Le malattie hanno a che fare con le "scelte" degli
uomini. Il cancro non può essere etichettato a Dio.
Veronesi |
Zichichi |
Gelsomino Del Guercio/Aleteia
5 gennaio 2016
La relazione tra l’esistenza
del cancro e Dio. Un dibattito acceso dall’oncologo
Umberto Veronesi, nel suo ultimo libro, dove afferma che il
cancro è la prova
dell’inesistenza di Dio.
Una querelle che scuote, agita intellettuali, medici, scienziati.
A Veronesi replica
Antonino Zichichi che in un’intervista a Il Giornale (18 novembre
2014) dichiara che «la scienza non ha mai
scoperto nulla che sia in contrasto con l’esistenza di Dio.
L’ateismo, quindi, non è un atto di
rigore logico teorico, ma un atto di fede nel
nulla». Il tumore quindi è una
questione di cellule, mentre l’universo è la prova
dell’esistenza di Dio.
Da una parte Veronesi, il
medico che nega l’esistenza di un Dio che consente al
“Male” il suo manifestarsi,
dall’altra lo scienziato Zichichi che guarda verso l’alto.
LA DEFINIZIONE DI EINSTEIN
Secondo Luigi Crespi su thinknews.it (3 gennaio) Albert Einstein
dà una
definizione della stessa che
sembra dare ragione a Zichichi: “La Scienza,
contrariamente ad una opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica
deve addirittura
perseguire finalità teologiche, poichè deve proporsi non solo di
sapere come è la
natura, ma anche di sapere
perchè la natura è così e non in un’altra maniera, con
l’intento di arrivare a
capire se Dio avesse davanti a sé altre possibilità di scelta
quando creò il mondo”.
È il riconoscimento evidente di un Dio che ha operato, che ha
fatto determinate
scelte, che ha pensato come “intelligenza”
l’Universo.
IL CANCRO E DIO
Osserva Crespi: «Allora, ci viene da chiedere se anche il cancro è
opera di Dio,
perché se così fosse, questo Dio non potrebbe essere considerato
buono e
tantomeno misericordioso ma soltanto intelligente».
La posizione di Veronesi «che
ne nega l’esistenza», rivela «un estremo atto
d’amore perché nega che Dio
possa avere “pensato” al male. Possa avere
concepito il cancro».
UNA CONQUISTA PERSONALE
Nota Crespi: «Io penso che l’esistenza
di Dio sia una questione intima, personale. La fede per me è stata una
conquista personale che mi è costata moltissimo, un via
dolorosa e faticosa. Ma quello che mi ha portato a credere vale per
me solo per
me. Non ha nessun valore universale e non può essere usato per
convincere della
mia “buona fede” nessuno». Al
contempo c’è un valore universale, secondo cui «gli esseri viventi che animano
la terra sono guidati dall’istinto, da leggi naturali che non consentono
di scegliere. Noi a differenza degli animali, degli insetti o dalle piante possiamo scegliere. Il
dono più grande che ci è stato fatto è quello del “libero arbitrio”, noi possiamo scegliere».
LE SCELTE DEGLI UOMINI
E se il “male” fosse “male”,
conclude Crespi, «è vero che Dio lo cancellerebbe con un cenno ma senza il “male” noi non potremmo scegliere il bene. Non c’è
luce senza ombra.… E il cancro? Io credo
che il cancro abbia a che fare con le “scelte” degli uomini. Lo
reputo una conseguenza molto umana e poco divina. È l’effetto della conflittualità umana. Dio ne è fuori».
OLTRE IL CORPO
Le malattie, dunque, hanno una natura «che va oltre il corpo: ci
si ammala prima
nella mente, nello spirito.
Conflitti, sensi di colpa sono le radici dei nostri “mali” ma non solo, le
condizioni ambientali e le abitudini di vita sono inneschi che agiscono sugli effetti. Ecco, credo che il cancro sia una cosa molto
terrena e Veronesi
potrebbe leggere qualche capitolo di un paio di libri di Tiziano
Terzani per
rassegnarsi e trovare un pò di pace».