Negli
Stati Uniti vive il 5 per cento della popolazione mondiale ma le prigioni
americane ospitano circa un quarto dei detenuti di tutto il mondo. Un simile
sovraffollamento ha ovvie conseguenze anche sul piano economico: nel 2012 per
esempio gli Stati Uniti hanno speso per le carceri 80 miliardi di dollari
13 agosto 2013 su IL
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Lunedì il procuratore
generale degli Stati Uniti Eric Holder – più o meno il ministro della Giustizia
– ha
annunciato una riforma per ridurre il numero di persone detenute nelle
sovraffollate carceri federali, che permetterà anche di tagliare la spesa
pubblica che ne deriva.
In un discorso
all’incontro annuale dell’Ordine degli avvocati statunitensi a San Francisco,
Holder ha detto che d’ora in poi le persone che hanno commesso piccoli reati
legati alla droga e che non hanno legami con il crimine organizzato e il
narcotraffico non saranno più condannate a scontare «pene draconiane», che
saranno riservate ai criminali più pericolosi.
In particolare
Holder ha detto che in questi casi i procuratori non dovranno più applicare le
“minimum sentences“, cioè imporre pene pre-stabilite che non tengono
conto delle circostanze e che sono solitamente sproporzionate. «Troppi
americani vanno in troppe carceri per troppo tempo, e per nessuna buona ragione
legata all’applicazione della legge», ha aggiunto Holder.
Holder ha spiegato
la necessità di una riforma dicendo che le carceri statunitensi sono
sovraffollate in maniera preoccupante (si stima che abbiano superato del 40
per cento la loro capacità), che per lo Stato è estremamente costoso
mantenerle e che soprattuto pene molto severe per reati minori sono
controproducenti, non servono a garantire maggior sicurezza al paese e al
contrario favoriscono un «circolo vizioso di povertà, criminalità e carcere che
intrappola troppo americani e indebolisce troppe comunità». Holder ha
detto che «vista la quantità sproporzionata e non necessaria di persone
detenute, dobbiamo essere certi che il carcere sia usato per punire, per fare
da deterrente e per riabilitare, e non perché diventi un magazzino e un
dimenticatoio». D’ora in poi le pene più severe verranno applicate ai grossi
criminali mentre le persone che hanno commesso reati minori saranno sottoposte
a trattamenti disintossicanti e a svolgere servizi per la comunità.
La riforma prevede anche
una collaborazione tra il dipartimento della Giustizia e quello
dell’Istruzione, e una proposta per far uscire dalla prigione i detenuti più
anziani che non hanno commesso crimini violenti, che hanno scontato buona parte
della loro pena e che non rappresentano una minaccia per la società. Holder
ha
anche ricordato che le disparità del sistema carcerario colpiscono in modo
ingiusto i poveri e le minoranze: secondo un recente rapporto – definito «molto
preoccupante» – i detenuti maschi neri hanno ricevuto condanne quasi il 20
per cento più lunghe di quelle imposte ai maschi bianchi condannati per gli
stessi reati. «Non è soltanto inaccettabile: è vergognoso», ha commentato
Holder.
Holder ha spiegato
che il sovraffollamento delle carceri americane è legato soprattutto all’inasprimento
delle pene legate alla guerra alla droga degli anni Ottanta, quando reati
minori come il possesso di droga iniziarono a essere perseguiti molto
duramente. Per dare un’idea, la legge “Anti-Drug Abuse Act” del 1986 stabilì
che una persona arrestata per possesso di 500 grammi di cocaina venisse
condannata a cinque anni di carcere senza poter uscire prima per buona
condotta.
La popolazione
carceraria complessiva degli Stati Uniti è aumentata di un terzo dal 1980,
quella federale dell’800 per cento: più di 129 mila persone sono detenute in
carceri federali e metà di loro per reati legati alla droga. Negli Stati
Uniti vive il 5 per cento della popolazione mondiale ma le prigioni americane
ospitano circa un quarto dei detenuti di tutto il mondo. Un simile
sovraffollamento ha ovvie conseguenze anche sul piano economico: nel 2012 per
esempio gli Stati Uniti hanno speso per le carceri 80 miliardi di dollari. Per
questo motivo le proposte di Holder sono sostenute anche dai repubblicani, che
puntano a una diminuzione della spesa pubblica. Holder ha infatti segnalato
alcune iniziative statali da prendere a modello per una riforma significativa
delle carceri nazionali, molte delle quali applicate in stati governati da
repubblicani. In Kentucky, per esempio, una nuova legge ha stabilito che sarà
incarcerato solo chi ha commesso reati gravi, mentre altre risorse saranno
investite in pene alternative e per aumentare la sorveglianza delle città.
L’obiettivo è ridurre la popolazione carceraria di oltre 3000 persone nei
prossimi dieci anni, risparmiando più di 400 milioni di dollari. In Texas sono
stati investiti soldi per aiutare i drogati a disintossicarsi ed è stata estesa
la possibilità di ottenere la libertà vigilata per chi ha compiuto piccoli
reati: in questo modo nel 2012 si è ridotta la popolazione carceraria di 5000
persone. Simili norme hanno portato nel 2012 a una diminuzione di oltre 1400
detenuti in Arkansas.