mercoledì 16 maggio 2018

NAPOLI, UN PITTORESCO ABUSIVISMO


A Napoli sono abusivi perfino i cimiteri: 500 loculi fuorilegge. Un business da due milioni e mezzo di euro.Manca solo il paradiso abusivo. Ma quello, a differenza delle tombe, può attendere.

 
L'ultima frontiera dell'abusivismo a Napoli e dintorni? Il cimitero. A completare l'improbabile mondo borderline che prospera sotto il Vesuvio, salta fuori la necropoli abusiva, nascosta all'interno dei confini del camposanto (quello «vero») di Torre Annunziata. Qui i carabinieri hanno scoperto 500 loculi, alcuni dei quali già assegnati in concessione, realizzati senza l'ombra d'autorizzazioni nell'area di un'arciconfraternita.


 Il tesoriere di quest'ultima è finito denunciato insieme all'imprenditore che ha costruito il manufatto. Il business mancato, che introduce il concetto di edilizia cimiteriale abusiva, avrebbe portato a introiti per due milioni e mezzo di euro. Ma il camposanto aumm' aumm' chiude il cerchio di una tradizione partenopea, pittoresca ma non certo invidiabile: quella dell'abusivismo spalmato in ogni settore.

Prima di trovare riposo eterno nel sepolcro abusivo, un cittadino di questo mondo parallelo vive, naturalmente, in una casa altrettanto abusiva (nel quartiere di Pianura, per 58mila abitanti nel 2010 c'erano 70mila richieste di sanatoria), prende il caffé in un bar abusivo (a maggio a Pozzuoli ne è stato demolito uno a ridosso della Tangenziale), batte il caro carburanti facendo il pieno in un distributore abusivo (a gennaio vicino Caserta la finanza ne ha sequestrato uno con 9000 litri di gasolio mai denunciati), prende appuntamento col «dentista» abusivo (era settembre scorso quando le fiamme gialle hanno sorpreso un 39enne di Santa Maria Capua Vetere intento ad applicare una dentiera a una paziente: non aveva uno straccio di titolo).


E se la sera ha voglia di uscire, prenota il posteggio dell'auto spedendo un sms al parcheggiatore abusivo di fiducia, che provvederà a mantenere libero lo spazio per la macchina (se non finisce denunciato, come è capitato a un intraprendente 20enne lo scorso ottobre nel centralissimo quartiere Chiaia). I suoi figli frequentano una scuola abusiva (a maggio la polizia municipale ne ha scoperta una in piazza Dante con 116 alunni, tutti stranieri), e sulla sua tavola non mancano pane, prodotto nel migliaio di forni abusivi legati alla camorra, vino, fatto con l'uva coltivata abusivamente nel terreno inutilmente confiscato al clan Nuvoletta (è successo a Chiaiano lo scorso febbraio), e cozze, allevate abusivamente nelle non limpidissime acque del porto (pochi giorni fa la polizia ne ha sequestrate 6 tonnellate tra Pozzuoli e Napoli).

A proposito di mare, in estate aprono anche tanti stabilimenti balneari attrezzati di lettini, docce, musica e bar, ovviamente del tutto abusivi (il 10 agosto a Bagnoli ne hanno chiusi due, con 80 lettini e 1400 metri quadri di spiaggia). Qualcosa di più elitario? I posti barca abusivi nella cala di Marina Grande, a Capri (business costato una denuncia a un 34enne dell'isola). Ma il nostro uomo può anche far vacanza in stile villaggio: nel 2009, nell'hinterland napoletano, la finanza ha sequestrato un «parco turistico» - ovviamente abusivo - con 4 edifici, 161 case prefabbricate, piscine, campi da calcio e da tennis, laghi artificiali, bar, supermarket. Persino una chiesa. Manca solo il paradiso abusivo. Ma quello, a differenza delle tombe, può attendere.

Massimo Malpica - 24/08/2012