Dal 3 dicembre 2017 è
cambiato il testo del Padre Nostro per i cattolici francesi: a Messa non
si dirà più: «Et ne nous soumets pas à la tentation» - l’equivalente
dell’italiano «Non ci indurre in tentazione» - ma «Et ne nous laisse pas entrer
en tentation», cioè «Non lasciarci entrare nella tentazione».
Papa Francesco non ha
dubbi: "Il 'Padre Nostro' è sbagliato, Dio non induce in tentazione.
Casomai, è Satana".
Huffpost 5.12.2017
È
la più conosciuta e diffusa delle preghiere cristiane, quella che, secondo il
Vangelo di Luca (11,1), fu insegnata da Gesù stesso ai suoi discepoli che gli
chiedevano come dovessero pregare. Eppure, a duemila anni di distanza, la sua
versione è ancora controversa. E ora a dirlo è persino il Papa in persona.
Nella
preghiera del "Padre nostro" Dio che ci induce in tentazione
"non è una buona traduzione", afferma infatti Papa Francesco nella settima puntata del programma
"Padre nostro", condotto da don Marco Pozza, in onda su
Tv2000 il 6 dicembre, alle ore 21.05. "Anche i francesi - prosegue il
Pontefice - hanno cambiato il testo con una traduzione che dice 'non mi lasci
cadere nella tentazione': sono io a cadere, non è lui che mi butta nella
tentazione per poi vedere come sono caduto. Un padre non fa questo, un padre
aiuta ad alzarsi subito". "Quello che ti induce in tentazione -
conclude Francesco - è Satana, quello è l'ufficio di Satana".
Il
Papa dialoga con il giovane cappellano del carcere di Padova, don Marco Pozza, nell'introduzione di ogni
puntata. Il programma, nato dalla collaborazione tra la Segreteria vaticana per
la Comunicazione e Tv2000, è in nove puntate, nelle quali don Marco incontra
anche noti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Nella settima
puntata, ospite il filosofo Umberto Galimberti, secondo cui "l'ottimismo
del cristianesimo non esiste in altre culture". Dalle risposte del Papa a
don Marco è nato anche il libro Padre nostro (Rizzoli-Lev).
Della
controversia sulla preghiera più nota del cristianesimo si è parlato in queste
settimane quando in Francia si è detto appunto addio al vecchio "Padre
Nostro". Dopo anni di discussioni sulla giusta traduzione, la nuova versione francese non include più il
passaggio "ne nous soumets pas à la tentation" - 'non sottometterci
alla tentazione' -, che è stato sostituito con una versione ritenuta più
corretta: "Ne nous laisse pas entrer en tentation", 'non lasciarci
entrare in tentazione'.
Secondo
quanto ha scritto Le Figaro, la prima formula - "non
sottometterci" - ha fatto credere a generazioni di fedeli che Dio potesse
tendere in qualche modo una sorta di tranello, chiedendo loro di compiere il
bene, li "sottometteva" alla tentazione del male. "La frase
attuale lasciava supporre che Dio volesse tentare l'essere umano mentre Dio
vuole che l'uomo sia un essere libero", ha commentato il vescovo di
Grenoble, monsignor Guy de Kerimel, citato dal giornale.
Dopo
mezzo secolo - la controversa versione venne introdotta il 29 dicembre 1965 -
la Conferenza episcopale transalpina ha quindi optato per la nuova traduzione
del "Notre Père". Per aiutare i fedeli a memorizzarla, la nuova
preghiera è stata distribuita in decine di migliaia di copie nelle chiese di
Francia. Il cambio ufficiale è avvenuto domenica 3 dicembre.
Per
la verità, anche in Italia, nella versione della Bibbia della Cei (2008), il
passo "et ne nos inducas in tentationem" è tradotto con "e non
abbandonarci alla tentazione"; l'edizione del Messale Romano in lingua
italiana attualmente in uso (1983) non recepisce tuttavia questo cambiamento.
Ora però è il Papa a sostenere pubblicamente che si dovrebbe cambiare.