sabato 13 settembre 2014

L'ORSO DI DANIZA E LE SUORE DEL BURUNDI

Manifestazioni di protesta, inchieste della Guardia Forestale, chilometrici servizi televisivi, richiesta di dimissioni del Ministro, messa in stato di accusa del veterinario.

“E se domani l'orsa percepisse come minaccia un gruppo di scout in gita e per difenderli li aggredisse che facciamo? Piangiamo dopo? La chiamiamo "orsa assassina"? Non vi piacciono gli scout, troppo cattolici? Ok, rettifico: "bambini".



Le suore violentate e uccise in Burundi

 Chiara Geloni

11.9.2014 - L'Huffington Post


Lo sapevo, eh, che mi facevo del male. Quando ho twittato questo: "Avrei voluto vedere la stessa indignazione e dolore di singoli e partiti per la povera orsa il giorno delle tre suore macellate in Burundi". Apriti cielo (anche tanti commenti positivi, però). Allora, visto che oggi ci appassioniamo all'orsa, a quanto pare, provo a ridirlo usando qualche carattere in più. Primo, chiariamo che la religione non c'entra niente. Non so neanche se quelle tre povere suore sono state ammazzate per motivi religiosi o no, non è certo mi sembra e comunque non è il punto.

martedì 9 settembre 2014

IMU,IUC, TASI,TARI: SOLO PER CAPIRCI QUALCOSA


Aldo Maturo
E’ solo la fantasia del nostro legislatore ad aver dato alle  tasse diversi nomi per confondere gli italiani che si disperdono nella giungla delle varie sigle fiscali. Negli ultimi anni la tassa sulla casa, ad esempio, ha cambiato nome dieci volte (Isi, Invim,Ilor,Ici, Imu, Trise, Tari,Tasi, Tuc e, da ultimo, Iuc). Una cosa non è cambiata. L’oggetto (la casa) e il destinatario (il contribuente).
Dal 1^ gennaio di quest’anno è nata la IUC (Imposta Unica Comunale). Non si capisce perché l’hanno chiamata Unica visto che invece è formata da tre diversi tributi: L’IMU, la TASI e la TARI.

mercoledì 3 settembre 2014

DALLA CHIESA : L'ULTIMO BIGLIETTO



3 settembre 1982 - 2014 : 32 anni dopo
“« [...] ci sono cose che non si fanno per coraggio. Si fanno per potere continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli. C’è troppa gente onesta, tanta gente qualunque, che ha fiducia in me. Non posso deluderla. » Dalla Chiesa, da una lettera al figlio Nando.
 


Aldo Maturo

  Quel biglietto lo conservo da 32 anni, è ormai sbiadito ma è l’ultimo saluto inviatomi da Dalla Chiesa prima di essere ucciso. La calligrafia è quella della moglie cui lui, indaffarato come Prefetto, aveva sicuramente detto di rispondere ai miei auguri inviatigli per il suo matrimonio.

lunedì 1 settembre 2014

QUANDO LA MORTE NON ERA UNA LIVELLA



Appunti sui riti funebri del nostro sud, dalle prime ore di lutto al “consuolo”, quando nella piccola vita di paese il dolore era condiviso da tutta la comunità.






Aldo Maturo

Quando la gente ancora moriva in casa, la morte non era una livella.  Usi e consuetudini scandivano  i riti funebri marcando le differenze fin dalle prime ore di lutto. “Il marchese” e “o scupatore”, del grande Totò, non sono personaggi nati per caso.

Nei nostri paesi del sud il lutto era un evento abbastanza condiviso. Più che dal passaparola o dai manifesti funebri, l’annuncio veniva dato da un drappo nero. 

martedì 19 agosto 2014

IL GIOCO DELLE TRE CARTE

 
 Gli amici più furbi possono mettere alla prova la loro "abilità" seguendo il filmato
 
Aldo Maturo

Era il gioco dei giochi, a Napoli, sui marciapiedi davanti alla stazione centrale, al Corso Garibaldi, sotto la Galleria o dovunque c’era un passaggio di persone frettolose.  Era il gioco delle tre carte  che mi affascinava quando, uscito dall’università, mi avviavo frettoloso verso il treno, pronto a perderlo pur di godermi quella favolosa sceneggiata. Mi fermavo a guardare, incantato non dalle carte ma dall’organizzazione perfetta finalizzata a truffare il passante di turno. 

venerdì 15 agosto 2014

VIAGGI ALL'ESTERO : PROTEZIONE CONSOLARE





Avv.Aldo Maturo
per www.studiocataldi.it

(www.StudioCataldi.it)

Quando si programma un viaggio all’estero oltre i confini d’Europa si prevedono tanti particolari, ma poi può succedere di trovarsi in difficoltà e di scoprire che, lì dove ci troviamo, non vi è un Consolato o un’Ambasciata italiana cui chiedere aiuto.

Se oltre duemila  anni fa si diceva con orgoglio “civis romanus sum” per vantare lo stato di appartenenza all’impero romano, oggi si può dire “sono cittadino europeo” per chiedere in qualunque angolo del mondo l’assistenza al Consolato di uno Stato europeo presente in sede se in quella località sono assenti uffici diplomatici del nostro Paese.

mercoledì 13 agosto 2014

S.ANNA DI STAZZEMA 70 ANNI DOPO



560 persone trucidate tra cui 107 bambini. Fu l’eccidio di S.Anna di Stazzema (Lucca) del 12.8.1944, 70 anni fa. Il processo in Italia dei dieci tedeschi responsabili della strage si concluse con dieci ergastoli, mai eseguiti. Secondo la Procura di Stoccarda non era stata provata la responsabilità e la premeditazione a carico dei superstiti, ormai 90 enni (di cui tre ancora in vita e tra questi due incapaci di intendere e volere). Una Corte federale tedesca ha annullato la decisione di Stoccarda e ha deciso di riaprire le indagini. Forse perché sono passati 70 anni, forse perché ad indagini concluse il processo si estinguerà perché i protagonisti, vista l’età, non saranno più vivi.
Ossario S.Anna di Stazzema


Aldo Maturo
(Da "Cronache e dintorni" di Aldo Maturo, Nous editore, marzo 2014)
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A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.
All’alba tre reparti di SS salirono a Sant’Anna. Un quarto chiuse ogni via di fuga a valle. Alle sette il paese era circondato, la popolazione in trappola: Sant’Anna era ormai destinata a rimanere una frazione senza più vita. I tedeschi ci erano arrivati grazie ai fascisti che ancora erano rimasti al fianco dei soldati del Reich. Gli uomini del paese fuggirono nei boschi per non farsi deportare. Rimasero gli anziani, le donne e i bambini. 

sabato 2 agosto 2014

ROMAGNA NOSTRA: LE MAFIE SBARCANO IN RIVIERA

Il regista Francesco Ceccoli offre un documentario che lascia senza fiato i cittadini dell' "isola felice" e mostra quel che accade nel divertimentificio d'Europa. Un'opera importantissima che ci mostra  quale è la realtà criminale che si muove dietro le luci della riviera che non dorme mai.


Si sente dire spesso che la mafia del nord è una mafia discreta, in giacca e cravatta, che non spara e non uccide. Una mafia innocua, che investe e ricicla denaro.
"Romagna nostra" è un viaggio nel volto oscuro e meno conosciuto della riviera romagnola che attraversa Rimini, Riccione, Cattolica, S.Marino e giunge fino a Pesaro.

Storie di violenza che hanno insanguinato la Romagna e hanno travolto imprenditori, discoteche, locali pubblici. Sono i luoghi simboli di quella che si pensava essere una terra incontaminata dal virus mafioso e che si ritrova ad essere il crocevia della droga, del gioco d'azzardo e del riciclaggio nel campo del turismo e degli affari immobiliari.