Quello che segue è un viaggio
fatto in punta di piedi nel sistema elettorale più antidemocratico della nostra
storia repubblicana
Aldo Maturo
Porcellum deriva da “porcata”, termine usato dal
ministro Calderoli, estensore della legge, per definire il sistema elettorale
da lui stesso creato. Prima del Porcellum abbiamo avuto il Mattarellum, legge
elettorale del 1993 (da Sergio Mattarella, deputato D.C.) e, per le elezioni
regionali, la Tatarellum (da Giuseppe Tatarella, deputato di AN): la declinazione latina era stata
inventata da Sartori sul Corriere della Sera ed è diventata poi ricorrente denominazione giornalistica
per individuare le varie leggi elettorali.
Quello che segue è un viaggio
fatto in punta di piedi nel sistema elettorale più antidemocratico della nostra storia repubblicana, inventato
per assicurare alle segreterie dei
partiti il controllo completo del Parlamento, “designando” parlamentari-peones-yes man con
analogie non molto dissimili dalle parodie elettorali che si svolgono nei paesi
dittatoriali.
Ed allora turiamoci il naso e
cominciamo.
Per eleggere i deputati l’Italia è stata suddivisa in 26 circoscrizioni che devono esprimere 617 “eletti”. Altri 12 sono “eletti” nelle circoscrizioni estere e 1 in Val d’Aosta, per un totale di 630.
Per eleggere i deputati l’Italia è stata suddivisa in 26 circoscrizioni che devono esprimere 617 “eletti”. Altri 12 sono “eletti” nelle circoscrizioni estere e 1 in Val d’Aosta, per un totale di 630.
I 315 senatori, invece,sono “eletti”
in 20 circoscrizioni, una per ogni
regione e 6 provengono dalla circoscrizione estera. Ogni regione deve avere
almeno 7 senatori ad eccezione del Molise che ne ha 2 e della Valle d’Aosta 1. Del Senato fanno parte poi i
senatori a vita e gli ex Presidenti della Repubblica.
Per trasformare in seggi i voti
attribuiti a un partito/lista i sistemi elettorali più classici erano il
proporzionale e il maggioritario.
Con il proporzionale i seggi sono
attribuiti in proporzione al numero di voti ottenuti dal partito e con il
maggioritario vince il partito/lista/coalizione che ha ottenuto il maggior
numero di voti.
Il Porcellum (L.21.12.2005 n.270)
voleva essere una via di mezzo miscelando il sistema proporzionale con un
premio di maggioranza.
In realtà con il Porcellum
l’elettore non esprime preferenze per l’uno o l’altro candidato ma riceve una scheda per la Camera ed una
per il Senato e può esprimere il suo voto su liste bloccate riportate sotto il
simbolo del partito prescelto, senza possibilità di indicare preferenze
individuali sul singolo candidato. E’ per questo che si dice che con il
Porcellum i deputati e i senatori non sono “eletti” ma sono “designati” dalle
Segreterie dei partiti e all’elettore resta solo una sorta di “ratifica”. I
seggi saranno assegnati ai partiti secondo l’ordine di elencazione dei
candidati nelle singole liste (viene eletto il primo, poi il secondo, il terzo
e via via a scorrere secondo i voti ottenuti dalla lista)
Il Porcellum, voluto dalla coalizione
Lega-PDL nel loro periodo di massima espansione, ha sbaraccato il Parlamento da
tutti i partiti minori prevedendo la “soglia di sbarramento”, meccanismo con il
quale si escludono i mini partiti
che non hanno raggiunto un numero di voti minimo predeterminato (il 4% dei voti
validi, se da soli, e il 10% se in coalizione, a condizione che almeno uno dei
partiti della coalizione abbia ottenuto il 2% dei voti validi in campo
nazionale).
A elezioni ultimate si
calcoleranno, per la Camera, tutti i voti ottenuti nelle 26 circoscrizioni dai
singoli partiti e dalle coalizioni che hanno superato la soglia di sbarramento e
si verificherà a questo punto se un partito, una coalizione o una lista singola
ha ottenuto da sola, per il numero dei voti ottenuti, i 340 seggi previsti dal
sistema. Se nessuno ha conseguito tale risultato, alla lista più votata si
attribuiranno d’ufficio 340 seggi (in applicazione del famoso “Premio di Maggioranza”). Le altre
coalizioni e gli altri partiti “singoli” si suddivideranno i rimanenti 277 seggi in proporzione
dei voti ottenuti. E’ chiaro che se la coalizione o la lista vincente ha avuto,
autonomamente, più di 340 seggi, si terrà tutti quelli che ha eletto e agli
altri andranno non 277 seggi ma la differenza tra quelli ottenuti dalla
maggioranza e i seggi residui. Grazie
al Premio di Maggioranza, quindi,
basta un solo voto più delle altre liste per portare a casa 340
parlamentari (che possono essere molti di più di quelli che gli elettori
volevano attribuire a quella lista o coalizione).
Una volta calcolato che a un
partito, a livello nazionale, spettano X seggi, si procederà alla suddivisione
di questi seggi, sempre in maniera proporzionale ai voti ottenuti, nelle varie
sedi circoscrizionali periferiche. Ogni partito quindi saprà quanti deputati ha
“eletto” nella singola circoscrizione ed è chiaro che gli “eletti” saranno i
nominativi indicati per primi nella lista, secondo la collocazione progressiva
in lista predisposta dai partiti, senza che a monte vi sia stata alcuna
preferenza da parte degli elettori. E’ il partito che decide perché è il
partito che, nel formare la lista, ha scelto l’ordine di elencazione dei
candidati, che andranno alla Camera non per le singole preferenze ottenute ma
per la semplice collocazione nei primi posti della lista voluta dalla
segreteria del partito.
Per il Senato abbiamo detto che i
senatori vengono eletti in 20 circoscrizioni, una per ogni regione. Mentre alla
Camera il Premio di maggioranza è su base nazionale, al Senato è attribuito su
base regionale. Si verifica se la
lista o la coalizione più votata ha conseguito da sola il 55% dei seggi
assegnati alla Regione. Se ciò non è avvenuto, le vengono assegnati tanti ulteriori
seggi fino a raggiungere il 55% dei seggi della regione e i seggi residui
vengono ripartiti fra le altre coalizioni o liste singole. Anche in questo caso
vengono “eletti” i candidati compresi nelle liste secondo l’ordine di elencazione
e non per i voti individuali ricevuti. L’attribuzione del 55% dei seggi, fatta
“d’ufficio”, può falsare quella che è stata la volontà degli elettori. Il
“Premio di maggioranza” non è previsto in Molise, Valle d’Aosta, Trentino-Alto
Adige, Circoscrizione Estera.
Come si è visto è un meccanismo
micidiale, completamente gestito dalle Segreterie dei partiti che sono le sole
a decidere chi deve essere “designato” o, meglio, essere cooptato nella schiera
della casta. Al cittadino che ancora va a votare non resta che ratificare la
scelta fatta dal suo partito.
La lotta di questi giorni per un
nuovo sistema elettorale fa stare in fibrillazione le Segreterie dei partiti,
tutte indistintamente, perché una radicale modifica del porcellum non
consentirà più di “designare” i parlamentari di loro fiducia. Con un nuovo
sistema elettorale – se non s’inventano qualche altro cavillo - potrebbero restare a spasso uomini di
partito che fin’ora dormivano sogni tranquilli perché “blindati” in “listini”
di sicurezza su cui l’elettore non aveva alcun potere decisionale.