sabato 13 settembre 2014

L'ORSO DI DANIZA E LE SUORE DEL BURUNDI


Manifestazioni di protesta, inchieste della Guardia Forestale, chilometrici servizi televisivi, richiesta di dimissioni del Ministro, messa in stato di accusa del veterinario.
“E se domani l'orsa percepisse come minaccia un gruppo di scout in gita e per difenderli li aggredisse che facciamo? Piangiamo dopo? La chiamiamo "orsa assassina"? Non vi piacciono gli scout, troppo cattolici? Ok, rettifico: "bambini".
 
Le suore violentate e uccise in Burundi
 Chiara Geloni
11.9.2014 - L'Huffington Post

Lo sapevo, eh, che mi facevo del male. Quando ho twittato questo: "Avrei voluto vedere la stessa indignazione e dolore di singoli e partiti per la povera orsa il giorno delle tre suore macellate in Burundi". Apriti cielo (anche tanti commenti positivi, però). Allora, visto che oggi ci appassioniamo all'orsa, a quanto pare, provo a ridirlo usando qualche carattere in più. Primo, chiariamo che la religione non c'entra niente. Non so neanche se quelle tre povere suore sono state ammazzate per motivi religiosi o no, non è certo mi sembra e comunque non è il punto.
Io sono contraria a macellare le persone più che ad ammazzare gli animali, va bene? Possiamo fare anche un altro esempio, se non vi piacciono le suore; ma no, non credo che le due cose - vite di persone e vite di animali - stiano sullo stesso piano. Povera orsa, ma il valore di una vita umana per me è più grande di quello della vita di un animale, anzi non è paragonabile. Mi capita di schiacciare una zanzara se mi dà fastidio, mentre evito di ammazzare le persone, anche se mi danno fastidio.
È dai tempi delle caverne che gli uomini ammazzano gli animali pericolosi, se ci riescono, anche per evitare di essere ammazzati loro. Siccome poi non siamo più ai tempi delle caverne, nel caso dell'orsa si era deciso per l'anestetico e la cattura, ma qualcosa è andato male. Qualcuno ha sbagliato ed è responsabile di quella morte? Qualcuno l'ha fatto apposta? E va bene, apriamo un'indagine, approfondiamo. Ma non mi pare che si chiedano le dimissioni del ministro della Sanità o si organizzino presidi in piazza quando un bambino muore sotto i ferri, magari perché è allergico all'anestesia. E mi sembra più grave la morte di un bambino che la morte di un'orsa, insisto.

L'orsa difendeva i suoi piccoli da un molesto e curioso cercatore di funghi che lei percepiva come minaccia (cercatore di funghi che peraltro ha ricevuto minacce di morte, pare. Da parte di esseri umani, non dagli orsi). Va bene, e se domani l'orsa percepisse come minaccia un gruppo di scout in gita e per difenderli li aggredisse che facciamo? Piangiamo dopo? La chiamiamo "orsa assassina"? (Non vi piacciono gli scout, troppo cattolici? Ok, rettifico: "bambini").
Ma non si tratta nemmeno di questo, in fondo, non mi voglio addentrare neanche nel dibattito. Il punto è che se gli esseri umani si commuovono e si indignano più per la sorte di un animale che per la sorte degli altri esseri umani, per me c'è qualcosa di strano. Di patologico direi.
Tutti gli esseri viventi sono preziosi in quanto tali, ma la vita umana ha un valore diverso da quello della vita di qualsiasi altro essere vivente. Non c'è bisogno di essere cattolici per pensarla così, e non c'è bisogno nemmeno di sapere cosa è stato l'umanesimo. Io per esempio non so se Fernando Savater sia cattolico, so che è un filosofo piuttosto libertario e anticonformista: sentite cos'ha detto a Matteo Nucci in questo pezzo che per un colpo di fortuna (un filosofo ci voleva, qui) mi è stato segnalato nel corso dell'incredibile flame che si è scatenato su questa faccenda dell'orsa e proprio mentre scrivo questo post: «Non distinguere gli uomini dagli altri esseri viventi è nefasto. Perché la morale riguarda solo gli esseri umani. Purtroppo però ormai si tende a scambiare la morale con la compassione. Ora, la compassione è un sentimento buono, per carità, e tuttavia non è la morale.
Vede, è molto più semplice di quanto si creda. Mettiamo che passeggiando trovo un passerotto caduto dal nido. So che è in pericolo e poiché sono persona compassionevole, lo raccolgo e lo metto in salvo. Questo è molto bello. Ma è ben diverso dal caso in cui io mi imbattessi in un neonato abbandonato per strada. Lì non si tratta di compassione. Io ho il dovere morale di occuparmene. (...) I veri barbari sono coloro che non distinguono uomini e animali. Caligola che fece senatore un cavallo e uccise centinaia di persone che non apprezzava. Quello era un barbaro. Perché trattava gli uomini come gli animali e gli animali come gli uomini». Io sono d'accordo. E leggetelo tutto l'articolo, è molto bello.