martedì 13 maggio 2025

LA VECCHIAIA

 

— Sai qual è la cosa più dura dell’invecchiare?

— Dimmi.

— Diventi invisibile.

Finché sei giovane, in qualche modo esisti: sei “quello simpatico”, “quello elegante”, “quello forte”, “quello brillante”. Qualcuno ti guarda, ti nota, ti chiama per nome.

Poi, lentamente, cambi.

Diventi “il signore con i capelli bianchi”. E basta.

È come se sparissi agli occhi del mondo.

 

Quando si parla di un anziano, spesso si parla solo della sua età:

“Ha più di ottant’anni”, “sta andando per i novanta”.

Non si dice più:

“era un dirigente”

“Era un musicista”,

“Ha insegnato a generazioni di studenti”,

“Ora vive da solo, ma un tempo…”.

Con il tempo, le persone che sanno chi eri davvero scompaiono.

Gli amici si perdono.

I figli vivono immersi nella loro vita, tra lavoro, figli, appuntamenti.

Ogni tanto una chiamata veloce, una visita fugace.

Nel quartiere, i volti cambiano.

I nuovi inquilini non sanno chi è “il signore del secondo piano”.

Al negozio, nessuno più ti chiama per nome.

E intanto si crea un vuoto. Silenzioso. Invisibile.

Non capiamo perché nostra madre ci chiami più volte al giorno per chiederci del tempo, del meteo o per sapere dove abbiamo messo quella cosa che lei non ha mai avuto.

Non capiamo perché nostro padre ripeta le stesse domande.

Ma dentro, c’è solo una paura:

la paura di essere dimenticati.

La paura che nessuno, più, li stia guardando.

Perché la vecchiaia non è solo un corpo che cambia.

È diventare trasparenti.

È il bisogno disperato di sapere che, per qualcuno, si esiste ancora.

 

(dalla rete internet)