Con l’elezione del nuovo Presidente
degli Stati Uniti, il mondo pensa con apprensione alla “valigetta nucleare”,
chiamata “Nuclear Football” e che corrisponde per la Russia di Putin alla “Cheget”. Le due valigette sono il
simbolo del potere atomico delle due nazioni più potenti del mondo e contengono
i codici segreti che i due Presidenti dovrebbero dare ai rispettivi Comandi Generali
per lanciare un attacco nucleare devastante e assoluto. Se succedesse, sarebbe
la fine del pianeta terra.
La valigetta nucleare |
Rumors
e leggende metropolitane avvolgono questa semplice borsa di pelle nera. Ma
perché segue sempre il Presidente degli stati Uniti d’America?
Lo abbiamo
visto spesso anche in tv. Il Presidente
degli Stati Uniti scende la
scaletta dell’Air Force One e si dirige verso l’auto di
rappresentanza che dovrà scortarlo a destinazione. Nel tratto che lo separa
dall’auto è circondato da una dozzina di uomini della sicurezza, muscolosi,
armati, con indosso un abito scuro con camicia bianca e cravatta abbinata al
vestito. Accanto al Presidente metà del suo staff gli mostra dei documenti.
In coda al cordone di sicurezza c’è un uomo vestito con un abito blu che
porta delle borse, della grandezza di 24 ore. Una di queste borse è nera, di
pelle, e segue il Presidente ovunque vada. Da questa borsa
dipende il futuro del Paese, e non solo.
Sembra
la scena di un film, uno di quei thriller ad alta tensione su un attentato
terroristico sventato dall’eroe di turno con un cacciavite e un po’ di nastro
isolante, invece è tutto vero.
Ovunque
vada il Presidente
degli Stati Uniti d’America è sempre presente una valigetta di
pelle nera, importantissima e dal contenuto misterioso e segreto.
Intorno
a questa borsa si sono sviluppate molte teorie, leggende metropolitane, teorie
del complotto e chi più ne ha più ne metta, ma cosa contiene veramente?
Questa
è una delle versioni più attendibili.
Nuclear
Football
Così viene chiamata in gergo la valigetta
nera di pelle che segue il Presidente in ogni
dove, e la parola “nuclear” dovrebbe fare accendere qualche lucina nel
cervello. Infatti, all’interno della borsa ci sono documenti top
secret
contenenti la procedura da seguire per consentire al Presidente di autorizzare
un attacco nucleare se distante dalla Situation Room.
La Situation
Room
è una stanza situata nella West Wing, l’ala
Ovest della Casa Bianca, che comprende anche la Stanza Ovale; qui è
dove il centro di comando degli Usa si riunisce durante le emergenze che
riguardano la sicurezza nazionale. Forse ricorderete le immagini di Obama e del
suo Staff durante la cattura e uccisione di Osama Bin Laden nel
maggio del 2012.
Fu la prima volta nella storia che una telecamera fu
ammessa nella Situation Room.
Tornando
alla valigetta, dicevamo che contiene dei documenti relativi a un possibile
attacco nucleare da sferrare, e contiene – almeno stando dichiarazioni di Bill Gulley, ex
direttore dell’ufficio militare della Casa Bianca (WHMO) - le seguenti
cose:
1) un “black
book”, un libro nero di 75 pagine sulle possibili ritorsioni derivanti da
un attacco nucleare, stampato con un inchiostro nero e rosso;
2) un
altro libro nero contenente una lista di siti dove poter condurre il Presidente per
garantirne l’incolumità;
3) una
cartellina contenente 10 pagine di istruzioni su come far funzionare il sistema
di trasmissione di emergenza;
4) una
scheda con i codici di autenticazione;
5) la
presenza di un antenna che spunta dalla valigetta fa pensare che possa
contenere anche delle apparecchiature di comunicazione interna, criptate e
sicure.
La
valigia è apparsa per la prima volta nel 1962, durante l’amministrazione Kennedy, poco
dopo la crisi missilistica cubana. Da allora la borsa deve essere sempre a
fianco del Presidente ovunque vada, in auto, aereo,
elicottero.
Il
personale incaricato di portare la borsa nera segue un durissimo addestramento
militare ed è tenuto a fornire le informazioni essenziali al Presidente in
maniera chiara e nel minor tempo possibile. Una bella responsabilità, insomma.
Quando
il Presidente è
nella sua residenza, la borsa viene tenuta in una stanza sicura della Casa Bianca,
chiamata “Ap Reports”.
Speriamo
che non debbano mai aprirla.