo stesso territorio e si attribuiscono le stesse funzioni)
è risolto condizionando lo Stato dall’interno, cioè con le infiltrazioni negli
organi pubblici che tendono a condizionare la volontà di questi perché venga
indirizzata verso il soddisfacimento degli interessi mafiosi e non di quelli di
tutta la comunità sociale.
Alle
altre organizzazioni criminali di tipo mafioso (camorra, “ndrangheta”, Sacra
Corona Unita etc.) difetta la caratteristica della unitarietà ed esclusività.
Sono organizzazioni criminali che agiscono con le stesse caratteristiche di
sopraffazione e violenza di Cosa Nostra, ma non hanno l’organizzazione
verticistica ed unitaria. Usufruiscono inoltre in forma minore del “consenso”
di cui Cosa Nostra si avvale per accreditarsi come istituzione alternativa allo
Stato, che tuttavia con gli organi di questo tende a confondersi.
Il testo
integrale dell’ultima lettera, su: