Un nostalgico ricordo di un paese svanito nella nebbia del
passato e della nostalgia, scritto da un amante della sua terra che non si
arrende all’evidenza di una comunità in cui non si riconosce e che non è come
lui la vorrebbe tramandare ai suoi figli.
Pietro Quercia - da FB - 12.4.2014
Tanti i ricordi di persone non più tra noi, tanti i video,
tante le foto.
Ma, a Telese, i ragazzi non hanno mai giocato, non hanno mai
traversato il lago a nuoto o col gommone, non hanno fatto il bagno nel Seneta,
nel corso d'acqua sulfurea nei pressi del Centro Relax o nel Calore.
Non hanno
mai scavalcato il muro di cinta delle terme, non hanno mai rubato le ciliege dagli
alberi lungo la stradina del lago prima di giungere al passaggio a livello.
Nessuno ricorda una panchina piastrellata, nessuno ha
mai sentito un comizio dal balcone di palazzo Maturo.
I telesini non hanno
ricordi ma solo rimpianti, solo nostalgia di un passato che nessuno può più
restituire.
Tutto è stato stravolto e violentato: Non è rimasto un simbolo del
passato se non la Torre Campanaria.
Ed è stato per ricordare luoghi,
personaggi, episodi e giochi di un anno di permanenza in Telese prima del
trasferimento a Napoli, un anno meraviglioso di circa sessant'anni fa, che mi
sono gettato con avidità su “Fotogrammi di memoria” di Aldo Maturo.
Su questo
foglio virtuale si rimpiange il lago con piscina per i bambini, ora spoglio di
alberi, via di transito anche di pullmans per giungere al ponte di ferro che
collega Telese a Solopaca, ma sempre profondo per potervi costruire sopra;
si
rimpiangono i platani di Viale Minieri;
il trenino che portava i bagnanti alle
terme;
la rotonda davanti all'ingresso delle terme e si fa un critico confronto
con la nuova piazza pavimentata con sampietrini appena appoggiati ed ondulati
come le onde del mare forza tre;
il ponticello ed il viale del Cerro, la
piscina olimpionica.
Aggiungo le montagne di cemento ed il catrame nel bel parco
che fu, e vuol essere un monito per quando si andrà a ristrutturare il vecchio
stabilimento dell'imbottigliamento, l'occasione per togliere un pò di catrame
in quel posto.
Solo un brutto ricordo del passato: il muro di cinta delle terme
con sopra i cocci di bottiglie (ho un ricordo sulla coscia sinistra).
La
dott.ssa Simonetta Romano ad una mia domanda sul parco termale, disse: “hanno
rovinato uno dei più bei parchi d'Italia ricco di una meravigliosa flora
mediterranea, rimpiango i viali ghiaiosi anche se polverosi, rimpiango tutto
delle terme”. E i milioni di tonnellate di cemento che tolgono il respiro e il
verde che non c'è più? Caro Aldo, vorrei avere la tua penna e la tua cultura
per descrivere le violenze come tu le hai descritte nel tuo “Un paese
violentato”!
La signora Sandra Mastrogiacomo si chiede su questo foglio:
“Abbatterla?” .
Gentile signora, non è più possibile, gli stupri sono
irreversibili, te li porti sotto la pelle, nel cuore.
Circa trentacinque anni
fa, telesini poi non tanto illuminati, si inventarono la Festa del Patrono e la
scuola elementare, col patrocinio dell'amministrazione comunale, si inventò il
folklore telesino (vero sig.ra Adriana Formichella? Vero maestro Carlo Franco?
Vero sig.ra mamma di Giuseppe Grimaldi?).
A Barletta, in un concorso di balli,
canzoni e costumi folkloristici, i ragazzi delle elementari vinsero il secondo
premio con una canzone del folklore guardiolo ('a langella) tradotta in
dialetto napoletano e una tarantella napoletana. Perché non ci inventiamo qualcosa
per essere prima di tutto un paese e poi pavoneggiarci per essere diventati
cittadini?
E' vero che il nostro Campanile (ho ammirato la foto del vecchio) è
in stile moderno e può non innamorare, sponsorizziamo in mancanza la nostra
Torre Campanaria, abbracciamola ed insieme uniti, amiamola e difendiamola!