Ormai
travolto da un' ebbrezza comunicativa che lo fa sentire assolto da qualunque freno
o vincolo, nemmeno si rende conto fino in fondo della gravità delle cose che
dice o scrive.
La sede della Corte di Giustizia Europea |
Gian Domenico Caiazza (avvocato, Presidente dell’Unione delle Camere Penali italiane).
"Un
baraccone di un inutile baraccone", ecco che cosa è, per il nostro
vicepresidente del Consiglio e ministro degli Interni, la Corte Europea dei
Diritti dell' uomo e lo dice non in una conversazione privatissima
fortunosamente intercettato a sua insaputa ma in una dichiarazione pubblica
ufficiale.
Stiamo
parlando dell' organo giurisdizionale istituito nel mille novecento
cinquantanove dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'
uomo e delle libertà fondamentali.
Vi
aderiscono quindi tutti i membri del Consiglio d' Europa, dunque l' inutile
baraccone sta lì da quasi sessanta anni per controllare che gli Stati membri
rispettino i principi convenzionali.
Ne
vogliamo ricordare qualcuno di questi principi sui quali veglia la corte?
- Diritto
alla vita
-
Proibizione della tortura
-
Proibizione della schiavitù
-
Diritto alla libertà e alla sicurezza
-
Diritto ad un equo processo
-
Nulla poena sine lege
-
Diritto alla vita privata e familiare
-
Libertà di pensiero, coscienza e religione
-
Libertà di espressione
-
Diritto al matrimonio
-
Libertà di riunione e d' associazione
-
Divieto di discriminazione
- Divieto
dell' abuso del diritto
Definire
un baraccone inutile una istituzione di questo altissimo prestigio e valore
significa ritenere quei diritti fondamentali, e la convenzione europea
che li
riafferma e li tutela, una paccottiglia di robaccia tale che, al solo sentirne
parlare, come “autorevolmente” si
disse durante il regime fascista, si mette mano alla pistola.
Mi
chiedo se ci sarà un momento nel quale si porrà fine ad una spirale iconoclasta
così inaudita e incomprensibile.
Io sono
personalmente certo che l' onorevole,
ormai travolto da un' ebbrezza comunicativa che lo fa sentire assolto da
qualunque freno o vincolo, nemmeno si renda conto fino in fondo della gravità
delle cose che dice o scrive. E tutto
questo perché la Corte, investita da un ricorso contro lo Stato italiano
ritualmente sollevato, immagino, dai legali
o dai familiari di Provenzano, era chiamata a giudicare se l' aver
trattenuto in stato detentivo di massima sicurezza il signor Bernardo
Provenzano, appunto capo dei capi della mafia siciliana, negli ultimi quattro
mesi di vita quando era stata clinicamente accertata in buona sostanza la sua
morte cerebrale, fosse stato rispettoso del fondamentale diritto ad una pena non
disumana.
Un
vegetale, né più né meno che un vegetale, sei sei ridotto nello stesso stato
di una pianta di cactus hai il diritto di morire nel tuo letto.
Negare
questo elementare diritto, come fece il ministro Orlando,
in
considerazione della elevata pericolosità della pianta di cactus Provenzano
mantenendo la detenzione di massima sicurezza, fu un indecente accanimento
dello Stato su un uomo morto nel senso proprio tecnico del termine.
Un
trattamento disumano e degradante del detenuto, chiunque egli sia, qualunque
crimine egli abbia commesso. Questo ha detto la Corte Europea e non era
necessario aspettare la Corte europea per essere convinti di una simile
plateale evidenza. Naturalmente il regime del quarantuno bis non c' entra né
poco né punto. La Corte europea non ha detto una parola sul quarantuno bis e
quando ciò è accaduto in precedenti decisioni l' ha fatto per ribadire la
compatibilità con i principi convenzionali.
Non c'
entra nulla il quarantuno bis ed infatti puntualmente il ministro Buonafede ha
tuonato: il quarantuno bis non si tocca.
Sono
pagine così sconfortanti e al tempo stesso così allarmanti che verrebbe voglia
di pensare: ora mi sveglio e capisco che è stato solo un incubo.
Ma non è
così e perciò, oltre che sognare di aver sognato, rimbocchiamoci le maniche, non
è più tempo di sognare, non è più tempo di dormire o di scrollare le spalle,
tirare diritto. Sono in gioco principi e diritti che ritenevamo intoccabili e
che ormai all' evidenza non lo sono più
Coraggio
diamoci da fare e buona giornata a tutti.
Fonte : Radioradicale, 27.10.2018