sabato 30 aprile 2016

CONTO CORRENTE DEL DEFUNTO : COSA DEVONO FARE GLI EREDI



Successione del conto corrente: conto cointestato a firme congiunte e disgiunte, bancomat e carte di credito. Capita che, al momento del decesso di un soggetto e all’apertura della successione, gli eredi si trovino a dover regolare il passaggio di proprietà dei beni del defunto e, in questo, le maggiori complicazioni vengono sempre in rilievo quando c’è un conto corrente da dividere: un po’ per la presenza di cointestatari che, spesso, nelle lotte interne familiari, possono adottare atteggiamenti ostruzionistici, un po’ per il comportamento della banca, spesso additato come eccessivamente formalistico e prudente.




 Cerchiamo di vedere, dunque, cosa bisogna fare per gestire al meglio il rapporto tra eredi e banca al momento della morte dell’intestatario di un conto corrente o di una cassetta di sicurezza.


 I primi adempimenti: la comunicazione alla banca

La prima cosa che gli eredi devono fare, in caso di decesso dell’unico intestatario del conto corrente, è comunicare alla banca (con raccomandata a.r., o con consegna di persona, avendo cura di farsi firmare una copia per ricevuta) l’avvenuta morte del titolare. A tal fine bisognerà inoltrare un certificato di morte.

 Dall’altro lato, però, gli eredi hanno un diritto di massima trasparenza di quelli che sono i beni del defunto presenti presso l’istituto di credito: essi, in particolare, hanno il diritto di conoscere se ad esempio ci sono conti correnti attivi, libretti di risparmio, depositi di somme, custodia di titoli, azioni ecc.

 La restituzione di assegni, bancomat e carte

Se il soggetto defunto era titolare di un carnet di assegni ancora non del tutto esaurito, gli eredi devono riconsegnare alla banca gli assegni non utilizzati.

 Agli eredi è inoltre vietato utilizzare il bancomat del defunto, dovendolo riconsegnare alla banca. Spesso però avviene il contrario: capita cioè che, all’indomani del decesso del correntista, il possessore del bancomat si rechi allo sportello automatico per prelevare quante più somme possibili, evitando trafile burocratiche e divisioni con i parenti.

 Gli eredi devono restituire anche la carta di credito e tutto ciò che è di proprietà della banca.

 Se gli eredi non hanno contezza di dove il defunto abbia conservato tali documenti non riuscendo a ritrovarli, devono immediatamente procedere con la denuncia di smarrimento e la banca provvederà a bloccare il conto.

Comunque sia, gli eredi diventano proprietari dei beni del deceduto solo dopo aver concluso tutta la pratica di successione e ottenendo la certificazione relativa: una copia dovrà essere esibita alla banca.

 La cifra esistente sul conto o sul libretto di risparmio dovrà comparire all’interno della denuncia di successione.

 Se il conto era cointestato

Nel caso del conto corrente cointestato bisogna distinguere due ipotesi differenti:

 – conto corrente a firme disgiunte: in tal caso ognuno degli altri cointestatari ha il diritto di disporre separatamente sul conto; lo stesso diritto aspetta a tutti gli eredi del cointestatario che dovranno esercitarlo insieme e cumulativamente. Gli eredi dovranno effettuare una semplice variazione di intestazione a loro favore. Pertanto, al posto del nominativo del defunto, risulteranno i nominativi degli eredi.

Si tenga però presente che la banca può negare al cointestatario superstite di effettuare operazioni sul conto corrente, benché cada in successione solo la quota di 1/2 della cifra esistente sul conto;

 – conto a firme congiunte: il conto viene bloccato del tutto fino all’identificazione attestata degli eredi legittimi. Questi poi dovranno decidere, insieme all’intestatario rimasto in vita, la sorte del conto.

 Come ottenere dalla banca le somme depositate sul conto

Se gli eredi vogliono che la banca restituisca loro le somme presenti sul conto del defunto e, quindi, cadute in successione, devono consegnare all’istituto di credito la copia presentata presso l’Agenzia delle Entrate della dichiarazione di successione.

A tal punto sarà la banca ad effettuare l’accredito in capo agli eredi nelle modalità da questi indicate.

 Eventuali bonifici successivi

Se dopo la morte dovessero pervenire dei bonifici a favore del defunto, la banca dovrà lasciare la somma a disposizione del patrimonio ereditario. In seguito si potrà stabilire se tali cifre andranno o meno ad aggiungersi effettivamente alla massa ereditaria.

 Assegni bancari, carte di credito

Gli assegni emessi dal cliente prima della morte vengono pagati dalla banca e addebitati sul conto.

Quanto alle carte di credito, come detto sopra, scatta l’obbligo per gli eredi alla restituzione: la banca provvederà poi a bloccarle.

 Cassette di sicurezza

La cassetta di sicurezza intestata al defunto non può essere aperta se non con il consenso di tutti gli eredi legittimi. Il contenuto della cassetta di sicurezza rientra nella massa ereditaria.

 La cassetta viene aperta alla presenza di un notaio, o suo delegato, o di un funzionario dell’Amministrazione finanziaria. Viene redatto un verbale di apertura e contestualmente fatto un inventario (spesso con stima) dei beni che si rinvengono.

 Libretto di risparmio nominativo

Il libretto diventa parte dell’eredità, pertanto la cifra esistente al momento del decesso andrà divisa regolarmente tra gli eredi.

 Libretto di risparmio al portatore

Per questo i libretti al portatore entrano a far parte della massa ereditaria solo nel caso in cui al momento della sua morte essi siano stati in possesso del defunto o siano depositati a suo nome presso terzi (ad es. nel deposito titoli o in una cassetta di sicurezza presso una banca).

 Titoli e buoni fruttiferi

I titoli diventano anch’essi parte dell’eredità, pertanto o si dividono in natura, oppure vengono venduti e poi il ricavato diviso tra gli eredi.

In alternativa gli eredi possono decidere anche di lasciare i titoli nella proprietà comune e di gestirli nel deposito titoli della comunione ereditaria.

Anche i buoni fruttiferi postali vengono considerati come i titoli di Stato.