lunedì 17 aprile 2017

QUANDO GLI ALBANESI ERAVAMO NOI


Gian Antonio Stella ci ricorda  che “….Quando si parla d'immigrazione italiana si pensa solo agli 'zii d'America', arricchiti e vincenti, ma nessuno vuole sapere che la percentuale di analfabeti tra gli italiani immigrati nel 1910 negli USA era del 71% o che gli italiani costituivano la maggioranza degli stranieri arrestati per omicidio” o ancora che il primo attentato nella storia,  con un’auto imbottita di esplosivo, è stato fatto a New York, non da terroristi ma da criminali italiani contro una banda avversaria.


 
Quando gli "albanesi" eravamo noi, espatriavamo illegalmente a centinaia di migliaia, ci linciavano come ladri di posti di lavoro, ci accusavano di essere tutti mafiosi e criminali. Quando gli "albanesi" eravamo noi, vendevamo i nostri bambini agli orchi girovaghi, gestivamo la tratta delle bianche, seminavamo il terrore anarchico ammazzando capi di stato e poveri passanti ed eravamo così sporchi che ci era interdetta la sala d'aspetto di terza classe. 


Quando gli "albanesi" eravamo noi, ci pesavano addosso secoli di fame, ignoranza, stereotipi infamanti. Quando gli "albanesi" eravamo noi, era solo ieri.
In questa ricostruzione di Gian Antonio Stella, (ampliata e aggiornata rispetto alla prima edizione del 2002), ricca di fatti, personaggi, avventure, documenti, aneddoti, storie ignote, ridicole o sconvolgenti, ecco finalmente l'altra faccia della grande emigrazione italiana. Quella che meglio dovremmo conoscere proprio per capire, rispettare e amare ancora di più i nostri nonni, padri, madri e sorelle che partirono. Quella che abbiamo rimosso solo per ricordare "gli zii d'America" arricchiti e vincenti.
Una scelta fatta per raccontare a noi stessi, in questi anni di confronti con le "orde" di immigrati in Italia e di montante xenofobia, che quando eravamo noi gli immigrati degli altri, eravamo "diversi". Eravamo più amati. Eravamo "migliori". Non era esattamente così.

 
Gian Antonio Stella, inviato ed editorialista del Corriere della Sera.
Nel 2007 ha pubblicato La casta, scritto con Sergio Rizzo, che con oltre 1.300.000 copie vendute e ben 24 edizioni è stato uno dei libri più venduti di quell'anno e la pubblicazione più importante della sua carriera.
Tra i suoi libri più famosi: L’Orda, Schei, La Deriva, Negri, froci, giudei & co. L’eterna guerra contro l’altro, un libro sul razzismo salutato da Claudio Magris come “un potente, ferocemente ilare e doloroso dizionario o prontuario universale di tutte le ingiurie, odi e pregiudizi nei confronti del diverso d'ogni genere”