Una nuova strategia
per contrastare lo sfruttamento della prostituzione. Non solo repressione e
controlli ma una 'zona di tolleranza'. Ad aprile anche Roma avrà il suo primo
quartiere a luci rosse in IX municipio (zona EUR). L'obiettivo? Liberare le
strade dell'Eur e la Cristoforo Colombo dalla prostituzione e combattere tratta
e sfruttamento. Il quartiere dell’Eur, famoso nel mondo come esempio di
architettura razionalista e meta di architetti da ogni dove, diventerà invece
un famigerato bordello a cielo aperto. Un ghetto torbido di degrado umano e
sociale che farà vergognare Roma.
Nino Spirlì - 8.2.2015
Diteglielo, al
sindaco Marino, che aprire i bordelli non significa costruirli a cielo aperto. Cancellare una legge
inutile e dannosa come la Merlin, non significa trasformare la pubblica via in
un casino autorizzato. Magari con distributore automatico di marchetta, tipo il
gettone per il carrello del supermercato.
Non si risolve così
il gravissimo problema dell’adescamento da marciapiede. Non lo si fa,
autorizzando la mercificazione del sesso in alcune strade, piuttosto che in
altre. O in tutte.
Roma, come il resto
dell’Italia (e del mondo intero) è moquettata di puttane. Di tutti i
colori e di tutte le lingue (importanti per un completo svolgimento della
professione). Ne sono arrivate, con il crollo del Muro e la costruzione
dell’autostrada marina chiamata Mare Nostrum, a milioni. Sfrontate, arroganti,
violente o sottomesse, vittime o carnefici esse stesse. Con “farfallina” o
“lungo stelo”, come amano definirsi negli annunci “economici”. Con occhi a
màndoLla (dove la L sostituisce la locale R) o con le estenscion necessarie a
dare parvenza di chioma alle africane. Su tacchi quindici e senza governo
intimo. Così, alla sans façon, alla rinfusa. Sporche già dopo il primo cliente.
Confortate solo dai fazzoletti di carta (lo sapesse, l’albero che muore
per diventare detergente per mignotte, si darebbe fuoco per autocombustione), diventano
distributori di ogni malattia immaginabile e non. Eppure…
Marino gradisce. E
premia. “Batti? Tranquilla, Ti consegno l’EUR, che corrisponde alla nostra
Torre Eiffel!!!” E sì! Perché, per chi non lo sapesse ancora, il quartiere E42,
poi chiamato EUR, fu progettato, ai tempi del Duce, per rappresentarci
all’Esposizione Universale del 1942 (Così come la Tour venne costruita per
quella di Parigi del 1889, cento anni dopo la rivoluzione). Poi, la guerra.
Poi, la costruzione col nuovo nome ESPOSIZIONE UNIVERSALE ROMANA. Appunto, EUR.
Negli anni Settanta, fu il quartiere ambito dalla nuova borghesia romana.
Medici e architetti, soprattutto. Commercianti e costruttori. Tutti con attico
sulla Nuova Roma Imperiale. Quando ci arrivai io, ai primi degli anni Ottanta,
si cominciavano a vedere le prime lucciole nei viali più interni dei giardini a
fianco al Luna Park. Poi, i trans.
A questo punto,
molti hanno già sentenziato “Spirlì sa troppo: va a mignotte. O a trans. O,
meglio, batte!” Zero! Fuori pista! Ho sempre avuto il frigo e la dispensa piena
in casa mia. Detesto i fastfood, figuriamoci il sesso scomodo in auto. No,
no! Niente conoscenza per esperienza. Solo esperienza per conoscenza. Del
fenomeno. E non del mestiere.
Detesto da sempre la
prostituzione. Ritengo che, se un uomo o una donna arrivano ad averne bisogno,
in necessità attiva o passiva, stiano proprio alla canna del gas morale. E
questo mi deprime.
Ma so anche che esiste
da sempre e che, purtroppo, esisterà ancora per molto tempo. Dunque, va
considerata.
L’idea di consentire
la riapertura dei lupanari AL CHIUSO non mi sembra folle, né fuori tempo. Anzi. Li doterei
di presidio sanitario e di controllo amministrativo contabile. Oltre che di
Sicurezza. E sarebbe, forse, la fine di questo orrore per le strade delle
nostre città. Sotto gli occhi di bambini e gente indifesa. sarebbe la fine,
probabilmente, dello sfruttamento malavitoso del fenomeno prostituzione.
Sarebbe la fine di molte malattie.
Magari, sarebbe la
fine della giunta Marino. Il peggior imperatore di Roma.
Questa sua ultima
trovata, a danno dell’immagine della nostra Capitale e dei suoi abitanti, è
veramente ignobile. Una sorta di resa davanti al fenomeno dilagante della
prostituzione senza controllo. La Roma di Marino depone le armi della tutela
dei diritti dell’uomo, della democrazia, dell’emancipazione femminile, del
decoro nazionale, del rispetto di chi di prostituzione c’è morto, e si
abbandona ai magnaccia e al malaffare. Consegnando alle mafie, oltre che se
stesso e la sua giunta, il Centro della Storia di tutto l’Occidente. La Casa di
Dio. Il simbolo della Nazione.
Non più vergogna, ma
abominio.