A chi c’era perché ricordi, a chi non c’era perché sappia
Aldo Maturo
Queste pagine sono nate dalla consapevolezza che gli anni 1976-1981, oltre ad aver terrorizzato l’Italia per essere stati – come è stato storicamente accertato – i più terribili della storia repubblicana, hanno coinciso per gli abitanti di Fossombrone con il disagio di trovarsi “in casa” i detenuti più pericolosi del Paese e l’imposizione di dover convivere con questa presenza ingombrante, fonte di preoccupazioni e pericoli.
Ho vissuto quegli anni come Direttore del locale istituto penitenziario, trasformato in pochi mesi in carcere di massima sicurezza, ma ho sempre trovato il tempo per partecipare alla vita di Fossombrone colloquiando giornalmente con tante persone, amiche o conoscenti. Se alcune erano tolleranti, altre avrebbero fatto volentieri a meno di quella presenza scomoda “laggiù”, in Via Leopardi, che stava quasi tutti i giorni sui giornali rilanciando ogni volta il nome di Fossombrone nella cronaca nera nazionale. Oggi, a distanza di tanti anni, quel ricordo è sfumato e forse ne rimane traccia solo nella mente dei più anziani.
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D’altra parte le carceri e i loro operatori rappresentavano un simbolo e un nemico da abbattere nell’ambito della “campagna carceri” scatenata dai terroristi per anni. Continue, infatti, le minacce di attentati alla persona o alle strutture, firmate dalle BR, NAP, Prima Linea o da tante altre sigle a loro collegate.
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E’ stata una sfida traumatica vissuta quotidianamente aspettando l’imprevisto del giorno dopo. Avremmo preferito la penombra, ma purtroppo i riflettori erano sempre lì pronti ad illuminare i fatti di cronaca che ci vedevano ogni volta involontari protagonisti. Abbiamo visto di tutto, proteste, evasioni, omicidi, attentati, accoltellamenti, sequestri di persona.
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Sono state ore interminabili di anni lunghi e difficili. Senza l’intesa creatasi con il personale e senza la sua professionalità il carcere non avrebbe retto ai ritmi di lavoro richiesti giornalmente.
Queste pagine nascono dall’idea di voler testimoniare – con l’aiuto di alcuni articoli di stampa che ripercorrono in parte quel periodo - che cosa ha significato vivere tra quelle mura tra il 1976 e il 1981, per ricordarlo a chi ci ha vissuto, a chi ci ha creduto, a chi ci ha visti solo da lontano, a chi ancora non c’era.
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Aldo Maturo "Quei giorni più lunghi " - Fossombrone 1976-1981
Melchiorri Editore Pesaro - pag.225 - 2024