Il Consiglio Superiore della Magistratura denunzia: “Dopo
la chiusura degli Opg, le Rems sono piene e i criminali malati mentali restano
liberi” (da Il Fatto quotidiano, 20 aprile 2017, http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/20/csm-la-denuncia-dopo-chiusura-degli-opg-rems-piene-liberi-criminali-malati-mentali/3533372/
In alcune Rems c'è anche un problema di sicurezza, dovuto all'
inadeguatezza della sorveglianza interna e esterna. A Caltagirone ci sono state
aggressioni al personale infermieristico, ha segnalato il Pg di Catania, e
anche “episodi di allontanamento dalla struttura degli ospiti ricoverati”. Il
problema era stato già affrontato un anno fa dal Corriere della Sera. E intanto a Fossombrone fervono i lavori per l'apertura del nuovo REMS.
20 aprile 2016
Le nuove strutture senza posti e accoglienza in crisi, PM in
difficoltà. Regioni inadempienti sulle strutture sanitarie e liste d’attesa
nelle poche Rems esistenti. A Milano altri quattro casi di "senza
posto" in 15 giorni. La magistratura non sa più dove metterli perché non
c’è più posto nel posto dove per legge dovrebbe metterli: altri quattro casi di
"senza posto" in 15 giorni ad esempio a Milano, e già oggi se ne
prepara un quinto, quello di un uomo non giudicabile per l’"incapacità di
intendere e volere" un sequestro e un tentato omicidio e l’incendio a suo
dire ordinatigli dai microchip nemici che sente nel cervello.
La lista di attesa
È una lista d’attesa di cui nessuno parla, quella delle
persone con disturbi psichiatrici tali da farle ritenere "non
imputabili" ma nel contempo "socialmente pericolose", per le
quali la legge non ammette la custodia in carcere o i domiciliari in ospedale,
ma "misure di sicurezza detentive" eseguibili unicamente nelle
"Rems-Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza":
strutture sanitarie delle Regioni, che in base alle leggi del 2012 e 2014
devono in teoria sostituire i 6 vecchi Opg-Ospedali psichiatrici giudiziari (ex
Ministero della Giustizia) chiusi il 31 marzo 2015 dopo 2 proroghe. In teoria:
perché, invece, in pratica spesso le Rems, disattendendo l’ordine dei pm, non
accolgono le persone inviate in misura di sicurezza provvisoria, ma adducono di
non avere più disponibilità (come Castiglione delle Stiviere che dichiara di
aver già in carico 220 pazienti contro 160 posti teorici), e indicano a
distanza di settimane la data alla quale ipotizzano di poter forse
"programmare" un posto libero (tipo il 10 maggio per misure di metà
aprile).
In 98 nello strano limbo
Puntuale
parte ogni volta un vorticoso carteggio tra Procure-Rems-Ministeri-Regioni,
ciascuno in cerca del pezzo di carta che formalmente lo esenti da
responsabilità. E intanto, nell’attesa del posto Rems, restano nel limbo della
libertà queste persone non processabili di solito per lesioni, maltrattamenti
in famiglia, stalking, violenza sessuale o tentati omicidi, valutate pericolose
dagli psichiatri negli atti, spesso dipendenti da droghe o alcol, prive di
famiglia e lavoro e casa che possano contenerne la patologia psichiatrica, e
del tutto indisponibili ad accettare di sottoporsi a cure: un limbo nel quale
al 31 dicembre 2015 permanevano almeno 98 persone. Alle quali sommare la cifra
invece oscura dei non imputabili che, trovandosi in carcere quando sono nel contempo
scarcerati e sottoposti a misura di sicurezza in Rems, ma non venendo poi presi
in carico dalle Rems prive di posto, nell’attesa restano in carcere senza
titolo (70 casi la stima l’anno scorso in Italia, l’ultimo nell’infermeria di
San Vittore da 8 giorni).
La Rems più virtuosa: Castiglione delle Stiviere –
Sugli psichiatri delle Rems, sui magistrati e sugli operatori
penitenziari si scaricano così tutte le incongruenze di una legge in sé saggia,
ma dissennatamente fatta entrare in vigore prima che le inadempienti Regioni
mettessero mano alle strutture e risorse per attuarla. Se infatti è stato
sacrosanto porre fine all’esperienza talvolta disumana di alcuni Opg, era già
chiaro che la loro chiusura avrebbe avuto senso solo se simultaneamente
accompagnata dall’apertura da parte delle Regioni di un numero adeguato di
Rems. Molte Regioni invece non le hanno aperte, altre hanno sottodimensionato i
posti, tanto che il governo nell’ottobre 2015 ne ha diffidate parecchie. Se il
sistema non è scoppiato subito nel 2015 è solo perché la Rems più
all’avanguardia sotto il profilo terapeutico, cioè l’ex Opg mantovano di
Castiglione delle Stiviere con 300 operatori, è diventata l’ammortizzatore di
tutti i pazienti convogliati lì dal Dap (Giustizia) a causa dell’assenza di
Rems nelle loro Regioni di provenienza.
Omissione d’ufficio
Ma arrivata a un livello di presenze (315) ingestibili e
incompatibili con la qualità della terapia da fornire ai pazienti, la Rems di
Castiglione (che oggi cura da sola quasi la metà dei 455 ospiti di tutte le
poche Rems italiane al costo medio di 40.000 euro annuo per paziente) d’intesa
con la Regione Lombardia ha iniziato a opporre liste d’attesa ai pm che bussano
per eseguire misure di sicurezza. E ogni volta parte così una "guerra tra
poveri", di cui si comincia a cogliere l’eco in un provvedimento ieri
della Procura di Milano che, nel prendere atto dell’indisponibilità della Rems,
aggiunge l’inciso "fatta salva l’individuazione di condotte penalmente
rilevanti nel rifiuto", e sembra così non escludere in futuro l’eventuale
reato di omissione d’atto d’ufficio.
Tutti fanno finta di niente
Gli psichiatri delle Rems tendono peraltro a ritenere
inappropriate per eccesso le misure di sicurezza disposte dai giudici nelle
Rems, e tendono a suggerire ai pm soluzioni temporanee alternative, come
ricoveri in reparti ospedalieri o servizi psichiatrici territoriali di diagnosi
e cura: soluzioni però o giuridicamente impercorribili o tempisticamente
improponibili per pm alle prese con persone che in ogni momento potrebbero far
male a chi hanno a fianco. Tutti fanno finta di niente, eppure tutti lo sanno.
Anche l’"Organismo di coordinamento del processo di
superamento dell’Opg" presieduto presso il ministero della Salute dal
sottosegretario Vito De Filippo. E anche il Parlamento, informato il 22 gennaio
2016 dalla Relazione dei ministeri della Salute e della Giustizia: "A
causa dell’indisponibilità di posti letto nelle Rems attive sul territorio
nazionale, non hanno potuto trovare posto nelle Rems neanche tutte le persone
che erano in stato di libertà quando i magistrati hanno disposto misure di
sicurezza detentive".