Lo stupro è un crimine
senza bandiere e in ogni Stato ha una valenza penale diversa. Questo breve
viaggio negli ordinamenti dei vari paesi europei ci consente di capire che per
la donna la dignità e il rispetto sono obiettivi culturali ancora tutti da
conquistare, se è vero che 89 Paesi al mondo, sui 192 facenti parte dell’ONU,
non puniscono questo reato. Ma quello dei romeni è solo un luogo comune.
Forse per evitare
una paralisi delle carceri rumene e allontanare intuibili proposte da parte dei
nostri organi di governo, il Ministro degli esteri di quel Paese, Diaconescu,
ha precisato che un Accordo con l’Italia prevede il rimpatrio dei suoi concittadini,
per scontare la pena in Romania, solo se sono stati condannati in via
definitiva.
Se i processi da noi
avessero un iter più celere non sarebbero poi così pochi i romeni da spedire in
quei carceri. Il 16% dei reati commessi da stranieri porta la firma di un
romeno. Al 30 giugno 2008 su 20617 detenuti stranieri in carcere, i romeni
erano 2828. Nel 2007 a Roma su 3577 stranieri arrestati i rumeni erano 2.689.
Il binomio stupro=romeno riempie la terribile cronaca di questi ultimi tempi e
allora, prima di rassegnarmi all’idea che solo i romeni stuprano, ho dato per
curiosità uno sguardo al rapporto ONU 2006 sulla violenza per apprendere, con
sorpresa, che in 89 dei 192 Stati membri la violenza sessuale non è punita e
anche lì dov’è reato non è detto che si riesca a condannare chi l’ha commesso.
Uno dei posti al mondo dove la donna è più rispettata e questo reato è meno
frequente è l’Indonesia, anche se la religione islamica lascia immaginare una
totale soggezione della donna (gli stupri li fanno i loro soldati in guerra,
per sfregio o per torturare il nemico) e il Giappone, dove addirittura nella
metropolitana, per evitare il fenomeno del palpeggiamento, esistono vagoni
“Women only”, solo per donne.
Non è possibile, per
problemi di spazio, fare il giro del mondo ma può essere utile guardare cosa
succede oltre i confini più vicini a casa nostra, tenendo presente che in
Italia l’art.609 bis del codice penale punisce la violenza sessuale con una
pena da 5 a 10 anni che diventa da 6 a 12 in presenza di aggravanti, quale ad
esempio quella commessa su minore dei 14 anni.
ROMANIA
Secondo uno studio
citato nel rapporto ONU, la Romania resta tra i Paesi europei quello con
l’indice più alto di violenza alle donne, con 2226 casi nel 2003 e 2198 nel
2004. La mentalità dell’uomo romeno – salvo che nelle grandi città - non è
cambiata molto e quindi in certi ambienti caratterizzati da povertà,
promiscuità, disoccupazione, consumo esagerato di alcol o stupefacenti “la
donna è vista come la proprietà assoluta del capofamiglia”.
Ogni anno in
Romania, soprattutto in campagna, migliaia di donne anziane o minorenni sono
stuprate e percosse. La violenza in famiglia è molto diffusa ma le mogli
soffrono in silenzio e quelle che osano chiedere il divorzio sono minacciate di
morte, tanto che il più delle volte la polizia è chiamata dai vicini di casa e
non dalle dirette interessate.
Il Codice penale
romeno, che dopo la caduta di Ceasescu ha abolito l’ergastolo, punisce lo
stupro con la reclusione da 3 a 10 anni e, se sussistono le aggravanti, lo
stupratore può stare dietro le sbarre anche 20 o 25 anni.
ALBANIA
In alcune zone
dell’Albania le tradizioni ancora legittimano la subordinazione della donna
all'uomo. La violenza familiare, subìta mediamente da una donna su tre da
mariti e partner, “è considerata normale e tollerata da istituzioni, polizia e
apparato giudiziario” .
In questi territori
vige ancora la legge del Kanun, un codice creato intorno al 1400 e trasmesso
per secoli, oralmente, di generazioni in generazioni. Si tratta di una vera e
propria raccolta delle tradizioni giuridiche e degli usi albanesi di cui
determinati strati sociali non riescono a liberarsi.
La legge del Kanun
legittima la vendetta e quando una famiglia subisce un omicidio si deve
vendicare su tutti i familiari dell’altra famiglia entro le prime 24 ore.
Secondo un articolo
di questo codice, il marito ha diritto di consigliare e correggere la moglie e,
quando disprezza le sue parole e i suoi ordini, può bastonarla e legarla. Se una
donna è stuprata davanti alla famiglia “deve suicidarsi per evitare che il
disonore ricada sui consanguinei”.
FRANCIA
In Francia lo stupro
è punito con 15 anni di carcere che diventano 20 se lo stupratore è un parente
o una persona che abusa della sua autorità sulla vittima. Dal 1990 è
riconosciuto anche lo stupro coniugale, intendendosi per stupro “qualsiasi atto
di penetrazione sessuale, di qualunque natura esso sia, commesso sulla persona
attraverso la violenza, l’obbligazione, la minaccia o la sorpresa”.
Anche in questo
Paese i dati sono allarmanti con 14.000 casi di stupro nel 2005, di cui molti
avvenuti nei quartieri periferici, le banlieue, dove si assiste con sempre
maggior frequenza al fenomeno degli stupri collettivi.
BELGIO
In Belgio il reato
di stupro è stato riconosciuto solo nel 1989 e prevede una pena fino a 20 anni
di carcere. Secondo il citato rapporto ONU, sono denunciati in media
sette casi di violenza al giorno di cui il 50 per cento riguarda donne di oltre
18 anni. Quelli conosciuti, secondo gli addetti ai lavori, sarebbero un terzo
di quelli effettivamente consumati. In sede processuale solo una percentuale di
circa il 40% arriva a una condanna. Tre volte su quattro lo stupro è commesso
da persone conosciute e il colpevole va ricercato nell’ambito familiare
allargato o sul luogo di lavoro, senza distinzione di ceto o di razza.
GERMANIA
Ogni giorno vengono
violentate più di una ventina di donne. Nel 2005 ci sono stati 8.133 stupri,
6.519 violenze sessuali su donne tra i 20 e i 60 anni e 13.962 su bambini.
E questo in un posto
dove solo uno su 20 di questi reati è denunziato. Il 33,4 per cento degli
stupratori stranieri è di origine turca. Seguono i serbi e gli italiani.
Le pene vanno da 1 a
10 anni con un minimo di 5 se la violenza è stata commessa con armi. E’
considerata naturalmente aggravante la violenza di gruppo.
GRAN BRETAGNA
Secondo le
statistiche del Ministero degli Interni inglese, le donne stuprate nel
2004-2005 sono state 13.322 cui si aggiungono 19.000 episodi di molestie
sessuali. La maggioranza delle donne comunque non presenta la denunzia e due
terzi di quelle che lo fanno la ritirano prima di arrivare in tribunale. Forse
anche per questo il 94 per cento dei colpevoli resta libero. L’archiviazione è
ricorrente se risulta che la vittima e il colpevole già si conoscevano.
RUSSIA
Secondo i dati
riportati nel rapporto, il 40% delle donne sposate è soggetta a violenza fisica
da parte di mariti ubriachi ma non arrivano al 10% quelle che li denunziano
perché è necessario non solo riempire dei questionari dalla polizia ma anche
andare in ospedale per farsi fare la certificazione medica.
Nella maggioranza
dei casi “i mariti che violentano o picchiano la propria moglie non vanno
incontro ad alcun tipo di persecuzione da parte della legge."Uno dei
motivi è che la legge russa non riconosce la violenza domestica come un crimine
distinto”.
I mariti non sono considerati
colpevoli e la polizia liquida le denunce come “affari interni alla coppia”.
E questo in un Paese
dove già dal giorno prima dell’8 marzo, Festa della Donna, non si trova più una
rosa neanche a pagarla a peso d’oro perché le donne quel giorno, semel in anno,
sono sommerse di fiori.
SVIZZERA
La Svizzera ha la
normativa antistupro più severa d’Europa ed è previsto l’ergastolo per
“criminali sessuomani o violenti, particolarmente pericolosi e refrattari alla
terapia”.
Dal 2004 la violenza
sessuale domestica, all’interno della coppia legalmente riconosciuta o di
fatto, eterosessuale o omosessuale, è perseguibile d’ufficio, e non solo in
seguito a querela da parte della vittima. Questa può abbandonare il tetto
coniugale in caso di pericolo così come la Polizia può allontanare da casa il
marito per almeno 30 giorni. Nonostante tale severità nel 2005 ci sono stati
646 stupri.
POLONIA
Fino a 10 anni fa lo
stupro era considerato un reato secondario, un crimine contro la moralità e
addirittura in qualche processo si era valutato se “l’atteggiamento
provocatorio delle vittime” avesse influito sul comportamento del colpevole.
Con l’ingresso in
Europa, Varsavia è stata invitata a rivedere la normativa e la pena è stata
portata a 12 anni. Nel 2005 ci sono stati comunque 1987 casi di stupro,
considerati dagli osservatori dieci volte inferiori a quello reale.
Terminiamo qui il giro per costatare che la violenza sulle donne è un fenomeno
connesso alla bestialità dell’uomo, l’uomo senza confine perché il crimine non
ha bandiere. Sapere che 89 Paesi al mondo sui 192 facenti parte dell’ONU non
puniscono questo reato ci dice che per la donna la dignità e il rispetto sono
obiettivi culturali ancora tutti da conquistare.