Fabio Brambilla Pisoni – www.agoravox.it
- 10.5.2011
Il Time ha dedicato un'intera pagina alle elezioni municipali
italiane dal cui titolo, "Fiddling while Rome burns" ("Perdere
tempo mentre Roma brucia"), già si comprende quale sia l'idea che l'autore
dell'articolo ha del nostro paese.
Infatti il breve saggio
di Stephan Faris inizia subito dicendoci qualcosa a proposito della
politica italiana e della più potente figura politica entrata in scena dopo gli
scandali di Silvio Berlusconi, ovvero il riccioluto e pomposo comico Beppe
Grillo. Faris prosegue poi con la descrizione di un paese travolto dagli
scandali e dalla corruzione dove le elezioni di ieri sarebbero state, a suo
avviso, un'importante banco di prova per le forze politiche del nostro paese,
precisando che "se i sondaggi sono corretti, i politici italiani
potrebbero ricevere la stessa lezione dei despoti della Primavera Araba".
Ovviamente anche il governo tecnico di Mario Monti è chiamato in causa. La
sua esistenza infatti è vista come la prova del fatto che la nostra democrazia
non sia in grado di produrre alternative migliori. Tra i politici più citati
nell'articolo, oltre Silvio Berlusconi, troviamo Pier Ferdinando Casini, il
quale sembra essere un utile esempio per descrivere una politica che da quasi
un ventennio vede sempre gli stessi nomi alla testa dei partiti. Casini infatti
iniziò la carriera politica nel 1980 entrando a far parte della Democrazia
Cristiana, per poi prendere una strada diversa nel 1993, quando la DC fu
travolta dagli scandali di mani pulite, dando vita ad un nuovo partito (CCD),
il quale ha cambiato nome diverse volte nel corso degli anni, fino all'attuale
denominazione come UDC, ma che ha sempre avuto lo stesso Casini in posizione di
leadership.
Di fronte a questo quadro drammatico l'autore dice ai politici italiani di
non meravigliarsi se gli elettori cercheranno anche una via come quella
proposta da Beppe Grillo pur di voltare pagina e consiglia loro di aprirsi al
cambiamento se vogliono che i partiti sopravvivano; piuttosto che arroccarsi in
una politica vecchio stile.
Intanto, mentre in Italia i vari Alfano, Casini, Bersani, per non parlare
di molti giornalisti, continuano ad indicare Grillo come l'espressione
dell'antipolitica, oltre confine non riescono ad individuare nella tradizionale
classe dirigente l'espressione di una politica autentica.