sabato 22 luglio 2017

RICORDANDO GIOVANNI (FALCONE)


Dopo gli attentati di Capaci e di via D'Amelio in cui perdono la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Ilda Boccassini, in servizio alla Procura di Milano, chiede di essere assegnata a Caltanissetta e rimane nella città siciliana fino al 1994 per tentare di individuare i responsabili delle strage. In particolare, è la morte di Falcone a colpirla profondamente: immediatamente dopo aver appreso la notizia dell'assassinio dell'amico, Ilda parte nel cuore della notte per andare a vegliare il cadavere con i carabinieri.

 
A Giovanni è stato impedito nella sua città di fare i processi di mafia. E allora lui ha scelto l'unica strada possibile, il Ministero della Giustizia per fare in modo che si realizzasse quel suo progetto: una struttura unitaria contro la mafia. Ed è stata una rivoluzione.”  Così aveva gridato il giudice Ilda Boccassini alla notizia della morte di “Giovanni”. 

E ai suoi colleghi di Milano aveva aggiunto: ”Voi avete fatto morire Giovanni, con la vostra indifferenza e le vostre critiche; voi diffidavate di lui; adesso qualcuno ha pure il coraggio di andare ai suoi funerali”.
  Sempre la stessa Boccassini alla Repubblica aveva dichiarato: ”Né il Paese né la magistratura né il potere, quale ne sia il segno politico, hanno saputo accettare le idee di Falcone, in vita, e più che comprenderle, in morte se ne appropriano a piene mani, deformandole secondo la convenienza del momento.[...] Non c'è stato uomo la cui fiducia e amicizia è stata tradita con più determinazione e malignità. Eppure le cattedrali e i convegni, anno dopo anno, sono sempre affollati di "amici" che magari, con Falcone vivo, sono stati i burattinai o i burattini di qualche indegna campagna di calunnie e insinuazioni che lo ha colpito”.