Aldo Maturo
31 maggio 2010
Ho visto il servizio di
Luca Limata e sono rimasto senza parole. Le immagini sono scivolate inesorabili
su una pattumiera a cielo aperto e ho sperato tanto che non si riferissero a
quelle Terme che non vedevo da tanti anni, per le quali ho lottato negli anni
giovanili scrivendo decine di articoli e che non immaginavo essere ridotte a un
tale stato di degrado.
Non è possibile, mi son
detto. Questa non è una denunzia. Questo è autolesionismo, questo è distruggere
l’immagine di Telese. Meno male che c’è solo su Vivitelese, tutto sommato siamo
poche centinaia di persone a vederlo. Alla fine il colpo di grazia : il
servizio è stato inserito su Youtube sicchè la platea virtuale non ha confini.
E’ come se si facesse un
colorito reportage sulle puzzolenti discariche campane, sulle strade piene di
rifiuti, sui vicoli dei Quartieri pieni di panni stesi e di munnezza, sulle
opulenti donnine in vendita sulla domiziana, si condisse il tutto con qualche
cadavere di camorra e si dicesse al turista: vieni, questa è Napoli.
E’ come vendere una casa
facendo vedere all’acquirente non il salotto e il giardino ma il disordine del
sottotetto, la stanza di sbroglio e lo scantinato pieno di oggetti vecchi.
Ho aspettato qualche
giorno a scrivere perché speravo che da qualche parte arrivasse una
precisazione, una presa di posizione, qualcuno che dicesse: si, è vero, quelle
immagini esistono ma sono faziose, strumentali, condanniamo l’autore perché ha
fatto una carrellata di rifiuti e lo ha chiamato Terme ma le Terme sono ben
altra cosa.
Ho aspettato ma invano.
Nulla dalla Direzione delle Terme, nulla dalla Pro Loco e nulla
dall’Amministrazione Comunale che pur essendo nuova (in parte) non può ignorare
un pugno così devastante.
Forse è autolesionismo
quello che ha fatto Limata ma forse è una denunzia gravissima che non può
passare inosservata sperando che dalla prima pagina della home page sparisca
nelle pagine successive dove nessuno la vede più.
Forse quelle immagini
meritavano un dibattito, una discesa in piazza perché le Terme sono di tutti e
sono la vita per Telese. E invece : nulla.
Il silenzio sovrasta i
palazzi e scorre come acqua sui tetti delle case come quei paesini siciliani
assolati e deserti dove nessuno vede l’ultimo morto di mafia pancia
all’aria nella piazza del paese ma tutti guardano dagli scuroni socchiusi che
arrivino i nostri.
Il servizio di Limata
termina con una frase che va meditata : il pericolo è che alla fine pur senza
volerlo ci si abitui talmente tanto al deserto da adeguarsi a esso e da
sentirsi addirittura a proprio agio. Se è vero, allora dico a Limata di
cambiare almeno la colonna sonora perché, se così è, a Telese il cielo
non è più blu e sono contento di essermelo andato a cercare altrove.