venerdì 15 agosto 2014

VIAGGI ALL'ESTERO : PROTEZIONE CONSOLARE





Avv.Aldo Maturo
per www.studiocataldi.it

(www.StudioCataldi.it)

Quando si programma un viaggio all’estero oltre i confini d’Europa si prevedono tanti particolari, ma poi può succedere di trovarsi in difficoltà e di scoprire che, lì dove ci troviamo, non vi è un Consolato o un’Ambasciata italiana cui chiedere aiuto.

Se oltre duemila  anni fa si diceva con orgoglio “civis romanus sum” per vantare lo stato di appartenenza all’impero romano, oggi si può dire “sono cittadino europeo” per chiedere in qualunque angolo del mondo l’assistenza al Consolato di uno Stato europeo presente in sede se in quella località sono assenti uffici diplomatici del nostro Paese.

mercoledì 13 agosto 2014

S.ANNA DI STAZZEMA 70 ANNI DOPO



560 persone trucidate tra cui 107 bambini. Fu l’eccidio di S.Anna di Stazzema (Lucca) del 12.8.1944, 70 anni fa. Il processo in Italia dei dieci tedeschi responsabili della strage si concluse con dieci ergastoli, mai eseguiti. Secondo la Procura di Stoccarda non era stata provata la responsabilità e la premeditazione a carico dei superstiti, ormai 90 enni (di cui tre ancora in vita e tra questi due incapaci di intendere e volere). Una Corte federale tedesca ha annullato la decisione di Stoccarda e ha deciso di riaprire le indagini. Forse perché sono passati 70 anni, forse perché ad indagini concluse il processo si estinguerà perché i protagonisti, vista l’età, non saranno più vivi.
Ossario S.Anna di Stazzema


Aldo Maturo
(Da "Cronache e dintorni" di Aldo Maturo, Nous editore, marzo 2014)
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A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.
All’alba tre reparti di SS salirono a Sant’Anna. Un quarto chiuse ogni via di fuga a valle. Alle sette il paese era circondato, la popolazione in trappola: Sant’Anna era ormai destinata a rimanere una frazione senza più vita. I tedeschi ci erano arrivati grazie ai fascisti che ancora erano rimasti al fianco dei soldati del Reich. Gli uomini del paese fuggirono nei boschi per non farsi deportare. Rimasero gli anziani, le donne e i bambini. 

sabato 2 agosto 2014

ROMAGNA NOSTRA: LE MAFIE SBARCANO IN RIVIERA

Il regista Francesco Ceccoli offre un documentario che lascia senza fiato i cittadini dell' "isola felice" e mostra quel che accade nel divertimentificio d'Europa. Un'opera importantissima che ci mostra  quale è la realtà criminale che si muove dietro le luci della riviera che non dorme mai.


Si sente dire spesso che la mafia del nord è una mafia discreta, in giacca e cravatta, che non spara e non uccide. Una mafia innocua, che investe e ricicla denaro.
"Romagna nostra" è un viaggio nel volto oscuro e meno conosciuto della riviera romagnola che attraversa Rimini, Riccione, Cattolica, S.Marino e giunge fino a Pesaro.

Storie di violenza che hanno insanguinato la Romagna e hanno travolto imprenditori, discoteche, locali pubblici. Sono i luoghi simboli di quella che si pensava essere una terra incontaminata dal virus mafioso e che si ritrova ad essere il crocevia della droga, del gioco d'azzardo e del riciclaggio nel campo del turismo e degli affari immobiliari.

sabato 26 luglio 2014

ZITA GIORDANO : DAL SILENZIO


Zita Giordano, già Educatrice per adulti presso l'Amministrazione Penitenziaria nelle Marche, da molti anni vive in una comunità di eremiti sui monti della piccola Sila.
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Caro lettore,
stai per intraprendere un viaggio che ti condurrà in luoghi mai visitati prima, anche se vi sei passato vicino distrattamente... 
Le sensazioni che ti assaliranno sono quelle che prova ogni essere umano nel corso della sua esistenza, quando ha l'avventura di assaporare gioia, commozione, pietà, angoscia e disperazione.  (....).


giovedì 24 luglio 2014

FOSSOMBRONE: UNA LUNGA AMICIZIA


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Ritrovarsi tutti insieme dopo tanti tanti anni. Una serata tra amici, senza più gradi, al Ristorante "Al Lago". Emozioni e ricordi di tempi lontani vissuti dalla stessa parte.

martedì 15 luglio 2014

TORNEI, SPORT E RESPONSABILITA’ PENALI


Non può non ritenersi agonistico un torneo sportivo fondato sulla gara e sulla competizione tra i partecipanti, tale da implicare un maggior impegno psicofisico ai fini del prevalere di una squadra sull’altra (Cassazione, N.15394 del 7.6.2011)


Aldo Maturo
 

E’ tempo d’estate ed è tempo di tornei che si susseguono ovunque ci sia un campo da gioco. La fretta, l’entusiasmo e la generosità degli organizzatori possono derogare a volte alle rigorose norme regolamentari ritenendo esagerato un eccessivo fiscalismo. Capita. Ma capita che poi qualcuno presenti il conto.

 

E’ il caso del Sig. XXX, 33 anni, morto durante una partita di pallone.

domenica 13 luglio 2014

FERITE A MORTE

Dietro le persiane chiuse delle case italiane si nasconde una sofferenza silenziosa e l’omicidio è solo la punta di un iceberg di un percorso di soprusi e dolore che risponde al nome di violenza domestica. Ogni riferimento a fatti e persone non è puramente casuale.

“Non basta un megafono per farti sentire se da tre mesi sei in fondo a un pozzo, nessuno ti trova e non sai più come gridarlo che sei lì, proprio dietro casa, e che è stato tuo marito a buttartici. Non bastano le parole per chi è costretta a lucidare il superattico di un petroliere per pochi euro al mese, tra botte e tentativi di violenza, finché un giorno, per non impazzire, "sceglie di diventare un raggio di luce dorata" impiccandosi al lampadario di cristallo. O per chi faceva la commessa in un negozio di intimo: suo marito l'ha strangolata "con un paio di mutandine modello Folie de Paris, nuova collezione pura seta, taglia 42, inserti in pizzo sintetici. Euro 27. Ottima scelta”


 

 (stralci dalla prefazione di Serena Dandini)

"Ferite a morte": monologhi che nascono dalla voce diretta delle vittime, donne assassinate proprio in quanto donne, per mano di uomini, dei loro uomini. E’ un viaggio in lungo e in largo per l’Italia, perché in questo campo purtroppo non esiste un Nord o un Sud.

venerdì 4 luglio 2014

TELESE: LA VOGLIA DI VIVERE





Telese Terme - Rio Grassano e Torre Longobarda (by Serghiei)
 Aldo Maturo

La nostra vita, da ragazzi prima e da giovanissimi poi, è stata vissuta a Telese, un paese che sentivamo nostro e di cui eravamo orgogliosi. Coltivavamo mille idee, nel culto dell’amicizia, della condivisione dei sacrifici, delle difficoltà e dei tanti interessi, che pur potevano essere diversificati.




Il nostro tempo libero, che comunque è cresciuto con noi in termini di contenuti culturali ed ideologici, era pieno e soddisfacente. Nessuno ce l’organizzava e ne eravamo i soli artefici, con mille iniziative, laiche o parrocchiali,  con giornate intere trascorse a programmare, creare e frequentare  circoli culturali, promuovere incontri, dibattiti, cineforum, ad organizzare giornalini  ciclostilati, manifestazioni teatrali o sportive, cercando di conciliare tutto – anche se non sempre ci si riusciva -  con lo studio e, perchè no, con i primi amori, indigeni o d’importazione, cullati dal suono del juke-box del quadrivio o delle terme.
Una vita fatta di poco ma piena di voglia di vivere, di sole, di spazi liberi, d’idee, di amicizia, di lunghe ore di studio, di speranze, sconfitte e delusioni, di programmi per il futuro conditi con canzoni passate alla storia della musica, mentre si avvicinava a grandi passi la rivoluzione culturale del ’68, che pur ci ha trovati in prima linea anche se non tutti dalla stessa parte.