Gian Antonio Stella ci ricorda
che “….Quando si parla d'immigrazione italiana si pensa solo agli 'zii
d'America', arricchiti e vincenti, ma nessuno vuole sapere che la percentuale
di analfabeti tra gli italiani immigrati nel 1910 negli USA era del 71% o che
gli italiani costituivano la maggioranza degli stranieri arrestati per
omicidio” o ancora che il primo
attentato nella storia, con un’auto imbottita di esplosivo, è stato fatto a
New York, non da terroristi ma da criminali italiani contro una banda
avversaria.
Quando gli "albanesi" eravamo noi, espatriavamo illegalmente
a centinaia di migliaia, ci linciavano come ladri di posti di lavoro, ci
accusavano di essere tutti mafiosi e criminali. Quando gli "albanesi"
eravamo noi, vendevamo i nostri bambini agli orchi girovaghi, gestivamo la
tratta delle bianche, seminavamo il terrore anarchico ammazzando capi di stato
e poveri passanti ed eravamo così sporchi che ci era interdetta la sala
d'aspetto di terza classe.
Quando gli "albanesi" eravamo noi, ci
pesavano addosso secoli di fame, ignoranza, stereotipi infamanti. Quando gli
"albanesi" eravamo noi, era solo ieri.
In questa ricostruzione di Gian Antonio Stella, (ampliata e aggiornata
rispetto alla prima edizione del 2002), ricca di fatti, personaggi, avventure,
documenti, aneddoti, storie ignote, ridicole o sconvolgenti, ecco finalmente
l'altra faccia della grande emigrazione italiana. Quella che meglio dovremmo
conoscere proprio per capire, rispettare e amare ancora di più i nostri nonni,
padri, madri e sorelle che partirono. Quella che abbiamo rimosso solo per
ricordare "gli zii d'America" arricchiti e vincenti.
Una
scelta fatta per raccontare a noi stessi, in questi anni di confronti con le
"orde" di immigrati in Italia e di montante xenofobia, che quando
eravamo noi gli immigrati degli altri, eravamo "diversi". Eravamo più
amati. Eravamo "migliori". Non era esattamente così.
Gian Antonio Stella, inviato ed
editorialista del Corriere della
Sera.
Nel 2007 ha pubblicato La casta, scritto con Sergio Rizzo, che con
oltre 1.300.000 copie vendute e ben 24 edizioni è stato uno dei libri più
venduti di quell'anno e la pubblicazione più importante della sua carriera.
Tra i suoi
libri più famosi: L’Orda, Schei, La Deriva, Negri, froci, giudei & co. L’eterna guerra contro l’altro,
un libro sul razzismo salutato da Claudio Magris come “un
potente, ferocemente ilare e doloroso dizionario o prontuario universale di
tutte le ingiurie, odi e pregiudizi nei confronti del diverso d'ogni genere”