martedì 18 dicembre 2012

LA GLORIOSA INGRAVIDAZIONE




Quando è stato dato l’annuncio ufficiale che l’utero della duchessa di Cambridge era occupato, il primo ministro britannico David Cameron si è detto “entusiasta”. E ci credo. La notizia non poteva arrivare in un momento migliore. L’informazione sulla Gloriosa Gravidanza della Magica Vagina di successione monarchica ha opportunamente scalzato dalle prime pagine lo stato pietoso della nostra economia (inglese, n.d.r.). Adesso ci toccano mesi di ipotesi sul nome del neonato e di studio del pancione.La Casa dei Windsor è diventata l’ennesima telenovela, anziché un’istituzione che non smette di confiscare i pieni diritti democratici agli altri 70 milioni di umani che abitano quest’isoletta piovosa. Ma non fa niente, i bebè sono tanto carini e dobbiamo augurare ogni bene alla Coppia reale. (…). Io mi sbilancio e dichiaro di far parte delle molte migliaia di persone che non hanno provato particolari emozioni sentendo la notizia. Quei due non li conosco e probabilmente non li conoscerò mai di persona. Al pari di tanti di noi, so solo cosa rappresentano, e cioè il potere e il privilegio e i mille modi in cui si autogiustificano a forza di parate e di bandiere.(…). 

L’anno prossimo nel Regno Unito nasceranno circa 750mila bambini. Almeno 250mila nasceranno in famiglie povere. Cresceranno senza avere idea di come potersi permettere un’istruzione, una casa e le altre cose che perfino i loro genitori in una certa misura davano per scontate. Questi bambini e i loro genitori passeranno i prossimi vent’anni a guardare, sulle pagine dei quotidiani, un piccoletto come loro crescere fra lussi e privilegi inimmaginabili. La lezione è: stattene al tuo posto, non dimenticare mai a che ceto sociale appartieni e quali sono i suoi limiti, mettiti bene in testa chi è che comanda. Malgrado tutto quello che potrete leggere sulla stampa internazionale, qui, oggi le fiabe sono merce sempre più rara.
(Stralcio da “La principessa incinta” – Internazionale – 14/20 dicembre 2012 - di Laurie Penny, giornalista britannica, Columnist del settimanale New Statesman e collaboratrice del Guardian)