Panorama di Telese Terme |
Aldo
Maturo - 16 giugno 2012 - su
Diocesi di Telese e
Cerreto Sannita. Quante volte ci siamo chiesti per quale motivo la sede
vescovile, e tutto il comprensorio diocesano, ha questo doppio nome? La
curiosità mi ha spinto ad una ricerca storica sulle origini della diocesi e
quello che segue è il frutto di questo studio, che pongo all’attenzione del
lettore con molta umiltà, ben consapevole della difficoltà di racchiudere in
poche righe una storia millenaria e comunque disponibile a corredare i
risultati con le integrazioni di quanti vogliano offrire ulteriori elementi di
supporto.
Per gli
storici è’ stato difficile risalire ai primordi del cristianesimo nel nostro
territorio. Mons.Iannacchino, in “Storia di Telesia” (ediz.1900) dice che in
nessun modo è riuscito a precisare il tempo in cui il cristianesimo e con esso
la civiltà del Vangelo entrò in Telese.
Si rifà però a dati certi e ricorda che fin
dai tempi apostolici Benevento era cristianizzata tanto da avere i suoi martiri
(S.Gennaro ed altri) e che sotto Papa Silvestri I (314 d.C.) era istituita la
sacra gerarchia in Alife e Boiano. Possibile, dice, che poteva essere
diversamente per Telese?
Cattedrale di Cerreto Sannita |
Non ci sono
documenti ma ciò è dovuto alle distruzioni degli archivi, andati persi
parzialmente a seguito di “aspre guerre, paurosi terremoti e barbariche
invasioni”. A suo parere nel IV secolo Telese aveva la sua gerarchia
sacerdotale e la sua Cattedrale Vescovile. Iannacchino non è mai riuscito a
trovare tracce di Chiesa cattedrale o di episcopio, benché già i Vescovi del
tempo si chiamassero Telesini. A suo parere episcopio e cattedrale non sorsero
tra le mura di Telese Vetere ma fuori di esse.
Lo scrittore Ughelli, monaco cistercense (1595-1670) autore di una poderosa
opera di 10 volumi sulla storia dei Vescovi, aveva scritto “cattedralis
Ecclesiae titolata S.Crucis, veteris structurae extra moenia civitatis ad 500
passus sita est..”. Praticamente la cattedrale Santa Croce era situata a 500
passi fuori le mura,collocazione questa anomala per una sede vescovile, da
sempre situata al centro degli abitati urbani.
Il primo vescovo di cui si abbia menzione fu Florenzio Telesino, il cui nome
compare tra i 43 vescovi che parteciparono al Concilio II Romano indetto il 19
settembre dell’anno 465 da Papa Ilario. E’ grazie al successivo Concilio III,
indetto da Papa Felice III nel 487, che troviamo il nominativo del secondo capo
della curia telesina. Tra i Padri partecipanti era citato,infatti,Agnello
Telesino, Vescovo di Telese.
Negli anni successivi le invasioni dei barbari crearono guerre, saccheggi,
distruzioni. Furono incediate le chiese e distrutti i monasteri e diverse
città, tra cui Telese, restarono senza titolari per un tempo storicamente
indefinito.
Invero la successione dei Vescovi presenta molte lacune, per una serie di
ragioni imputabili non solo alle già citate invasioni e saccheggi dei barbari
subìte da Telese ma anche ai terremoti che colpirono la zona. Non ultimo,
il fatto che l’archivio diocesano fu semidistrutto prima di essere trasferito a
Cerreto.
Nel
1075 l’Arcivescovo di Benevento, Milone,indisse un Concilio Provinciale cui
parteciò Mons.Gilberto,Vescovo di Telese.
Ancor prima, verso la fine del IX secolo, era vissuto un altro importante
vescovo telesino, Mons.Palerio, poi portato agli onori degli altari con il nome
di San Palerio.
Nel 1712, infatti, alcuni muratori di S.Martino Valle Caudina, per costruire
una casa di campagna, pensarono di utilizzare le macerie di una vicina chiesa
distrutta dal tempo e dall’incuria degli uomini. Nel farlo, sotto l’altare,
trovarono una lapide scritta in latino che, tradotta, diceva “Quì riposa il
corpo di S.Palerio,Vescovo Telesino, insieme a S. Equizio. Anno del Signore
1164”. Le sacre reliquie furono recuperate, onorate e riseppellite, per
ordine del Cardinale Orsini,vescovo di Benevento, sotto la chiesa parrocchiale
di S.Martino Valle Caudina mentre il Vescovo di Telese, Mons. Lupoli, fece
scolpire le statue dei due santi che furono collocate nel Duomo di Cerreto.
Comunque, a parte poche eccezioni, i Vescovi, quando ci furono, pare si
susseguissero con una frequenza notevole, tanto da non superare i “cinque
lustri” di ministero. I motivi sarebbero da ricercare nei continui terremoti e
nel “cattivo odore” delle acque minerali che avevano preso a sgorgare presso il
Monte Pugliano, odore che “impessimiva l’aria”, tanto che dopo il 1349 tutta la
pianura divenne una palude satura di miasmi pestilenziali che spinsero la gente
a migrare verso altre zone.
Certamente tra i più famosi ci fu Angelo Massarello, nato a S.Severino Marche,
considerato uno dei più esimi latinisti del suo tempo. Per le sua preparazione
culturale gli fu affidato prima l’incarico di Segretario del Concilio di Trento
e quindi la massima carica del Vaticano,quella di Segretario di Stato. Nel 1557
Papa Paolo IV lo nominò Vescovo di Telese ma dopo pochi anni lasciò l’incarico
per riassumere a tempo pieno quella di Segretario di Stato, carica che conservò
fino alla sua morte avvenuta in Roma a soli 56 anni.
Per molti anni la sede vescovile si spostò tra Telese, Faicchio, Guardia
Sanframondi e Cerreto.
Fu Mons.Cattaneo, nominato Vescovo il 15 ottobre 1577 da Papa Gregorio XIII (il
padre del calendario gregoriano), a spostare le reliquie del vescovado da
Telese a Cerreto, non imitato però dal successore,che invero preferì insediarsi
a Faicchio. Nel 1587 divenne Vescovo Mons.Cesare Bellocchi, di Fano, che
riportò la sede a Cerreto, dove prese in affitto una casa per fondarvi il
Seminario. La sede vescovile comunque continuò nei secoli a variare in
base alle esigenze dei Vescovi, dei terremoti, delle guerre.
Con il Concordato del 1818 tra Pio VII e Re Ferdinando I, si stabilì che
la curia vescovile di Alife, alla morte di quel vescovo, sarebbe stata
unificata a quella di Telese, cosa che avvenne nel 1822, al verificarsi
dell’evento. La querelle sul nome da attribuire alla Diocesi, cioè Alife-Telese
o Telese-Alife, fu sciolta dal vescovo Mons.Longobardi, che scelse di risiedere
in Alife.
Grazie ad
un’alluvione del 1851, quello che fece sprofondare il Ponte Maria Cristina, Re
Ferdinando II visitò i luoghi della Valle Telesina disastrati dalle acque. Con
l’occasione, durante la visita a Cerreto, gli fu fatto notare che la sede era
“vacante” perchè il Vescovo risiedeva ad Alife. Fu perorata la causa della sede
vescovile di Cerreto e il Re se ne fece portavoce con il
Vaticano.
Con la Bolla papale del 6.7.1852 fu riaffermata la separazione delle due sedi
vescovili e si rese necessario nominare il vescovo della nuova sede, sede
che, su disposizione della stessa Bolla pontificia, fu decretato doversi
chiamare “…Thelesinae sedi Cerretana quoque…”,Telesina ma anche Cerretana. Fu
stabilito inoltre che la Cattedra vescovile venisse definitivamente trasferita
a Cerreto, dove fu nominato vescovo Mons.Luigi Sodo, che raggiunse la
sede con il fratello Giovanni, anch’egli sacerdote.
Mons.Luigi Sodo |
Fu Luigi Sodo ad
imprimere una svolta prestigiosa alla curia, restaurando il palazzo
vescovile ed il seminario, fino a farlo diventare in quel tempo uno dei più
grandi e funzionali d’Italia. Morì il 30.7.1895 e la sua opera è rimasta
incomparabile nella storia della Diocesi che, con il doppio nome, ha conservato
la sua denominazione per oltre 150 anni.
Con decreto del 30
settembre 1986 la Congregazione per i Vescovi ha stabilito la piena unione
delle Diocesi di Telese-Cerreto e di Sant’Agata de’ Goti con la nuova
denominazione di “Diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’
Goti”,
(da Fotogrammi di
memoria, Aldo Maturo, ediz.Nous 2013)