13/05/2012
L’ultimo dossier
del US Government Accountability Office (la Corte dei Conti americana),
reso pubblico il 20 marzo scorso è destinato a scoperchiare la più grande
truffa della storia militare americana (e italiana). Il rapporto è dedicato al
programma Joint Fight Striker, ossia la realizzazione dei cacciabombarderi
F-35 costata fino ad oggi 170 miliardi, 17
miliardi (praticamente il costo di una manovra economica) alla sola Italia.
Il rapporto dei “contabili” di Washington dice una cosa molto chiara e
inquietante: la produzione degli F35 (compresi i 135, poi diventati 90, che il
nostro governo ha precipitosamente acquistato) è iniziata con la pratica della
“concurrency”, ossia quando ancora gli studi, i test a terra e in volo, i
collaudi dei singoli componenti non si erano conclusi. Con una conseguenza
clamorosa: i cacciabombardieri sono
difettosi, degli autentici rottami volanti.
“Il design
dell’F35 – spiega il rapporto – è quasi certamente da
rifare, perché l’apparecchio non vola bene, dà ‘scossoni”; esiste “il
rischio che l’aereo possa non svolgere le funzioni chiave di combattimento per
il quale è stato ideato”, che ”la trasmissione dati tra elmetto e
aereo avviene con lentezza e con scarsa affidabilità, tanto da mettere a
repentaglio la capacità di pilotare l’F35 in situazioni di combattimento” e “solo il 4% dei requisiti di sistema per
le missioni per la piena operatività sono stati pienamente verificati”.
Insomma, il governo italiano ha buttato via 17 miliardi di euro per acquistare
degli aerei bluff, non verificati nel 96% dei suoi componenti, con gravi
errori di progettazione che, negli ultimi tre anni hanno fatto lievitare il costo del progetto di circa 15 miliardi di
dollari cui si aggiungeranno altri
13 miliardi di dollari l’anno da qui al 2035. E’ come se acquistaste una
macchina e vi dicessero che però è tutta da rifare (a carico vostro). Insomma,
un pozzo senza fondo in cui è caduta incredibilmente anche l’Italia e che
sposta miliardi di euro di risorse pubbliche dallo stato sociale alle tasche
delle industrie belliche. Un bel regalo
per l’americana Lockheed Martin, capofila del progetto e per Alenia Aeronautica
(gruppo Finmeccanica).
Ecco il
rapporto della Corte dei Conti americana. Qui il
dossier integrale
Il mese successivo
alla pubblicazione del rapporto, ossia poche settimane fa, ad aprile 2012,
venuto a conoscenza delle gravi implicazioni economiche del progetto, il governo canadese (così come aveva già
fatto il governo australiano) ne è uscito velocemente: Ecco
il documento del governo canadese
Ma già a
dicembre 2011, un resoconto di Aviation week metteva in guardia
sulla reale efficacia operativa degli F-35, cosa che peraltro, nei suoi
rapporti pubblici, la Corte dei Conti americana fa ormai da anni: “Gli effetti
della concurrency -scrive l’US Government Accountability Office ”sono
apparsi particolarmente evidenti nel 2011, quando il programma JSF è incorso in
un aggravio di spesa per risistemare apparecchi già costruiti correggendo
difetti scoperti durante i test successivi”
E dunque il governo Monti sapeva ma non ha informato i cittadini
quando, nel febbraio del 2012, nel bel mezzo di una crisi economica senza
precedenti, il ministro “tecnico” della
Difesa, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola aveva annunciato pomposamente
che l’Italia avrebbe acquistato solo 90 F35, invece dei 131 inizialmente
prenotati, così da ottenere un
risparmio di cinque miliardi di euro: una clamorosa menzogna, smentita dalla
preoccupante escalation dei costi prevista nel rapporto americano, di cui il
ministro “tecnico” (?) Di Paola era già a conoscenza e che ha volutamente
omesso. Un genio: 17 miliardi di euro
(di cui 2 miliardi e mezzo già pagati alle imprese) per 90 caccia non solo
inutili ma anche difettosi. E adesso chi
paga?