Come funzionano le restrizioni sugli spostamenti in
tutta Italia per il coronavirus
Cosa si può ancora fare, cosa no, come lo si deve fare e soprattutto cosa
vuol dire tutto questo: che dobbiamo stare a casa.
A partire da
martedì 10 marzo gli spostamenti delle persone in tutta Italia subiranno severe
restrizioni per provare a contenere il coronavirus (SARS-CoV-2): lo ha annunciato lunedì sera il
presidente del Consiglio Giuseppe Conte estendendo a tutto il paese le misure
che erano già in vigore da domenica in ampie aree del Nord Italia. Le regole
che da martedì varranno per tutta Italia sono tante, e avranno grandi
conseguenze sulla vita di ogni giorno di milioni di persone.
Le scuole e le
università saranno chiuse fino al 3 aprile, la Serie A di calcio e gli altri
campionati saranno sospesi e bar e ristoranti saranno chiusi dopo le 18.
Ma le
restrizioni sugli spostamenti sono tra quelle che hanno generato più confusione
e domande nel Nord Italia, e creeranno probabilmente le stesse perplessità nel
resto del paese. È importante capire che la situazione italiana è senza
precedenti, una delle crisi più gravi nella storia del paese, ed è quindi senza
precedenti anche un decreto che limita in questo modo gli spostamenti, così
come le sue modalità di applicazione. È inevitabile che avrà scappatoie e zone
grigie: rispettarlo e farlo rispettare sarà complicato e richiederà la
collaborazione di tutti. È probabile che capiremo meglio come farlo nei
prossimi giorni.
Nel
frattempo, la prima cosa da sapere è che gli spostamenti, quelli permessi dal
decreto, dovranno essere motivati con un modulo di autocertificazione che si può
scaricare qui e stampare per compilarlo. Chi non può
stamparlo può ricopiarlo (o compilare sul momento durante un controllo).
Cosa vuole
ottenere il decreto
Il decreto che estende le misure a tutta l’Italia, riassunto, significa: bisogna stare a casa, e uscire soltanto se strettamente necessario. Da martedì non esisterà più una zona isolata dal resto: in tutta Italia vanno evitati quanto più possibile i contatti sociali e gli spostamenti, che saranno permessi solo per «comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute e rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza».
Il decreto che estende le misure a tutta l’Italia, riassunto, significa: bisogna stare a casa, e uscire soltanto se strettamente necessario. Da martedì non esisterà più una zona isolata dal resto: in tutta Italia vanno evitati quanto più possibile i contatti sociali e gli spostamenti, che saranno permessi solo per «comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute e rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza».
Tutto questo
serve a evitare di diffondere ulteriormente il coronavirus, che sta già
portando al collasso il sistema sanitario lombardo e rischia di fare lo stesso
con quelli di altre regioni italiane. Per evitare questo scenario, è importante
che tutti facciano la propria parte rispettando tutte le indicazioni delle
autorità, la prima delle quali è di rimanere a casa. Il contagio da coronavirus
non è una questione individuale, ma collettiva: sacrifici e rinunce adesso
servono a evitarne di più grandi dopo.
Spostarsi
per lavoro
A tutti i cittadini è chiesto di lavorare da casa, se possibile. Non tutti però possono farlo, e questo sta già creando estesa confusione tra dipendenti e datori di lavoro nel Nord Italia. Il decreto per tutto il paese prevede che ci si possa spostare per «comprovate esigenze di lavoro». Questa definizione è vaga, ma la sua attuale interpretazione dice in sostanza che possono spostarsi – con qualsiasi mezzo, per qualsiasi tragitto – tutti quelli che devono necessariamente farlo per motivi di lavoro. Chi non può proprio stare a casa, quindi, o chi non ha ricevuto il permesso di assentarsi dal proprio datore di lavoro, può spostarsi per andare a lavorare.
A tutti i cittadini è chiesto di lavorare da casa, se possibile. Non tutti però possono farlo, e questo sta già creando estesa confusione tra dipendenti e datori di lavoro nel Nord Italia. Il decreto per tutto il paese prevede che ci si possa spostare per «comprovate esigenze di lavoro». Questa definizione è vaga, ma la sua attuale interpretazione dice in sostanza che possono spostarsi – con qualsiasi mezzo, per qualsiasi tragitto – tutti quelli che devono necessariamente farlo per motivi di lavoro. Chi non può proprio stare a casa, quindi, o chi non ha ricevuto il permesso di assentarsi dal proprio datore di lavoro, può spostarsi per andare a lavorare.
Per
dimostrarlo, è richiesta la compilazione del modulo di autocertificazione, che
potrà anche essere compilato sul momento durante un eventuale controllo delle
forze dell’ordine. Non potranno spostarsi per alcuna ragione, invece, le
persone in isolamento oppure risultate positive al coronavirus.
Assolombarda,
sul proprio sito, aveva comunque precisato che in attesa di eventuali ulteriori
disposizioni nel merito, chi deve spostarsi sul lavoro potrà «comprovare il
motivo lavorativo dello spostamento» anche con altri documenti:
a) il
cedolino paga;
b) il tesserino di identificazione aziendale;
c) una dichiarazione del datore di lavoro che attesti l’esigenza del viaggio.
Tali documenti dovranno essere esibiti alle Autorità di pubblica sicurezza chiamate a monitorare l’applicazione delle misure di contenimento.
b) il tesserino di identificazione aziendale;
c) una dichiarazione del datore di lavoro che attesti l’esigenza del viaggio.
Tali documenti dovranno essere esibiti alle Autorità di pubblica sicurezza chiamate a monitorare l’applicazione delle misure di contenimento.
Per quanto
riguarda le merci, il governo aveva chiarito – parlando delle misure sul Nord
Italia – che non rientrano fra le limitazioni previste: «Le merci possono
entrare e uscire dai territori interessati. Il trasporto delle merci è
considerato come un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di
trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi
all’interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo
delle merci».
Situazioni
di «estrema necessità» e di salute
Sono altri due dei quattro casi per i quali è prevista la possibilità di spostarsi, ha detto Conte. Va da sé che nella prima delle due possono rientrare varie cose, a seconda delle interpretazioni: è una definizione vaga, che verrà probabilmente chiarita meglio nelle prossime ore e che serve soprattutto a escludere tutti gli spostamenti di piacere. Chi deve farsi curare, vedere il medico, o spostarsi per altri motivi medici, può farlo.
Sono altri due dei quattro casi per i quali è prevista la possibilità di spostarsi, ha detto Conte. Va da sé che nella prima delle due possono rientrare varie cose, a seconda delle interpretazioni: è una definizione vaga, che verrà probabilmente chiarita meglio nelle prossime ore e che serve soprattutto a escludere tutti gli spostamenti di piacere. Chi deve farsi curare, vedere il medico, o spostarsi per altri motivi medici, può farlo.
Rientrare a
casa
Chi attualmente si trova lontano dalla propria casa può tornarci: «al proprio domicilio, abitazione o residenza». Lo deve fare portando con sé il modulo con l’autocertificazione.
Chi attualmente si trova lontano dalla propria casa può tornarci: «al proprio domicilio, abitazione o residenza». Lo deve fare portando con sé il modulo con l’autocertificazione.
Uscire di
casa
Questa parte è delicata. Escludiamo gli spostamenti per lavoro, “estrema necessità”, salute e rientro a casa: si può ovviamente uscire per andare a fare la spesa, anche perché procurarsi da mangiare rientra tra le necessità. Ma stando formalmente al decreto, non si potrà – per un po’, e se lo facciamo tutti sarà per meno tempo – uscire per farsi una passeggiata, o per andarsi a prendere un gelato, o per andare a casa di un amico.
Questa parte è delicata. Escludiamo gli spostamenti per lavoro, “estrema necessità”, salute e rientro a casa: si può ovviamente uscire per andare a fare la spesa, anche perché procurarsi da mangiare rientra tra le necessità. Ma stando formalmente al decreto, non si potrà – per un po’, e se lo facciamo tutti sarà per meno tempo – uscire per farsi una passeggiata, o per andarsi a prendere un gelato, o per andare a casa di un amico.
È
inevitabile che questi spostamenti avverranno, ed è impensabile che vengano
fatti controlli sufficientemente efficaci per impedirli o disincentivarli
concretamente. Ma di nuovo: serve a far capire a tutti i cittadini che non è
più il momento di prendere sottogamba l’epidemia di coronavirus, e di rischiare
di esporsi al contagio o di contagiare qualcuno per motivi futili. Bisogna
stare a casa, come dicono da giorni esperti e medici, e come ha ribadito lunedì
sera Conte.
Treni e
mezzi pubblici
Per i treni vale tutto quanto sopra: continueranno a circolare, ma ci saranno controlli nelle stazioni – sono cominciati oggi nel Nord Italia – per verificare che chi sale abbia un motivo che rientra tra quelli consentiti. Non è chiaro invece in che modalità saranno svolti i controlli su autobus, tram e linee della metropolitana, se saranno svolti.
Per i treni vale tutto quanto sopra: continueranno a circolare, ma ci saranno controlli nelle stazioni – sono cominciati oggi nel Nord Italia – per verificare che chi sale abbia un motivo che rientra tra quelli consentiti. Non è chiaro invece in che modalità saranno svolti i controlli su autobus, tram e linee della metropolitana, se saranno svolti.
Controlli
La direttiva alle prefetture sull’applicazione del decreto inviata dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese per il Nord Italia prevedeva controlli «lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema dei trasporti»: sulle autostrade e le strade principali, i controlli saranno effettuati – in larga parte a campione – dalla polizia stradale, mentre sulle strade locali dai carabinieri e dalla polizia municipale. È probabile che per il resto del paese varrà quanto già avvenuto domenica e lunedì nel Nord Italia.
La direttiva alle prefetture sull’applicazione del decreto inviata dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese per il Nord Italia prevedeva controlli «lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema dei trasporti»: sulle autostrade e le strade principali, i controlli saranno effettuati – in larga parte a campione – dalla polizia stradale, mentre sulle strade locali dai carabinieri e dalla polizia municipale. È probabile che per il resto del paese varrà quanto già avvenuto domenica e lunedì nel Nord Italia.
A bordo dei
treni i controlli per il Nord Italia, e probabilmente da domani per tutto il
paese, sono a carico della polizia ferroviaria, che inoltre «canalizzerà» i
passeggeri in entrata e uscita dalle stazioni per evitare assembramenti e
provare la temperatura di chi viaggia.