Un racconto terribile e ci vuole coraggio a leggerlo tutto . “Io ho detto al bambino di mettersi in un angolo, cioè
vicino al letto, quasi ai piedi del letto, con le braccia alzate e con la
faccia al muro. Allora il bambino, per come io ho detto, si è messo faccia al
muro. Io ci sono andato da dietro e ci ho messo la corda al collo. Tirandolo
con uno sbalzo forte, me lo sono tirato indietro e l’ho appoggiato a terra……
"Globalist" - 17.11.2017
Tratto dai verbali
terribili, drammatici sulla morte di Giuseppe Di Matteo, che aveva 13 anni,
ucciso dopo 25 mesi di prigionia, 779 giorni.
“Io ho detto
al bambino di mettersi in un angolo, cioè vicino al letto, quasi ai piedi del
letto, con le braccia alzate e con la faccia al muro. Allora il bambino, per
come io ho detto, si è messo faccia al muro. Io ci sono andato da dietro e ci
ho messo la corda al collo.
Tirandolo con uno sbalzo forte, me lo sono tirato
indietro e l’ho appoggiato a terra. Enzo Brusca si è messo sopra le braccia
inchiodandolo in questa maniera (incrocia le braccia) e Monticciolo si è messo
sulle gambe del bambino per evitare che si muoveva. Nel momento della
aggressione che io ho butttato il bambino e Monticciolo si stava già avviando
per tenere le gambe, gli dice ‘mi dispiace’ rivolto al bambino ‘tuo papà ha
fatto il cornuto’ .
(…)
Il bambino non ha capito niente, perché non se l’aspettava, non si aspettava niente e poi il bambino ormai non era… come voglio dire, non aveva la reazione di un bambino, sembrava molle… anche se non ci mancava mangiare, non ci mancava niente, ma sicuramente la mancanza di libertà, il bambino diciamo era molto molle, era tenero, sembrava fatto di burro… cioè questo, il bambino penso non ha capito niente. Sto morendo, penso non l’abbia neanche capito. Il bambino ha fatto solo uno sbalzo di reazione, uno solo e lento, ha fatto solo questo e non si è mosso più, solo gli occhi, cioè girava gli occhi.
(…)
Io ho spogliato il bambino e il bambino era urinato e si era fatto anche addosso dalla paura di quello che abbia potuto capire o è un fatto naturale perché è gonfiato il bambino. Dopo averlo spogliato, ci abbiamo tolto, aveva un orologio da polso e tutto, abbiamo versato l’acido nel fusto e abbiamo preso il bambino. Io ho preso il bambino. Io l’ho preso per i piedi e Monticciolo e Brusca l’hanno preso per un braccio l’uno così l’abbiamo messo nell’acido e ce ne siamo andati sopra.
(…)
Io ci sono andato giù, sono andato a vedere lì e del bambino c’era solo un pezzo di gamba e una parte della schiena, perché io ho cercato di mescolare e ho visto che c’era solo un pezzo di gamba… e una parte… però era un attimo perché sono andato… uscito perché lì dentro la puzza dell’acido era… cioè si soffocava lì dentro. Poi siamo andati tutti a dormire“.
(…)
Il bambino non ha capito niente, perché non se l’aspettava, non si aspettava niente e poi il bambino ormai non era… come voglio dire, non aveva la reazione di un bambino, sembrava molle… anche se non ci mancava mangiare, non ci mancava niente, ma sicuramente la mancanza di libertà, il bambino diciamo era molto molle, era tenero, sembrava fatto di burro… cioè questo, il bambino penso non ha capito niente. Sto morendo, penso non l’abbia neanche capito. Il bambino ha fatto solo uno sbalzo di reazione, uno solo e lento, ha fatto solo questo e non si è mosso più, solo gli occhi, cioè girava gli occhi.
(…)
Io ho spogliato il bambino e il bambino era urinato e si era fatto anche addosso dalla paura di quello che abbia potuto capire o è un fatto naturale perché è gonfiato il bambino. Dopo averlo spogliato, ci abbiamo tolto, aveva un orologio da polso e tutto, abbiamo versato l’acido nel fusto e abbiamo preso il bambino. Io ho preso il bambino. Io l’ho preso per i piedi e Monticciolo e Brusca l’hanno preso per un braccio l’uno così l’abbiamo messo nell’acido e ce ne siamo andati sopra.
(…)
Io ci sono andato giù, sono andato a vedere lì e del bambino c’era solo un pezzo di gamba e una parte della schiena, perché io ho cercato di mescolare e ho visto che c’era solo un pezzo di gamba… e una parte… però era un attimo perché sono andato… uscito perché lì dentro la puzza dell’acido era… cioè si soffocava lì dentro. Poi siamo andati tutti a dormire“.
Vincenzo
Chiodo, pentito di mafia.
Giuseppe Di
Matteo fu rapito il pomeriggio del 23 novembre 1993, quando aveva quasi 13
anni, in un maneggio di Altofonte, da un gruppo di mafiosi che agivano su
ordine di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato.
Secondo le deposizioni di Gaspare Spatuzza, che prese parte al rapimento, i
sequestratori si travestirono da poliziotti della Dia ingannando facilmente il
bambino, che credeva di poter rivedere il padre in quel periodo sotto
protezione lontano dalla Sicilia.
Giuseppe fu ucciso nel tentativo di far tacere suo padre Santino Di Matteo,
collaboratore di giustizia ed ex-mafioso. Venne strangolato e successivamente
sciolto nell'acido l'11 gennaio 1996, poco prima di compiere 15 anni, dopo 25
mesi di prigionia, 779 giorni. Dietro questo, il più immondo dei delitti, c'era
la mafia di Totò Riina.
Nessun perdono.
Nessun perdono.