domenica 3 marzo 2019

LA RICREAZIONE E' FINITA


Dai sindacati ai pastori sardi, ora la gente è incazzata davvero col governo gialloverde. Hanno promesso (e stanno promettendo) tutto e il contrario di tutto. Per un po' hanno potuto incolpare chi c'era prima e i poteri forti che stanno altrove. Ora a Lega e Cinque Stelle tocca misurarsi col dissenso e l'incazzatura che loro stessi alimentavano. Ne usciranno vivi?

 

Signore e signori, è iniziata l’opposizione. Non solo l’opposizione parlamentare (che in questi ultimi anni appare sempre sciatta, bolsa, sedentaria almeno di goffi gesti eclatanti, come se il Parlamento fosse un noioso luogo da citare solo in caso di qualche nuovo scandalo) ma l’opposizione quella vera, quella che il governo gialloverde ha cavalcato per mesi per arrivare fino a dove è arrivata: l’infelicità (si potrebbe chiamare indignazione ma risulta piuttosto abusata come parola) dei lavoratori che aspettano risposte che non arrivano, che cominciano a toccare con mano promesse non mantenute e soprattutto che non si possono già tenere a bada semplicemente dando la colpa ai governi precedenti o delegando le difficoltà a presunti poteri forti a cui ormai non crede più nessuno, o quasi.

giovedì 14 febbraio 2019

LA LEGA STA UCCIDENDO IL MOVIMENTO 5 STELLE


I grillini per andare al Governo e allearsi con Salvini hanno dovuto rinnegare loro stessi e le loro finte convinzioni. Per la sete di potere, e non per risolvere i problemi del Paese, hanno ucciso le speranze di molti elettori.

 
Foto da FB
Andrea Viola – Blog – Il Fatto Quotidiano – 13 febbraio 2019 

 
Avevano detto, mai più un Presidente del Consiglio non eletto e ne hanno messo uno mai votato dal popolo. Avevano detto, mai con la Lega e si sono alleati senza problemi. Avevano detto, niente Ilva e l’hanno lasciata aperta. Avevano detto, niente Tap ed è rimasta dov’era. Avevano detto, niente condoni e li hanno fatti insieme con la Lega. Avevano detto, di tutto contro i padri di Renzi e Boschi e si è scoperto che invece erano quelli di Di Maio e Di Battista ad avere dipendenti in nero.

venerdì 8 febbraio 2019

I GIACCONI DI SALVINI


Il populismo salviniano si abbiglia a seconda delle situazioni e dei paesi. Un’indole ruffiana, non solo camaleontica,  che si trascina da mesi, al punto da risultare stucchevole.

 
Mi piace condividere integralmente questo articolo di Fabrizio Esposito
pubblicato il 5.2.2019 su Il Fatto Quotidiano, dal titolo “Dieci, cento, mille Salvini: ma un vestito suo non ce l’ha?”:


“È il popolo che lo vuole. E così il populismo salviniano si abbiglia a seconda delle situazioni e dei paesi. Un’indole ruffiana, non solo camaleontica, e che si trascina da mesi, al punto da risultare stucchevole. E foriera di giuste polemiche antipatizzanti. Si prenda il Real Giulianova, squadra di serie D. Il “Capitano” è andato in Abruzzo per la campagna delle Regionali (lì si vota il 10 febbraio) e ha indossato la maglia giallorossa del Giulianova, personalizzata con il suo nome. I giocatori si sono dissociati: “Non strumentalizzare i nostri colori per motivi politici”. Giustissimo.

sabato 2 febbraio 2019

LA MAPPA DEI DELINQUENTI


Un quadrilatero alle spalle del carcere di Rebibbia, a Roma. Qui, in grandi armadi a tenuta stagna, prende forma giorno dopo giorno il ritratto di una nazione. Dal 2016 a tutti i detenuti viene prelevato il Dna dalla Polizia Penitenziaria. E grazie alla nuova banca dati si sono già trovati gli autori di 42 delitti rimasti irrisolti. Viaggio nel Centro che raccoglie 140mila provette "a rischio".Il Dna porta a una ogni 20 miliardi le possibilità di errore: il che, su un pianeta con 7,6 miliardi di abitanti, equivale alla certezza assoluta.


 


 
È un ritratto più perfetto di qualunque fotografia, perché non riporta i tratti del volto ma la lunga, inconfondibile sequenza del Dna.

Non ci sarà il ritratto di tutti i maschi del paese, come avrebbe voluto Mildred, la madre disperata e rabbiosa di Tre manifesti a Ebbing. Ma ci saranno, maschi e femmine, i ritratti della nazione criminale. Di tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, passano per le galere italiane. Tra di loro, la banca dati raccolta a Rebibbia aiuterà a cercare i colpevoli dei delitti irrisolti. 

mercoledì 16 gennaio 2019

BATTISTI, LE TELECAMERE E I LIMITI DELLA DECENZA



La politica in favore delle telecamere, oltre ogni limite di decenza

 

Quanto accaduto ieri in occasione dell’arrivo a Ciampino del detenuto Battisti è una pagina tra le più vergognose e grottesche della nostra storia repubblicana.
È semplicemente inconcepibile che due Ministri del Governo di un Paese civile abbiano ritenuto di poter fare dell’arrivo in aeroporto di un detenuto, pur latitante da 37 anni e finalmente assicurato alla giustizia del suo Paese, una occasione, cinica e sguaiata, di autopromozione propagandistica.


martedì 15 gennaio 2019

LA PAURA DI INVECCHIARE


Invecchiare è un processo inevitabile, non lo è sentirsi vecchi (Kabir Bedi). Le rughe non sono solo il segno degli anni, delle lotte, del dolore, ma ti ricordano tutti i sorrisi che hai elargito, le risate, le esplosioni di gioia e di meraviglia.

La paura di invecchiare è una delle più comuni.
Oggi vi spieghiamo perché dovreste “abbracciare” il processo di invecchiamento piuttosto che temerlo.

È un timore dietro il quale si nascondono ansie diverse e quindi può rivelarsi utile comprendere cosa realmente ti spaventa.


mercoledì 9 gennaio 2019

SALVINI, IL MINISTRO DELLA PAURA


Invasione. Schifo. Felpa. Sovranità. Terrorismo. Ruspa. Pulizia. Schiavismo. Da qualunque parola si parta si arriva sempre a lui: a Matteo Salvini, il neo ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio del governo Conte. Il politico più social, che ha saputo ripulire l'immagine di un partito consumato dagli scandali, la Lega, e capovolgere il suo mondo senza farsene accorgere. 


 All'inizio se la prendeva con i napoletani, poi con i Rom e infine con gli immigrati: ora "vengono prima gli italiani", non i padani. Prima il problema del Paese era la Calabria e il sud nullafacente ora sono da un lato gli spacciatori dall'altro i burocrati di Bruxelles.




venerdì 4 gennaio 2019

E LO CHIAMANO DECRETO SICUREZZA


Persone, donne e uomini, che diventano fantasmi di carne e sangue. Che non potranno essere rimpatriati, perché non ci sono accordi – e difficilmente ci saranno – con i Paesi di origine. E che vagheranno, come successo dopo lo sgombero del Baobab a Roma, per le città. Come fantasmi, appunto. Senza tutele, senza diritti, senza possibilità di riscatto. Senza nulla. Soli, in balia della criminalità organizzata. Perché per legge non potrebbero esistere.

 
"Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità", diceva Joseph Goebbels. E quella "lezione", purtroppo, sembra esser stata ben ascoltata. Fino a diventare percezione comune. La percezione per cui tutti mali del mondo, o quantomeno quelli dell'Italia, sono imputabili ai migranti. Agli stranieri. Ai poveri. Agli ultimi.
Ed è esattamente questo, quello che fa il decreto sicurezza e immigrazione di Salvini. Punta il fucile con precisione contro i migranti. E basta.