mercoledì 9 maggio 2012

SEBASTIANO ARDITA : RICATTO ALLO STATO

 

9.5.2012 

Divieto di parlare con altri detenuti e di usare il telefono, divieto di ricevere dall’esterno pacchi e denaro,controllo della corrispondenza,esclusione da ogni attività comune. Le regole del regime speciale per i mafiosi in carcere vengono fissate la notte del 19.7.1992,poche ore dopo la strage di Via D’Amelio. Sono racchiuse in un solo articolo dell’ordinamento penitenziario, il 41 bis,concepito da Giovanni Falcone per isolare i boss che dalle prigioni continuano ad esercitare il loro potere criminale e a decretare sentenze di morte. 

 

Una strategia risoluta che rende più difficili i traffici con l’esterno e induce i primi pentiti a parlare, corrodendo le strette maglie dell’organizzazione. Il 41 bis diventa così, negli anni successivi, l’oggetto di un ricatto di Cosa Nostra allo Stato,e mentre la mafia dissemina di bombe il Paese e manda avvisi inquietanti, la risposta delle istituzioni diventa incerta,se non ambigua. I penitenziari sulle isole vengono smantellati,le richieste di prorogare il regime speciale accantonate. Davvero lo Stato si è piegato alle minacce dei padrini? 

 Si può ipotizzare una trattativa con la Cupola? Muovendo da un punto di osservazione particolarmente interessante, quello del Dipartimento che gestisce i detenuti nelle carceri di massima sicurezza, l’autore esamina gli strumenti legislativi messi in atto,dal 1992 ad oggi,per contrastare la mafia. E ricostruendo le mosse fatte da uomini di governo e magistrati, la vita e il clima degli istituti di pena,il dibattito e le obiezioni sul carcere duro,aggiunge elementi fondamentali alla questione del supposto cedimento delle istituzioni e dei rapporti tra mafia e politica

 

"Ricatto allo Stato" - di Sebastiano Ardita - Sperling & Kupfer - 2011 - Autore: Sebastiano Ardita (Catania,1966) è stato sostituto procuratore del Tribunale di Catania e componente della Direzione Distrettuale Antimafia. Dal 2002 è capo della Direzione Generale Detenuti e Trattamento del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. E’ rappresentante italiano nel board della Confèrence Permanente Europèenne de la Probation, l’istituzione europea che promuove le misure alternative al carcere. E’ autore di numerose pubblicazioni in materia di diritto penale,procedura penale e diritto penitenziario.