La
politica in favore delle telecamere, oltre ogni limite di decenza
Quanto accaduto ieri in occasione dell’arrivo a Ciampino del detenuto Battisti
è una pagina tra le più vergognose e grottesche della nostra storia
repubblicana.
È semplicemente inconcepibile che due Ministri del Governo di un Paese civile abbiano ritenuto di poter fare dell’arrivo in aeroporto di un detenuto, pur latitante da 37 anni e finalmente assicurato alla giustizia del suo Paese, una occasione, cinica e sguaiata, di autopromozione propagandistica.
È semplicemente inconcepibile che due Ministri del Governo di un Paese civile abbiano ritenuto di poter fare dell’arrivo in aeroporto di un detenuto, pur latitante da 37 anni e finalmente assicurato alla giustizia del suo Paese, una occasione, cinica e sguaiata, di autopromozione propagandistica.
I ministri Bonafede e
Salvini hanno ritenuto di doversi presentare in aeroporto, dove erano stati
zelantemente predisposti palchetti, per esibirsi in favore di telecamera,
evidentemente al fine di acquisire, nell’immaginario collettivo, il merito di un
evento frutto, come è ben noto, del lavoro ultratrentennale dei vari governi
che si sono succeduti nel tempo, al pari delle forze di polizia e dei servizi
di sicurezza e di intelligence.
Addirittura sconcertante
è che il Ministro della Giustizia abbia diffuso un video, con sinistro commento
musicale, titolando di “una giornata indimenticabile”; e non ci sono state
risparmiate foto ricordo del detenuto, con due agenti della polizia
penitenziaria al fianco, in spregio di espliciti divieti normativi.
L’Unione delle Camere
Penali Italiane esprime tutto il proprio sdegno e la propria riprovazione per
questa imbarazzante manifestazione di cinismo politico in una occasione in cui
lo Stato aveva già dimostrato la sua superiorità senza gratuiti clamori. Altro
è esprimere legittima soddisfazione per la conclusione di una lunga latitanza
di un cittadino raggiunto da plurime sentenze definitive di condanna per
gravissimi fatti di sangue, altro è esporre il detenuto, chiunque egli sia,
qualunque sia la sua colpa, come un trofeo di caccia, con foto ricordo al
seguito. Una pagina umiliante e buia di malgoverno, che rappresenta nel modo
più plastico e drammatico un’idea arcaica di giustizia ed un concetto primitivo
della dignità umana, estranei alla cultura del nostro Paese.
F.to
Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane, 15.1.2019
Giunta dell’Unione Camere Penali Italiane, 15.1.2019