Nei
prossimi giorni la Corte Costituzionale deciderà sulla sorte di
migliaia, anzi milioni, di cartelle esattoriali emesse da Equitalia che rischiano di diventare nulle perchè firmate da dirigenti che non avevano tale qualifica.
da Blitz quotidiano, 27.2.2015
I giudici della Corte Costituzionale sono chiamati a decidere sulla costituzionalità di un decreto,
sfoderato d’urgenza a marzo 2012 per sanare lo scandalo dei 767 funzionari
dell’Agenzia delle Entrate (più della metà) promossi a dirigenti senza
concorso. Cosa significa? Che migliaia di cartelle furono firmate da “falsi
dirigenti” e di conseguenza potrebbero venire considerate nulle o addirittura
inesistenti.
A ricostruire bene la
vicenda è l’avvocato Angelo Greco di Cosenza, in un articolo apparso sul
portale La Legge per
Tutti:
Detto in estrema sintesi,
per supplire alla carenza di organico dirigenziale, l’Agenzia delle Entrate,
qualche anno fa, aveva deciso di “promuovere” alla qualifica di dirigente ben
767 funzionari, senza prima averli sottoposti a un concorso pubblico, per come
invece prescrive la nostra Costituzione (“agli impieghi nelle pubbliche
amministrazioni si accede mediante concorso”).
Di tanto si erano accorti
sia il Tar Lazio che la Commissione Tributaria di Messina che avevano bloccato le suddette nomine a dirigenti. Risultato: migliaia di
atti firmati dai “falsi dirigenti” (o meglio, “non correttamente nominati”), e
le conseguenti cartelle esattoriali di Equitalia, erano da considerarsi completamente
nulle o, addirittura, inesistenti, avendo trovato il loro presupposto in un
soggetto privo di qualsiasi potere. Un vero e proprio terremoto.
Per arginare la falla, il
Governo è ricorso alla consueta arma che, in casi come questi, viene sfoderata
d’urgenza: la sanatoria. Così, un decreto legge del 2012 ha
concesso, retroattivamente, all’Agenzia delle Entrate il potere di
attribuire, a proprio piacimento ed in barba alla stessa Costituzione,
incarichi dirigenziali ai propri funzionari (con contratti di lavoro a tempo
determinato, la cui durata è fissata in relazione al tempo necessario per la
copertura del posto vacante tramite concorso). Insomma, in attesa del
maxi-concorso tutte le nomine dovevano ritenersi valide.
[...] E così, la
questione è finita al Consiglio di Stato che, sospettando la legge di sanatoria
di incostituzionalità (appunto per violazione dell’obbligo del concorso
pubblico) ha rinviato la patata bollente alla Corte Costituzionale.
Il rischio catastrofe è
dunque imminente. Va da sé che se la Consulta dovesse ritenere infondata la
questione di costituzionalità, il problema non sussiste e i contribuenti
destinatari delle cartelle in bilico, dovranno rassegnarsi a pagare i loro
debiti. Ma se viceversa il decreto verrà giudicato incostituzionale, le
prospettive possono essere molteplici. L’avvocato Greco fa alcune proiezioni:
Secondo il consolidato
orientamento sposato dalla Cassazione e dai tribunali di tutta Italia, gli
atti fiscali sono nulli (alcuni tribunali, addirittura, parlano di
“inesistenza”) se firmati da chi non aveva il potere per farlo. E dunque, chi
non ha ancora pagato potrà fare ricorso al giudice per ottenere
l’annullamento della richiesta di pagamento. Lo potrà fare anche chi ha
chiesto o ha già avviato una rateazione. In passato abbiamo pubblicato anche la
formula da inserire nel ricorso per chiedere la nullità della cartella.
E se sono scaduti i termini
per impugnare?
In verità, stando
all’orientamento (maggioritario) che ritiene gli atti privi di firma “inesistenti”,
questo non dovrebbe essere un problema, in quanto si tratterebbe di una nullità
non sanabile neanche con il decorso dei termini. Ovviamente, però, ogni
tribunale ha la sua interpretazione.
Come faccio a sapere se il
mio atto è firmato da un falso dirigente?
Per evitare un ricorso
“alla cieca” contro la cartella esattoriale, bisogna innanzitutto verificare
che la stessa abbia come presupposto un pagamento chiesto dall’Agenzia delle
Entrate e non da altre amministrazioni. Poi bisognerebbe avere la certezza che
l’atto a monte sia stato notificato da uno dei falsi dirigenti. Tuttavia
l’elenco dei dirigenti privi di potere non è mai stato diffuso ufficialmente.
Il contribuente potrebbe tentare di superare l’ostacolo depositando una istanza
di accesso agli atti amministrativi e chiedendo di verificare la documentazione
inerente alla carriera del dirigente firmatario.