Per Giulietto Chiesa:
"Trump a un passo dall'atomica. E' la fine delle Nazioni Unite"
14 aprile 2017 - Andrea Barcariol – Intelligonews
Secondo i media americani, gli Stati
Uniti starebbero preparando un raid contro la Corea del Nord. Il ministero
degli Esteri ha risposto: "Se vogliono, noi siamo pronti alla
guerra". Come se non bastasse, ieri gli Usa hanno sganciato in Afghanistan
la più potente bomba non nucleare, in funzione anti-Isis, mentre oggi c'è stato
un raid della Turchia contro il Pkk in nord Iraq. Venti di guerra spirano in
tutto il mondo. Di questo Intelligonews ha parlato con il giornalista Giulietto
Chiesa, esperto di scenari geopolitici.
Ieri gli Stati Uniti hanno lanciato "la madre di tutte
le bombe" in Afghanistan contro l'Isis. Un messaggio indiretto contro la
Corea del Nord o contro Assad?
"Il messaggio temo sia a tutto il mondo, siamo alla bomba più vicina all'arma atomica. Questo dice che siamo a un passo dall'atomica. E' anche l'annuncio del prossimo attacco alla Corea del Nord, questo è chiarissimo, temo che siamo alla vigilia di un bombardamento. E' un cambio di paradigma, "American First" va interpretata come una dichiarazione di guerra contro il resto del mondo. Significa noi siamo i più forti e imporremo il nostro punto di vista a tutti. E' la fine delle Nazioni Unite, le conseguenti saranno devastanti se si continua in questa direzione".
Il ministro degli Esteri coreano ha replicato: "Se Usa vogliono, noi siamo pronti alla guerra".
"Questo è evidente, non c'è via di uscita, se non c'è negoziato e decidono tutto loro è ovvio che troveranno interlocutori che rispondono: noi ci difenderemo".
La politica estera di Trump sta indebolendo o rafforzando l'Isis?
"Sul terreno Assad è stato l'unico baluardo all'Isis, dobbiamo riconoscerlo, se non ci fosse stato lui il cosiddetto Califfato avrebbe sconfitto anche l'Iraq sconvolgendo totalmente il Medio Oriente. Bombardare Assad significa aprire la strada alla ripresa della guerra e destabilizzare tutta l'area. E' quindi una evidente contraddizione. Il problema fondamentale è che Trump ha perduto la battaglia interna: lui è andato al potere dicendo che avrebbe cambiato linea politica estera mentre sta facendo quello che avrebbe fatto la Clinton. Gli Stati Uniti sono i Servizi Segreti, il Pentagono, la Cia, sono loro che dettano l'agenda al presidente. Lui, non avendo la forza necessaria, non fa altro che eseguire i loro ordini. In questo modo sta distruggendo tutta la comunità internazionale".
L'incontro a Mosca tra Putin e Tillerson, segretario di Stato Usa, può essere il segno della ripresa della trattativa?
"Putin ha detto che sono pronti a farla finita subito, a patto che gli Usa tolgano il piede dall'acceleratore. L'incontro con Tillerson è stato desolante e il sottosegretario americano molto contraddittorio perché sono solo preoccupati di imporre la loro volontà. Dopo quattro ore Putin è uscito dicendo che le relazioni sono peggiorate".
Oggi c'è stato un raid turco contro il Pkk in Iraq. Che segnale è?
"La Turchia è un nostro alleato, abbiamo dentro la Nato forze che stanno costruendo la guerra e noi stiamo a guardare. Queste stesse forze vogliono portare l'Ucraina nella Nato, quindi noi avremo la guerra contro la Russia direttamente nella Nato. L'articolo 5 ci costringerà a entrare in guerra quando i pazzi della Nato avranno deciso di farla, purtroppo siamo degli ostaggi e ci faremo trascinare per i capelli".
"Il messaggio temo sia a tutto il mondo, siamo alla bomba più vicina all'arma atomica. Questo dice che siamo a un passo dall'atomica. E' anche l'annuncio del prossimo attacco alla Corea del Nord, questo è chiarissimo, temo che siamo alla vigilia di un bombardamento. E' un cambio di paradigma, "American First" va interpretata come una dichiarazione di guerra contro il resto del mondo. Significa noi siamo i più forti e imporremo il nostro punto di vista a tutti. E' la fine delle Nazioni Unite, le conseguenti saranno devastanti se si continua in questa direzione".
Il ministro degli Esteri coreano ha replicato: "Se Usa vogliono, noi siamo pronti alla guerra".
"Questo è evidente, non c'è via di uscita, se non c'è negoziato e decidono tutto loro è ovvio che troveranno interlocutori che rispondono: noi ci difenderemo".
La politica estera di Trump sta indebolendo o rafforzando l'Isis?
"Sul terreno Assad è stato l'unico baluardo all'Isis, dobbiamo riconoscerlo, se non ci fosse stato lui il cosiddetto Califfato avrebbe sconfitto anche l'Iraq sconvolgendo totalmente il Medio Oriente. Bombardare Assad significa aprire la strada alla ripresa della guerra e destabilizzare tutta l'area. E' quindi una evidente contraddizione. Il problema fondamentale è che Trump ha perduto la battaglia interna: lui è andato al potere dicendo che avrebbe cambiato linea politica estera mentre sta facendo quello che avrebbe fatto la Clinton. Gli Stati Uniti sono i Servizi Segreti, il Pentagono, la Cia, sono loro che dettano l'agenda al presidente. Lui, non avendo la forza necessaria, non fa altro che eseguire i loro ordini. In questo modo sta distruggendo tutta la comunità internazionale".
L'incontro a Mosca tra Putin e Tillerson, segretario di Stato Usa, può essere il segno della ripresa della trattativa?
"Putin ha detto che sono pronti a farla finita subito, a patto che gli Usa tolgano il piede dall'acceleratore. L'incontro con Tillerson è stato desolante e il sottosegretario americano molto contraddittorio perché sono solo preoccupati di imporre la loro volontà. Dopo quattro ore Putin è uscito dicendo che le relazioni sono peggiorate".
Oggi c'è stato un raid turco contro il Pkk in Iraq. Che segnale è?
"La Turchia è un nostro alleato, abbiamo dentro la Nato forze che stanno costruendo la guerra e noi stiamo a guardare. Queste stesse forze vogliono portare l'Ucraina nella Nato, quindi noi avremo la guerra contro la Russia direttamente nella Nato. L'articolo 5 ci costringerà a entrare in guerra quando i pazzi della Nato avranno deciso di farla, purtroppo siamo degli ostaggi e ci faremo trascinare per i capelli".