Report ha davvero
ucciso definitivamente il partito fondato da Antonio Di Pietro?
David Parenzo – 2.11.2012 –
Panorama.it
Per individuare i veri
assassini dell'Idv bisogna tornare sulla scena del delitto ed analizzare
tutti i dettagli della vicenda.
Ripercorrendo la storia di
questo partito si scopre che anche per l'ex Pm di Mani Pulite la
famiglia e' importante e quindi va in qualche modo inglobata nella gestione del
suo stesso movimento. Del resto, quando si è fondatori e leader indiscussi, si
pensa di poter fare tutto e infatti molto e' stato fatto per la grande famiglia
allargata di Tonino. Tutto regolare ma se ci si chiama "Italia dei
Valori" un bel giorno devi mettere in conto che su "quei
valori" qualcuno ti chieda ragione.
L'ex governatore della Sicilia
Raffaele Lombardo tiene famiglia e candida il giovane Toti all'Ars, Tonino fece
lo stesso con il 35 enne Cristiano Di Pietro, suo primogenito, al
consiglio provinciale di Campobasso.
Umberto Bossi faceva gestire i
suoi affari legati alla casa di Gemonio alla moglie Manuela Marrone (il vero
capo del fu "cerchio magico") e lui affida la gestione del bilancio
del suo partito in Lombardia alla prima moglie Isabella Ferrara e per
l'attuale moglie Susanna Mazzoleni c'è pronto un bel posto nella
triade proprietaria dell'associazione Italia dei Valori.
Nulla di irregolare, nulla di
penalmente rilevante ma se per anni fondi la ragione sociale del tuo partito
parlando contro i conflitti di interesse, certo qualche piccolo problema, prima
o poi, potrebbe sorgere.
Ma la colpa non è di Di Pietro
ma di tutti quelli che lo hanno affiancato in questi anni. Come mai solo oggi
uno dei suoi pretoriani più fedeli, Massimo Donati, lo scarica con
parole di fuoco? "Tradito dal segretario, si comporta come Berlusconi e
il suo declino sarà simile" . Il capogruppo dell'Idv dov'era in tutti
questi anni? Forse non sapeva della gestione padronale del patrimonio del
partito? Forse non aveva mai sentito parlare di un giovanotto chiamato
Cristiano Di Pietro?
I veri assassini dell'Idv sono
i suoi stessi dirigenti, che oggi provano a capitalizzare la sconfitta del capo
e a trasformare il partito nell'Italia dei Livori. Facile oggi, dopo lo
sbertucciamento della Gabbanelli, sparare sul morto.
Lo sapeva anche il trattore di
Montenero di Bisaccia che l'onorevole Cimadoro e' il cognato di Di
Pietro, eppure tutti zitti, tutti sotto coperta ad ossequiare il capo.
Ora che Report - dopo il bagno
di sangue delle elezioni in Sicilia - spara, si sappia che a premere il
grilletto però sono stati altri. Tutti coloro che in questi anni hanno fatto
gli struzzi per avere un piccolo strapuntino di potere.
Del resto, come
sosteneva il mitico Barone d'Holbach (amico di Diderot)
“Un buon cortigiano
non deve mai avere un’opinione personale, ma solamente quella del padrone o del
ministro (… ) Un buon cortigiano non deve mai avere ragione, non è in nessun
caso autorizzato ad essere più brillante del suo padrone (… ) deve tenere
presente che il Sovrano e più in generale l’uomo che sta al comando non ha mai
torto.”
Questo hanno fatto gli uomini di Tonino, i suoi veri assassini.
Trattasi di suicido assistito e i medici che hanno iniettato la dose letale si chiamano:
Ivan Rota (cognato di Cimadoro), Silvana Mura, Fabio Evangelisti, Aniello
Formisano, Sergio Piffari ecc..ecc..ecc...una vera equipe che in tutti questi
anni ha contribuito al "suicidio assistito" del gabbiano dei Valori.