4 dicembre 2013 - La Corte
costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme della
legge elettorale n. 270/2005 (Porcellum). Ripropongo il mio viaggio nel
Porcellum, un viaggio fatto in punta di piedi nel sistema elettorale più
antidemocratico della nostra storia repubblicana, in attesa che il Governo ci
dia un nuovo sistema elettorale.
Aldo Maturo
Porcellum deriva da “porcata”,
termine usato dal ministro Calderoli, estensore della legge, per definire il
sistema elettorale da lui stesso creato.
Quello che segue è
un viaggio fatto in punta di piedi nel sistema elettorale più antidemocratico
della nostra storia repubblicana, inventato per assicurare alle
segreterie dei partiti il controllo completo del Parlamento,
“designando” parlamentari-peones-yes man con analogie non molto dissimili
dalle parodie elettorali che si svolgono nei paesi dittatoriali.
Ed allora turiamoci
il naso e cominciamo.
Per eleggere i deputati l’Italia è stata suddivisa in 26
circoscrizioni che devono esprimere 617 “eletti”. Altri 12 sono “eletti”
nelle circoscrizioni estere e 1 in Val d’Aosta, per un totale di 630.
I 315 senatori,
invece,sono “eletti” in 20 circoscrizioni, una per ogni regione e 6
provengono dalla circoscrizione estera. Ogni regione deve avere almeno 7
senatori ad eccezione del Molise che ne ha 2 e della Valle d’Aosta 1. Del
Senato fanno parte poi i senatori a vita e gli ex Presidenti della Repubblica.
Per trasformare in
seggi i voti attribuiti a un partito/lista i sistemi elettorali più classici
erano il proporzionale e il maggioritario.
Con il proporzionale
i seggi sono attribuiti in proporzione al numero di voti ottenuti dal partito e
con il maggioritario vince il partito/lista/coalizione che ha ottenuto il maggior
numero di voti.
Il Porcellum
(L.21.12.2005 n.270) voleva essere una via di mezzo miscelando il sistema
proporzionale con un premio di maggioranza.
In realtà con il
Porcellum l’elettore non esprime preferenze per l’uno o l’altro candidato ma
riceve una scheda per la Camera ed una per il Senato e può esprimere il suo
voto su liste bloccate riportate sotto il simbolo del partito prescelto, senza
possibilità di indicare preferenze individuali sul singolo candidato. E’ per
questo che si dice che con il Porcellum i deputati e i senatori non sono
“eletti” ma sono “designati” dalle Segreterie dei partiti e all’elettore resta
solo una sorta di “ratifica”. I seggi saranno assegnati ai partiti secondo
l’ordine di elencazione dei candidati nelle singole liste (viene eletto il
primo, poi il secondo, il terzo e via via a scorrere secondo i voti ottenuti
dalla lista)
Il Porcellum, voluto
dalla coalizione Lega-PDL nel loro periodo di massima espansione, ha sbaraccato
il Parlamento da tutti i partiti minori prevedendo la “soglia di sbarramento”,
meccanismo con il quale si escludono i mini partiti che non hanno
raggiunto un numero di voti minimo predeterminato (il 4% dei voti validi, se da
soli, e il 10% se in coalizione, a condizione che almeno uno dei partiti della
coalizione abbia ottenuto il 2% dei voti validi in campo nazionale).
A elezioni ultimate
si calcoleranno, per la Camera, tutti i voti ottenuti nelle 26 circoscrizioni
dai singoli partiti e dalle coalizioni che hanno superato la soglia di
sbarramento e si verificherà a questo punto se un partito, una coalizione o una
lista singola ha ottenuto da sola, per il numero dei voti ottenuti, i 340 seggi
previsti dal sistema. Se nessuno ha conseguito tale risultato, alla lista più
votata si attribuiranno d’ufficio 340 seggi (in applicazione del famoso
“Premio di Maggioranza”). Le altre coalizioni e gli altri partiti “singoli” si
suddivideranno i rimanenti 277 seggi in proporzione dei voti ottenuti. E’
chiaro che se la coalizione o la lista vincente ha avuto, autonomamente, più di
340 seggi, si terrà tutti quelli che ha eletto e agli altri andranno non 277
seggi ma la differenza tra quelli ottenuti dalla maggioranza e i seggi
residui. Grazie al Premio di Maggioranza, quindi, basta un solo voto più
delle altre liste per portare a casa 340 parlamentari (che possono essere molti
di più di quelli che gli elettori volevano attribuire a quella lista o
coalizione).
Una volta calcolato
che a un partito, a livello nazionale, spettano X seggi, si procederà alla
suddivisione di questi seggi, sempre in maniera proporzionale ai voti ottenuti,
nelle varie sedi circoscrizionali periferiche. Ogni partito quindi saprà quanti
deputati ha “eletto” nella singola circoscrizione ed è chiaro che gli
“eletti” saranno i nominativi indicati per primi nella lista, secondo la
collocazione progressiva in lista predisposta dai partiti, senza che a monte vi
sia stata alcuna preferenza da parte degli elettori. E’ il partito che
decide perché è il partito che, nel formare la lista, ha scelto l’ordine di
elencazione dei candidati, che andranno alla Camera non per le singole
preferenze ottenute ma per la semplice collocazione nei primi posti della lista
voluta dalla segreteria del partito.
Per il Senato
abbiamo detto che i senatori vengono eletti in 20 circoscrizioni, una per ogni
regione. Mentre alla Camera il Premio di maggioranza è su base nazionale, al
Senato è attribuito su base regionale. Si verifica se la lista o la
coalizione più votata ha conseguito da sola il 55% dei seggi assegnati alla
Regione. Se ciò non è avvenuto, le vengono assegnati tanti ulteriori seggi fino
a raggiungere il 55% dei seggi della regione e i seggi residui vengono
ripartiti fra le altre coalizioni o liste singole. Anche in questo caso
vengono “eletti” i candidati compresi nelle liste secondo l’ordine di
elencazione e non per i voti individuali ricevuti. L’attribuzione del 55%
dei seggi, fatta “d’ufficio”, può falsare quella che è stata la volontà degli
elettori. Il “Premio di maggioranza” non è previsto in Molise, Valle d’Aosta,
Trentino-Alto Adige, Circoscrizione Estera.
Come si è visto è
un meccanismo micidiale, completamente gestito dalle Segreterie dei partiti che
sono le sole a decidere chi deve essere “designato” o, meglio, essere cooptato
nella schiera della casta. Al cittadino che ancora va a votare non resta che
ratificare la scelta fatta dal suo partito.
La lotta di questi
giorni per un nuovo sistema elettorale fa stare in fibrillazione le Segreterie
dei partiti, tutte indistintamente, perché una radicale modifica del porcellum
non consentirà più di “designare” i parlamentari di loro fiducia. Con un nuovo
sistema elettorale – se non s’inventano qualche altro cavillo - potrebbero
restare a spasso uomini di partito che fin’ora dormivano sogni tranquilli
perché “blindati” in “listini” di sicurezza su cui l’elettore non aveva alcun
potere decisionale.