mercoledì 9 gennaio 2019

SALVINI, IL MINISTRO DELLA PAURA


Invasione. Schifo. Felpa. Sovranità. Terrorismo. Ruspa. Pulizia. Schiavismo. Da qualunque parola si parta si arriva sempre a lui: a Matteo Salvini, il neo ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio del governo Conte. Il politico più social, che ha saputo ripulire l'immagine di un partito consumato dagli scandali, la Lega, e capovolgere il suo mondo senza farsene accorgere. 


 All'inizio se la prendeva con i napoletani, poi con i Rom e infine con gli immigrati: ora "vengono prima gli italiani", non i padani. Prima il problema del Paese era la Calabria e il sud nullafacente ora sono da un lato gli spacciatori dall'altro i burocrati di Bruxelles.





Antonello Caporale
Come racconta Caporale, Salvini ha cambiato la forma ma non la sostanza: il filo della narrazione vincente è sempre la paura. La paura dell'altro, di chi ci invade, di chi attenta alla nostra sicurezza, di chi ci spoglia dei nostri averi o della nostra fede e infine della nostra stessa identità.
 L’intelligenza del politico spregiudicato si è rivelata nel ripulire l’immagine di un partito devastato dagli scandali grazie ad un cambio radicale di prospettiva: se prima oggetto degli strali “padani” erano i napoletani e i meridionali ora “vengono prima gli italiani” e quindi lo schifo è rappresentato innanzitutto dagli immigrati, dai burocrati europei, dai rom.
È evidente poi che prendersi cura delle paure degli italiani, amplificarle, incarognirle, risulta una strategia vincente anche perché consente di sviare l’attenzione da vicende che potrebbero forse suscitare altre forme di rabbia.
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Antonello Caporale (Palomonte, 11 settembre 1961) è un giornalista e saggista italiano, caporedattore de IL FATTO Quotidiano