La Corte di
Cassazione, con sentenza del 19 dicembre scorso, ha stabilito che
“…non costituiscono reato le attività di
coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica. Attività di
coltivazione che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di
piante e il modesto quantitativo di prodotto ricavabile, appaiono destinate in
via esclusiva all’uso personale del coltivatore”. La sentenza ha valore vincolante solo per il
processo cui si riferisce. Si attendono le motivazioni. Prima di riempire i
balconi di piantine di marijuana è meglio sapere che….
28 DICEMBRE 2019
Claudio
Miglio è un avvocato dello studio Tutela Legale Stupefacenti e ci spiega gli
effetti di questa sentenza:
Qual
è la storia del processo che ha portato a questa sentenza?
«Questa
sentenza è una massima ufficiale. Ha molto valore, perché è stata pronunciata
dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione. Mancano ancora le motivazioni,
solo più avanti sapremo qual è il caso concreto a cui si riferisce.
Dalla
massima si capisce che è stata una coltivazione di poche piante in
un’abitazione. Non sappiamo se le piante erano coltivate per consumo
terapeutico o ludico, in ogni caso si trattava di consumo personale»
Che
peso hanno le parole della Cassazione?
«Le
sezioni hanno confermato un indirizzo giurisprudenziale che ammetteva la non
rilevanza penale della coltivazione nel caso di uso personale. La cosa che è
davvero importante è che si tratta di una sentenza a Sezione Unite, è questo a
conferirle un peso così alto.
Sarebbe
bello che a questa sentenza seguisse un intervento del legislatore, almeno per
regolare la coltivazione domestica»
Da
domani possiamo avviare una piccola coltivazione sul balcone della redazione?
«Meglio
di no. Quello che cambierà dopo questa sentenza è la linea difensiva. Nei
processi che riguardavano la coltivazione domestica di piante di cannabis
bisognava sempre sperare che il giudice aderisse a quella corrente di pensiero,
peraltro minoritaria, che non considerava questo comportamento come reato»
Cosa
può succedere se si viene trovati in possesso di piante di cannabis?
«Davanti
a una coltivazione ad uso domestico si può comunque incappare nel processo
penale. Certo, poi sta sempre nella sensibilità delle forze dell’ordine e dei
giudici capire che nei casi in cui i quantitativi sono minimi, ad esempio una
piantina non ancor arrivata a maturazione, non è nemmeno il caso di cominciare
il processo»
Fermandoci
alla sentenza della Cassazione, fino a quante piante si può parlare di
coltivazione a uso personale?
«Anche
per questo bisogna aspettare le motivazioni della sentenza. Nelle altre
sentenze che parlavano di “modesta entità della coltivazione e conclamato uso
personale” si parlava a volte di due, di cinque, a volte anche di dieci piante.
Ma era tutto nella sensibilità del giudice. Dubito però che questa sentenza
definisca una soglia netta»
La
cannabis ha diverse varietà, quali sono quelle che non si possono coltivare?
«Tutte
le qualità inserite nella tabella allegata al decreto del ministero della Salute
che definisce quali sono le stostanze stupefacenti. Le più note sono la cannabis
sativa e la cannabis indica, ma in generale si parla di tutte le
varietà in grado di produrre Thc»
Dove
si possono acquistare i semi?
«Di
per sé l’acquisto dei semi non costituisce reato. Il problema non è di chi
acquista il seme, ma semmai di chi vende il seme. Quando viene venduto con una
propaganda alla coltivazione allora diventa istigazione a delinquere.
Purtroppo
anche qui regna l’ipocrisia: i semi spesso vengono venduti come materiale da
collezione»
Se
queste coltivazioni sono fatte in casa, e in piccola quantità, come è possibile
che vengano scoperte?
«La
casistica è molto varia, e anche abbastanza divertente. Nella maggior parte dei
casi si tratta di soffiate: dalla fidanzata arrabbiata che denuncia il
fidanzato, ai condomini che sentono l’odore dei fiori di canapa nell’androne
del palazzo, fino alle ripicche dopo liti con i vicini.
A
volte poi può capitare che una persona venga fermata per un controllo e gli
venga trovato un piccolo quantitativo di stupefacente addosso. A quel punto
scatta la perquisizione a casa, che nel caso di armi e terrorismo e droga non
ha bisogno di un mandato»