Si trova in Colorado e ci vanno a finire i
detenuti considerati più pericolosi, tra terroristi e spie: tutti in isolamento
23 ore al giorno. L’ADX Florence, il massimo livello possibile dei penitenziari
americani, ha ricevuto negli anni numerose accuse ed è attualmente al centro di
quella che il New York Times descrive come la più grande
causa legale contro lo United States Bureau of
Prisons (l’ente che dal 1930 gestisce le carceri degli Stati Uniti). È un luogo
che non è fatto per l’umanità. È come l’inferno, solamente più pulito.
L’ADX Florence è un
carcere maschile di massima sicurezza degli Stati Uniti: è il carcere americano
considerato più sicuro, quello dove vengono detenute le persone ritenute più
pericolose in assoluto. Si trova nelle Montagne Rocciose – a Florence, in
Colorado – e al momento vi sono detenute 417 persone: tutte in celle di
isolamento.
Dell’ADX
Florence (ADX sta per Administrative Maximum Facility) ne ha scritto
anche l’Economist in un articolo intitolato “La prigione dei terroristi”. Tra i detenuti
dell’ADX Florence ci sono, tra gli altri: Theodore Kaczynski,
l’Unabomber americano condannato a otto ergastoli; Eric Rudolph, membro di un
gruppo estremista cristiano che nel 1996 fece un attentato alle Olimpiadi di
Atlanta; Terry Nichols, uno dei responsabili dell’attentato di Oklahoma City in cui nel 1995
morirono 168 persone.
Tra i 417 detenuti
dell’ADX Florence ci sono anche dei terroristi internazionali, molti dei quali
sono membri di Al Qaeda: il più conosciuto è Zakariya Musawi, che ebbe
un’importante parte negli attentati dell’11 settembre 2001. Dell’ADX Florence
si è parlato molto nelle ultime settimane perché è proprio lì che sarebbe
probabilmente stato incarcerato Dzhokar Tsarnaev, l’attentatore della maratona di Boston, se non fosse stato invece condannato a morte il 15 maggio 2015.
L’ADX Florence –
conosciuto anche come “l’Alcatraz delle Montagne Rocciose” – è stato
aperto nel 1994 e rappresenta – scrive il New York Times – «il punto più
alto di un particolare approccio del sistema penale degli Stati Uniti, in base
al quale degli astratti sogni di riabilitazione sono stati completamente sostituiti
dall’architettura del controllo».
Nel più sicuro
carcere degli Stati Uniti tutti i detenuti passano 23 ore al giorno da soli in
celle di isolamento grandi poco più di sei metri quadrati. Nel 2009 Robert Hood
– direttore della prigione dal 2002 al 2005 – ha
detto a 60 Minutes – uno dei più famosi programmi televisivi degli
Stati Uniti – che quel luogo “non è fatto per l’umanità”, aggiungendo che l’ADX
Florence è “come l’inferno, solamente più pulito”. Mahmud Abouhalima, uno
dei terroristi che partecipò all’attentato del 1993 al World Trade Center ha descritto la sua vita all’ADX Florence:
"Passo i
giorni seduto in una stanza in cui non ho più di tre metri per camminare,
questo piccolo buco è diventato tutto il mio mondo, la mia sala da pranzo, il
luogo in cui leggo, scrivo, dormo, cammino. Il luogo in cui urinare e defecare.
Praticamente vivo in un bagno, e questo concetto mi tormenta da dieci
anni."
All’ADX Florence le
finestre delle celle sono larghe pochi centimetri e sono appositamente studiate
per impedire ai prigionieri di capire in quale zona del carcere si trovano. La
maggior parte delle celle ha una televisione, ma i programmi e i canali
disponibili sono filtrati. I detenuti possono anche richiedere dei libri, ma
anche in questo case le letture sono controllate e i libri a disposizione
accuratamente selezionati. I pasti sono consegnati ai detenuti attraverso una
fessura nella porta: «Sono nutrito come un animale in uno zoo», ha
detto Abouhalima. Un ex dipendente dell’ADX Florence ha detto a 60
Minutes che “i rapporti dei detenuti con l’esterno – come per esempio
visite o anche solo telefonate – sono praticamente assenti”. Nell’unica ora al
giorno in cui i detenuti escono dalle loro celle le opzioni sono due, spiega il New York Times: o passano quell’ora in una
piccola “palestra” (una cella senza finestra con un solo attrezzo, una barra
per le trazioni) oppure vengono portati nel cortile della prigione, dove però
ogni detenuto resta chiuso in una cella individuale.
L’ADX Florence ha
ricevuto negli anni numerose accuse ed è attualmente al centro di quella che il
New York Times descrive come la più grande causa legale contro lo United
States Bureau of Prisons (l’ente che dal 1930 gestisce le carceri degli Stati
Uniti). Nel 2008 un detenuto dell’ADX Florence, David Shelby (poi
trasferito in un’altra struttura), disse di aver sentito la voce di Dio che gli
ordinava di mangiarsi un dito. Shelby si amputò il mignolo sinistro, lo taglio a
pezzettini, aggiunse i pezzi del suo dito amputato a una zuppa di ramen e li
mangiò. Il New York Times descrive invece cosa fece nel 2001 un altro detenuto,
Jake Powers (anche lui non più all’ADX Florence), un rapinatore di banche
finito all’ADX dopo essere evaso dalla precedente prigione in cui si trovava.
Powers perse la testa. Si
tagliò i lobi delle orecchie, si strappò un dito, si “affettò” il tendine
d’Achille, si infilò delle graffette in faccia e in fronte, ingoiò un
dentifricio e cercò di tagliarsi l’addome per recuperare il dentifricio; dopo
essersi fatto un buco in fronte si iniettò nelle cavità del cervello quello che
riteneva essere una “considerevole dose di fluido ad alto contenuto di
batteri”. Nel 2005 Powers si aprì invece lo scroto e rimosse un testicolo.
Negli Stati Uniti sono in
molti a credere che – nonostante la pericolosità dei detenuti e la gravità dei
loro reati – le misure dell’ADX Florence siano eccessive.
BusinessInsider spiega per esempio che negli ultimi 15 anni Amnesty
International ha potuto visitare la prigione solo due volte, e sempre
BusinessInsider mostra le fotografie scattate durante la prima visita nel
2001. Anche Robert Hood, recentemente intervistato dal New York Times, ha detto
di pensare che le misure dell’ADX Florence siano eccessive, soprattutto per
alcuni dei suoi 417 detenuti. Nel motivare la sua opinione, Hood cita due detenuti del carcere di Florence:
Salvatore Gravano (conosciuto come “Sammy il Toro”), mafioso e
narcotrafficante, e Robert Hanssen, ex agente dell’FBI condannato per aver
fornito materiale secretato prima all’URSS e poi alla Russia.
Non tutti i detenuti
dell’ADX devono per forza stare in una prigione di quel tipo. Io ridurrei il
numero di persone carcerate all’ADX. Non saprei dire di quanto, ma di sicuro
c’è una parte di quei detenuti che non dovrebbero essere tenuti in isolamento
23 ore al giorno. Ai cittadini potrà non fare piacere, ma a me non importerebbe
se Sammy il Toro e Robert Hanseen potessero stare nel cortile di una prigione a
giocare a ping-pong.
La decisione di costruire
l’ADX Florence fu presa, scrive il Guardian, proprio dopo che negli Stati
Uniti vennero uccise delle guardie penitenziarie che lavoravano in
alcune carceri di massima sicurezza. A far decidere la costruzione
dell’ADX Florence furono soprattutto due incidenti avvenuti il 22 ottobre 1983 nel carcere di massima sicurezza
di Marion, in Illinois: incidenti in cui due guardie carcerarie furono
accoltellate e uccise – lo stesso giorno ma in situazioni diverse – da due
detenuti.
Aperto 11 anni dopo le
morti del 1983, l’ADX Florence è oggi classificato come “Supermax”, il massimo livello possibile per un
penitenziario americano: un tipo di carcere appositamente pensato e costruito
per i detenuti più pericolosi, che devono scontare pene a lungo termine e che
sono destinati all’isolamento. Il perimetro dell’ADX Florence è circondato da
un filo spinato, al suo interno ha un alto numero – non esistono dati
ufficiali su quanti esattamente siano – di videocamere di sicurezza e sensori
di movimento, e quasi 1.500 porte d’acciaio, tutte controllate a distanza.
Nonostante le misure di sicurezza e il quasi totale isolamento anche all’ADX di
Florence c’è stato, nel settembre del 2013, il ferimento – comunque non
grave – di tre guardie penitenziarie. Dal 1994 a oggi nessun detenuto dell’ADX
di Florence è però mai riuscito a evadere.
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Le foto del carcere di
Florence sono tratte da Internet