Lavoratrice si ribella e viene
licenziata. Tiziana, 35 anni e originaria della Sicilia, ha
chiesto maggiori diritti ed è stata messa alla porta. La struttura alberghiera
era già nel mirino delle autorità per sfruttamento del lavoro nero.
L'associazione Rumori sinistri: "Lo sfruttamento è un fenomeno molto grave
in questa zona e le istituzioni non fanno nulla per cambiare le cose"
David Marceddu - 25.7.2013 - Il Fatto quotidiano
Una laurea nel settore turistico, un fidanzato a
Rovigo, la famiglia lontana in Sicilia e un lavoro, precario, in
Riviera. La Romagna dei sogni si è trasformata in un incubo per Tiziana, la ragazza
di 33 anni siciliana che stanotte ha dovuto dormire in spiaggia dopo che la
sua datrice di lavoro, un’albergatrice di Riccione, l’ha cacciata lasciandola
senza un tetto in piena notte. Motivo? Si era ribellata a uno stipendio da
fame, 800 euro per quindici ore di lavoro, e alla decisione
dell’albergatrice di ridurglielo ulteriormente.
Giornate di lavoro a tappe forzate le sue: la mattina
a fare l’animazione per i bambini, i figli degli ospiti dell’hotel, sia in
spiaggia che in albergo. Poi portarli a spasso la sera, sia i piccoli che i
loro genitori, ignari di quanto guadagnasse quella loro animatrice preparata e
gentile, che conosce tre lingue. Ma non basta: la sera Tiziana doveva anche
badare al figlio dei padroni dell’hotel e metterlo a letto. “Proprio come baby
sitter era stata assunta”, spiega al fattoquotidiano.it Sandra Polini
dell’associazione Rumori sinistri, che in queste ore sta assistendo Tiziana. La
situazione è andata avanti così fino a mercoledì, quando la datrice di lavoro
ha detto che le avrebbe ridotto lo stipendio.
Se non le andava bene poteva andarsene. La ragazza non
ha accettato e poco dopo si è ritrovata la sua stanza in albergo sbarrata.
Se firmava la lettera di dimissioni volontarie avrebbe potuto dormirci per poi
andare via l’indomani, altrimenti l’uscita era servita. Un vero ricatto.
Tiziana allora ha chiamato i Carabinieri che, secondo la ricostruzione della
ragazza, hanno preso atto della situazione e l’hanno messa a verbale, ma non
hanno potuto fare molto altro. Trovatasi per strada, Tiziana ha dovuto
dormire in spiaggia, visto che la sua residenza è troppo lontana, tra
Ferrara e Rovigo e a quel punto erano le due di notte.
È a
questo punto che è entrata in gioco Rumori sinistri. “Avevamo già preso
contatto con lei nei giorni scorsi e voleva migliorare la sua situazione di
lavoro”, spiega Manila Ricci. Forse era stato proprio questo incontro a rendere
consapevole Tiziana dei propri diritti. Peraltro già
un mese fa, il 22 giugno, lo stesso albergo era stato oggetto di due visite
ispettive: la Guardia di finanza e la Direzione territoriale del lavoro avevano
trovato 11 lavoratori irregolari su 14, tra i quali anche un albanese
senza permesso di soggiorno e con delle false generalità riportate su una
patente rilasciata in Inghilterra. Tra i lavoratori in nero c’era anche
Tiziana, che aveva iniziato il 16 giugno, pochi giorni prima. Dopo i controlli
e le multe, il locale è rimasto comunque aperto. “A quel punto l’hanno assunta,
ma con un contratto da 15 ore alla settimana. In realtà le faceva in un
giorno”, spiega ancora Sandra Polini. “Era il primo anno che Tiziana
lavorava in Romagna. E in tanti anni di lavoro in giro per l’Italia non le
era mai capitata una cosa del genere”. Superata la notte, accompagnata da
Sandra, Tiziana è andata alla Direzione territoriale del Lavoro per denunciare
la situazione.
A ‘incastrare’ l’albergatrice a questo punto ci sono
non solo le parole di Tiziana e i precedenti di giugno. Forse anche altre lavoratrici
a questo punto potrebbero parlare: “Ci sono persone che prendono molto meno di
Tiziana. Donne, italiane, che non arrivano a 700 euro per le pulizie, in
quello stesso albergo”, spiega Sandra Polini. Ma attenzione a non pensare che
il caso di Tiziana sia isolato: “Lo sfruttamento è un fenomeno endemico qui a
Riccione in questa stagione e riguarda centinaia di strutture alberghiere”,
spiega Manila Ricci. Proprio in questi giorni lei e i ragazzi dell’associazione
(che fa parte della rete sindacale della ADL Cobas) hanno iniziato una campagna
che li porterà in giro per la Riviera a fare come da sportello mobile per tutti
i lavoratori stagionali sfruttati.