sabato 20 settembre 2014

MARE NOSTRUM O AFFARE NOSTRUM


Dalle Coop alle aziende vicine a Comunione e Liberazione, l'accoglienza è un affare. Gare vinte con ribassi del 30%. E se aumentano gli ospiti crescono anche i ricavi. “C'è un business dell'immigrazione inaccettabile, parliamo di commesse da milioni di euro su cui molti si stanno arricchendo, dove i diritti delle persone scompaiono", denuncia Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati.

Cooper Theory - Controcopertina
14.6.2014

 
Pensare che i flussi di immigrazione dall’Africa e dall’Asia verso l’Italia siano destinati a ridursi è pura follia. E’ l’esatto contrario: la situazione è destinata a degenerare. Trasportare illegalmente migliaia di persone a settimana frutta valanghe di denaro agli scafisti e alle associazioni criminali che stanno dietro di loro, ma non solo. Lo sbarco degli stranieri nel nostro paese significa fiumi di denaro anche per i nostri connazionali. C’è chi, con gli immigrati, si è arricchito, continua ad arricchirsi e ha tutto l’interesse affinché tutto vada avanti così, cioé con l’operazione Mare Nostrum. 
 Il ministro dell’interno Alfano è orgoglioso: stiamo salvando tante vite umane. Renzi dice che “ci vuole più Europa”. La Lega Nord fa semplicemente campagna elettorale, visto che il dramma sbarchi c’era anche con Maroni ministro degli interni. E c’era anche il business.

Ad ammetterlo è persino la Repubblica, quotidiano notoriamente filo-governativo. Emblematico è il titolo dell’ottima inchiesta di Alessandra Ziniti: “Quel business da 2 milioni al giorno sulla pelle dei migranti: più ne arrivano, più guadagnano”. Già, chi guadagna? L’articolo lo spiega benissimo: “dalla Legacoop alle imprese di Comunione e Liberazione, dalle aziende vicine alla Lega alle multinazionali. Le gare bandite dal Viminale, in genere, vengono aggiudicate con un ribasso medio del 30 per cento sulla base d’asta. Peccato che, in ogni centro, si tengano stipati per mesi almeno il doppio o il triplo degli ospiti. A danno delle condizioni di vivibilità di questi centri, da molti definiti lager, ma a tutto vantaggio delle tasche dei gestori”.

Con gli immigrati fa affari anche la Chiesa cattolica.  “A reclamare la sua fetta di torta – spiega l’articolo di Repubblica – c’è anche la Misericordia del prete-manager di Isola Capo Rizzuto che da dieci anni, per 28 milioni di euro all’anno, gestisce un Cara in cui la maggior parte degli ospiti dormono anche in dieci in vecchi container”.
Cifre da capogiro: decine di milioni di euro, tanto arrivano a guadagnare certi “imprenditori della disperazione”. Peccato che qualcuno paga. E a pagare sono gli Italiani: 600milioni nel 2013 e nel 2014 saranno ancora di più. Ogni immigrato costa 50 euro al giorno allo Stato, se è minorenne 70 euro.
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