venerdì 11 maggio 2012

PERDERE TEMPO MENTRE ROMA BRUCIA

 


Fabio Brambilla Pisoni – www.agoravox.it - 10.5.2011

Il Time ha dedicato un'intera pagina alle elezioni municipali italiane dal cui titolo, "Fiddling while Rome burns" ("Perdere tempo mentre Roma brucia"), già si comprende quale sia l'idea che l'autore dell'articolo ha del nostro paese.
Infatti il breve saggio di Stephan Faris inizia subito dicendoci qualcosa a proposito della politica italiana e della più potente figura politica entrata in scena dopo gli scandali di Silvio Berlusconi, ovvero il riccioluto e pomposo comico Beppe Grillo. Faris prosegue poi con la descrizione di un paese travolto dagli scandali e dalla corruzione dove le elezioni di ieri sarebbero state, a suo avviso, un'importante banco di prova per le forze politiche del nostro paese, precisando che "se i sondaggi sono corretti, i politici italiani potrebbero ricevere la stessa lezione dei despoti della Primavera Araba".

Ovviamente anche il governo tecnico di Mario Monti è chiamato in causa. La sua esistenza infatti è vista come la prova del fatto che la nostra democrazia non sia in grado di produrre alternative migliori. Tra i politici più citati nell'articolo, oltre Silvio Berlusconi, troviamo Pier Ferdinando Casini, il quale sembra essere un utile esempio per descrivere una politica che da quasi un ventennio vede sempre gli stessi nomi alla testa dei partiti. Casini infatti iniziò la carriera politica nel 1980 entrando a far parte della Democrazia Cristiana, per poi prendere una strada diversa nel 1993, quando la DC fu travolta dagli scandali di mani pulite, dando vita ad un nuovo partito (CCD), il quale ha cambiato nome diverse volte nel corso degli anni, fino all'attuale denominazione come UDC, ma che ha sempre avuto lo stesso Casini in posizione di leadership.
Di fronte a questo quadro drammatico l'autore dice ai politici italiani di non meravigliarsi se gli elettori cercheranno anche una via come quella proposta da Beppe Grillo pur di voltare pagina e consiglia loro di aprirsi al cambiamento se vogliono che i partiti sopravvivano; piuttosto che arroccarsi in una politica vecchio stile.
Intanto, mentre in Italia i vari Alfano, Casini, Bersani, per non parlare di molti giornalisti, continuano ad indicare Grillo come l'espressione dell'antipolitica, oltre confine non riescono ad individuare nella tradizionale classe dirigente l'espressione di una politica autentica.