Un po’ di
chiarezza sulle borse biodegradabili che, dall'inizio dell'anno, hanno
sostituito quelle in plastica ultraleggera.
“…
(omissi) …La martellante discussione sulle nuove normative riguardo alle buste
ultraleggere per frutta e verdura, con il costo addebitato al consumatore,
rischia di lasciare spazio a comportamenti scorretti. “…Tanto che
importa, è biodegradabile, e l’ho anche pagata”.
L’impressione
di aver già pagato una sorta di tributo all’ambiente può incoraggiare
atteggiamenti rischiosi: abbandonare
per strada, o in un parco, un sacchetto come quelli descritti dalla normativa,
non lo farà degradare nell’ambiente, perché è solo la compostabilità all’interno
di un impianto di compostaggio industriale a essere assicurata dalla normativa.
Sul suolo, in un fiume, o in mare la
busta biodegradabile e compostabile danneggia anch’essa l’ambiente, e
sulle conseguenze quantitative non ci sono ancora certezze scientifiche.
Quindi, se è vero che gli attributi biodegradabile e compostabile evocano alla
nostra mente materiali meno dannosi per l’ambiente rispetto ai loro simili
derivati dal petrolio, è doveroso aggiungere che anch’essi vanno correttamente smaltiti.
La
compostabilità non è sinonimo di riciclabilità. I materiali
compostabili, e quindi anche le buste della spesa secondo la nuova normativa,
non sono fatti per essere riciclati: vanno smaltiti con i rifiuti umidi, e non
con la plastica, destinata invece agli impianti per il riciclo.
Fonte: Sito Oggiscienza - Giulia Urbinati - 17.1.2018