domenica 4 maggio 2014

GRILLO: PERCHE' PER LA LEGGE E' UN PREGIUDICATO



Grillo Giuseppe, detto Beppe, è conosciuto come comico, blogger, attore, capo di un movimento politico. Per la legge italiana, però, è anche un pregiudicato. 


 
Aldo Maturo

Tutto risale ad una condanna per omicidio colposo per un incidente stradale a seguito del quale morirono tre persone, tutte a bordo dell’ auto di Grillo:  Renzo Giberti di 45 anni, la moglie Rossana Quartapelle di 34 e il figlio Francesco di 9.
Il 7 dicembre 1981 erano a bordo del fuoristrada che Grillo guidava inerpicandosi per una strada di montagna chiusa al traffico.



Guidò sullo sterrato fino a trovare una brutta lastra di ghiaccio su cui le gomme non facevano presa, ghiaccio che, secondo la sentenza, avrebbe potuto/dovuto vedere ma su cui evidentemente decise di andare lo stesso.

L'auto cominciò a scivolare, sempre più veloce, verso lo strapiombo. Lui si rese  conto di quello che stava succedendo, aprì lo sportello, si gettò fuori e si salvò. Gli altri, forse paralizzati dalla paura  non ce la fecero e, intrappolati nell’auto, rotolarono fino a cadere nel vuoto.

«Ho cercato di assecondare la marcia del veicolo all’indietro, come quando si fa retromarcia, puntando verso una sporgenza di roccia del monte, dove speravo di fermarmi. Per disgrazia ho colpito quella sporgenza con la ruota di scorta esterna e la macchina ha ruotato verso il burrone. Istintivamente ho spalancato la portiera e mi sono lanciato fuori mentre la Chevrolet precipitava».



Così la sua versione, secondo quanto riportato da La Stampa del 22 marzo 1984, per descrivere la dinamica dell’incidente automobilistico che provocò tre morti.

La Corte di Appello e la Cassazione non condivisero tale tesi e si pronunciarono per la condanna, rispettivamente nel 1985 e nel 1988:



«La corte (…) ha individuato la colpa del Grillo nell’avere proseguito nella marcia, malgrado l’avvistamento della zona ghiacciata, mentre avrebbe avuto tutto il spazio per arrestare la marcia, scendere, controllare o quanto meno, proseguire da solo» . Così la Cassazione motivò (7 aprile 1988) il rigetto del ricorso formulato dall’imputato, confermando la condanna emessa dalla Corte di Appello di Torino il 12 marzo 1985 a «un anno e due mesi di reclusione con sospensione della patente di guida per eguale periodo di tempo».

A seguito di quella sentenza Grillo Giuseppe, detto Beppe, per la nostra legge è un pregiudicato, termine che identifica chi ha riportato condanne penali o ha espiato pene detentive.