sabato 24 agosto 2013

BRACCIALETTO ELETTRONICO PER DETENUTI, A TORINO



Il braccialetto elettronico sarà collegato con una centrale operativa 24 ore su 24. Impossibile eludere la sorveglianza. Introdotto più di 10 anni fa come strumento per ridurre l’affollamento delle prigioni è rimasto finora inutilizzato: due detenuti delle Vallette lo stanno già sperimentando. A fronte di una disponibilità di 2000 braccialetti elettronici, sono meno di dieci i detenuti in Italia che lo stanno utilizzando.
 
Massimiliano Peggio, Stampa.it, 20.7.2013



Sorvegliati a distanza. Diventa operativo a Torino il braccialetto elettronico per carcerati, collegato alle forze dell’ordine come un normale telefono cellulare. Il primo detenuto delle Vallette a lasciare la prigione è stato un giovane nigeriano di 21 anni che giovedì scorso, dopo circa sei mesi di custodia cautelare in carcere, è tornato a casa in Barriera di Milano con il «guinzaglio» di microchip alla caviglia.  

Inserito più di dieci anni fa nel codice di procedura penale come strumento alternativo per ridurre l’affollamento delle prigioni nella fase di carcerazione preventiva, il braccialetto elettronico è finito nel dimenticatoio, intrappolato in una norma priva di applicazione. Venerdì scorso un altro detenuto, un francese di origini nordafricane, arrestato per spaccio di droga, ha lasciato il carcere accettando di essere sorvegliato a distanza. Affidato ai carabinieri di Moncalieri, non potrà allontanarsi dall’area di «prigionia virtuale». 

A dare impulso al progetto è stata la sezione dei giudici per le indagini preliminari del tribunale di Torino, grazie all’intraprendenza del gip Alessandra Bassi, che ha voluto seguire la strada traccia da un collega romano che di recente ha avviato la sperimentazione. «Per quanto ne so - spiega il giudice - a fronte di una disponibilità di 2000 braccialetti elettronici, sono meno di dieci i detenuti in Italia che lo stanno utilizzando. Due qui a Torino». Entrambi i provvedimenti portano la sua firma.  
Per rendere concreto l’uso del braccialetto, la sezione gip ha siglato una convenzione con polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia penitenziaria e Telecom, incaricata di attivare lo strumento e il servizio di controllo a distanza. «Dopo una lunga riflessione collettiva - dice Francesco Gianfrotta, presidente della sezione gip - sono state redatte delle precise modalità operative, sulle base delle quali dovranno essere adottate le ordinanze per la concessione del braccialetto». 

Le regole  
Sarà adottato «unicamente nei confronti di soggetti già ristretti in carcere». Come stabilisce la legge, l’applicazione della misura alternativa «dovrà essere preceduta dal consenso dell’interessato». Il controllo a distanza, in linea di principio, sarà affidato alla forza di polizia che ha effettuato l’arresto. Prima di avviare la procedura, le forze dell’ordine dovranno verificare con sollecitudine «l’idoneità del luogo dove si svolgerà la misura». Inoltre il giudice «disporrà l’esecuzione dell’ordinanza di applicazione del braccialetto entro il quarto giorno dalla data del deposito».  
L’indagato avrà sempre «il divieto di allontanarsi dal luogo degli arresti domiciliari se non dietro autorizzazione». Il braccialetto sarà collegato con una centrale operativa 24 ore su 24. Impossibile eludere la sorveglianza. In compenso, col braccialetto elettronico si potrà tranquillamente fare il bagno.